Un po’ di Simone N° 6: ALEXANDER KIPNIS (1891-1978)

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Riconosco dalla dizione si potrebbe anche pensare che questo Fiesco non esca da un palazzo della Superba, ma da uno di Odessa e che il nobile genovese sia in realtà uno dei capi della locale comunità ebraica, ma il suono sempre avanti, sempre proiettato e per conseguenza  il vigore (Oh maledetto oh vile seduttore), il legato, il canto morbido (attacco ” A te l’estremo”, il seguente “palagio altero”  e sopratutto il “e tu vergin soffristi” in contrasto con il “maledetto  vile seduttore”) la capacità di flettere il suono,  cantare a mezza voce hanno dell’eccezionale perché eccezionale è in natura il timbro del basso ucraino.

La verità è che in questo passo Alessander Kipnis, ucraino, di formazione e carriera middleuropea e, poi, americana, poco avvezzo alla lingua italiana (vedi accentazione errata dello iato di infamia) è eloquente come nessuno, forse neppure Pinza in questa pagina si dimostra dando senso ad ogni parola ad ogni concetto che l’offeso ed addolorato padre, l’oltraggiato patrizio è chiamato a manifestare. Forse esagero una di quelle esecuzioni che devono essere sentite, considerate e ritenute per quello che sono esemplari, storia del canto e dell’interpretazione.

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