L’ascolto parallelo di oggi verte su due celebri tenori, entrambi estranei alle modalità di intendere il canto e di ascolto di questo sito. Ve li proponiamo in forza della grande disparità di considerazione di cui essi godono, anche quando il più anziano dei due, Josè Cura, era al massimo della sua carriera. Il confronto, in accordo con la linea del nostro Corriere incentrata prevalentemente sulla tecnica di canto, ci pare doveroso e non solo provocatorio. Ci è capitato più volte, sin dal primo apparire di Jonas Kaufmann sulle ribalte più importanti del mondo, di osservare la sua somiglianza evidente con José Cura. Una somiglianza timbrica e tecnica, quella dell’”affondo”, che intenzionalmente colloca il suono, ingrossato al massimo delle possibilità fisiche del cantante, in una posizione profondissima, mentre gli acuti escono spinti con forza, spesso con contrazioni di gola. Entrambi scuriscono la voce in maniera innaturale per produrre un sound “macho”, il timbro forzatamente virile fino ad essere caricaturale, Cura affidandosi ad una dote naturale più corposa e spontaneamente da tenore “spinto”, Kaufmann reinventando una dote prettamente lirica e meno generosa. Cura canta mediamente in modo più monotono e raramente cerca i piani, mentre Kaufmann vi ricorre con una certa frequenza cercando una linea di canto più raffinata e varia: le afonie del tedesco, però, non sono così presenti nel canto di Cura, quasi che avesse un maggior focus ( si fa per dire ) del suono. E’ inutile disquisire su quale dei due sia l’esecutore più quadrato ed ordinato sul piano musicale, o quello espressivamente più elegante, perché su questi aspetti Kaufmann è indiscutibilmente migliore, nonostante Josè Cura si sia cimentato anche nella direzione orchestrale ( e con esiti, a mio avviso, nettamente superiori a Domingo…). Oggi il tenore tedesco, lucido ed organizzato nella gestione della carriera, sta vivendo il suo momento d’oro, mentre Cura è nella fase finale, dopo un ventennio costellato di soli ruoli pesanti. Il declino di questo modo di cantare, tipico dell’affondo, si percepisce nella voce grossa, incapace di legato al centro, uso marchiano del parlato, acuti calanti e/o gridati, nessun controllo del suono, un generale senso di fatica “bestiale” sotto ogni punto di vista, come già riscontrato in altri tenori dello stesso genere e gusto di anni precedenti. Kaufmann per ora da segni di affaticamento nei forfait, nella voce che si sta liofilizzando sul piano della sonorità, le smorzature che si rompono e sono sporche ( vedi il caso dell’Aida di Roma). essendo che il ruolino di marcia su questo repertorio è iniziato da poco, attendiamo i mesi futuri per vedere come si comporterà il quadratissimo tedesco.
Il confronto qui proposto è costruito, per obbiettività, con audio in cui i due tenori si trovano nelle medesime condizioni vocali, quindi gli audio di Cura sono di svariati anni fa rispetto a quelli attuali di Kaufmann. Vi vorrei invitare, nel riscontrare le differenze vocali ora sottili ora inesistenti, a riflettere sulla natura dei giudizi formulati da critica e melomani su questi due cantanti, perché non mi pare che Kaufmann goda di miglior considerazione solo in forza del gusto più castigato e della miglior quadratura musicale, bensì di un supposto valore tecnico. Una prova vocale si compone di elementi tecnici e stilistico musicali, siamo tutti d’accordo, eppure nei giudizi correnti tra il pubblico melomane i distinguo tra le varie componenti non paiono trovare spazio, come accade nel caso dei fratelli “Kura”.
10 pensieri su “Ascolti comparati: José Cura vs Jonas Kaufmann”
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.
Una specie di invito alla sordità.
In questa carrellata di ascolti con tutte le critiche sul modo di cantare di Kau lo preferisco a Cura, specie in quel di di maggio
Questi ascolti sono da considerarsi una penitenza quaresimale, vero?
Facciamo il gioco della torre. Chi buttereste giú dei due? Io butterei giú direttamente la torre!
Don Carlo: La Quaresima è finita, ma….ahimè questi due tengono in afflizione, il mondo musicale, negli altri giorni, senza un segno di speranza in una riabilitazione….Sono come le disgrazie: te le devi tenere!!!
Non riesco, proprio no, ad ascoltarli. Ho provato, giuro che ho provato. Ma non riesco.
bah, io non avrei mai pensato di dire una cosa simile, ma tutto sommato visti i confronti, Cura lo riesco anche ad ascoltare, kau proprio non ce la faccio…
premesso che a me Kau non mi piace e tante volte l’ho scritto di questo “diversamente baritono” ma differenza di Cura non “violenta “quello che canta ,è molto piu musicale ,e almeno cerca di interpretare,Cura è un orco …
Che ti devo dire?
Li ho ascoltati in teatro più volte, adesso ho provato a riascoltarli nelle registrazioni proposte e mi sembrano tutti e due inascoltabili (e inaccettabili).
E’ solo la mia opinione. Non ti crucciare.
Qui di suono tenorile non c’e mai stata neppure l’ombra. Pessimi ambedue.