Il 3 febbraio la Chiesa ricorda San Biagio, con tradizioni quali la benedizione della gola, tramite l’imposizione di candele, e l’usanza di consumare il panettone avanzato dalle festività natalizie. Celebriamo anche noi la giornata, che ora volge al termine, con un video che riassume in sé una serie piuttosto ampia di disturbi dell’apparato respiratorio ed è un po’ l’equivalente musicale del panettone avanzato, risalente però a svariati anni prima. Il video è anche una sorta di “prossimamente” per la recensione della Poppea scaligera, che nei prossimi giorni ci offrirà il nostro Garcia.
12 pensieri su “Per il giorno di San Biagio.”
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Ahahahahaha! Questo della celebrazione di San Biagio è un guizzo di ironia geniale!
Jaroussky sarebbe una perfetta Desdemona per il futuro Otello di Kaufmann 😀
quello di Rossini, naturalmente!
strano, per esser uno che ha passato metà esistenza a Mantova e l’altra metà a Venezia singolare questo Monteverdi che componeva madrigali in uzbeko antico…
Dio santo che schifezza! le mie povere orecchie.
Non l’avevo mai visto.
CIoè ma dai, questo è il cancro proprio…
Siamo a un totale tana libera tutti.
Stando alle sacre scritture la poggia di fuoco non dovrebbe essere lontana.
La voce del “castrato” nel 600-700 doveva essere una cosa
eccezionale…..mi domando cosa di straordinario ci sia in questa
performance ???
qui è simpatico ,anche lei https://www.youtube.com/watch?v=B5nu9glnoLQ
e poi dicono le che donne un po in carne sul palcoscenico non sono fotogeniche 😀
Ho aperto il video… non mi aspettavo una cosa simile O.O
Grottesco e vergognoso tutto quanto, pare una parodia, ma non lo è.
Lei parla, non canta, e non si sa in che lingua e si muove inconsultamente in modo ridicolo, cosa accentuata dalla stazza pachidermica. Lui vocalmente è un gradino sopra, perché almeno pare che stia provando a cantare, ma pare un bambino arrapato e pure lui indulge a movimenti altamente ridicoli in una scenetta da cinepanettone (con tutto il rispetto per il genere, che ora ho rivalutato ampiamente dopo aver visto questo video).
Io mi domando PERCHE’??? Posso spiegarmi il successo di Netrebko (belloccia con tanta e bella voce seppur mal gestita sia sul palco sia fuori per certe dichiarazioni di natura politica che avrebbe fatto bene a risparmiarci), Kaufamann (bell’uomo e affascinante con voce da orco… sarebbe una versione operistica delle 50 sfumature di grigio insomma), Garanca (bella donna con bella voce espressiva come un menhir di Obelix), Damrau (bella donna e simpatica con tecnica approssimativa che non le permette di rendere giustizia a quello che dovrebbe essere il suo repertorio) e molti altri…. eppure questi divi del barocco io proprio non me li spiego! Voci tutte uguali, minuscole, spoggiate, fisse, gorgoglianti, pose e atteggiamenti ridicoli e insensati, poca avvenenza fisica (non mi viene in mente qualcuno di bello/a, ma due o tre ci saranno)…. sarà brutto da dire ma se proprio devo scegliere qualcuno di oggi per questo repertorio io mi terrei la Bartoli che almeno ha una personalità debordante e non annoia mai con le sue trovate da genio del marketing e il suo approccio da diva del popolo e sublime impostora.
Comicissimo!!! Da tempo non ridevo così! Peccato che la Coronatione di Poppea non dovrebbe far più di tanto ridere (almeno in questa scena, quando è di scena Arnalta le cose cambiano…) Poi la Lemieux che fa le mossucce ed ammica al controtenore (che, peraltro, ha una voce femminile migliore di lei)… che roba esilarante… sembrava Aspinall. Ma ci pensate che la signora Lemieux ha cantanto Azucena a Salisburgo con il Topone! Quindi, non solo “povero Monteverdi”, ma anche “povero Verdi”
cfr. https://www.youtube.com/watch?v=OPOn86YNU0g
Mi trovo assai d’accordo con Ninia quando parla dei vari cantanti più o meno famosi. Almeno questi possono usar male una voce di per sé bella o avere almeno qualità “fisiche”; altri usano male la voce e basta, senza aver qualità né vocali né estetiche.
Un solo appunto sulla Garanca: l’avevo sentita come Annio a Salisburgo nella Clemenza di Tito, diretta da Harnoncourt, credo nel 2003 e mi aveva impressionato tantissimo, non solo per la bellezza della voce, ma per come la usava bene e sapeva essere espressiva. Francamente erano anni ed anni che un mezzosoprano (ovviamente a prescindere dalla Horne, che ho sentito a Torino, ma lei è al di sopra delle classifiche, come Bocuse fra i cuochi) non mi faceva una simile impressione positiva da quando, molto più giovane, avevo sentito la Cossotto in Aida. Allora avevo sentito questa giovane cantante baltica a me del tutto sconosciuta e mi aveva veramente colpito positivamente.
Il giudizio non teneva conto dell’indubbia notevole avvenenza della sig.ra Garanca, perchè il solito regista tedesco, dovendola vestire da uomo, l’aveva conciata in un modo atroce.
Risentita anni dopo, non più dal vivo, l’impressione positiva di allora si è mitigata, proprio per le ragioni espresse da Ninia: bel timbro, ma non cantava più come prima.
In ogni caso, ben meglio della Lemieux! Almeno la Garanca ha il buon gusto di non cantare Azucena.
Per Monteverdi io mi tengo cara la vecchia edizione filmata Harnoncourt-Ponnelle, pur con tutte le pulci che le si possono fare sotto vari aspetti. Lì sì che il duetto damigella – valletto era veramente elettrizzante.
La vita odierna non è un granchè, poi ci offrono questi “cadeau” della comicità involontaria e uno che ascolta pensa che L’Isis abbia assoldato anche questi cantanti per farci vergognare di esser ancora vivi.