Sorella radio. Manon Lescaut dalla Bayerische Staatsoper

10615516_10205167732818631_3518456716428108082_nE dopo l’attesa, preparata da Frau Kurz, la realtà. Più nera di ogni nera previsione. Soprattutto per quanto concerne la protagonista, giunta – è vero- all’ultima ora a sostituire ben più di lei celebre diva, ufficialmente in disaccordo con la regia , ufficiosamente provata da una decina di recite della Lady, ma al di sotto del livello minimo professionale di una cantante di quelle che erano parte delle cosiddette spedizioni punitive di provincia. Solo che qui non saremmo in provincia, ci sarebbe il più famoso tenore spinto oggi in carriera e c’è (qui niente condizionale) un’orchestra che suona spontaneamente con suono morbido, rotondo e bella cavata. L’unica cosa decente e professionale della serata. Quanto alla protagonista non una nota di canto professionale suoni aperti e sgangherati in basso (“orrendamente” atto quarto) acuti stonati, spinti e fissi nessuna linea interpretativa perché Manon può essere e sfumata o aggressiva erotica e magari anche volgare. Cosa è successo nei pochi, ma ardui passi della scena del porto ovvero per l’esecuzione de “L’ora o Tirsi” che prevederebbe canto legato, levità di emissione oltre che la salita al do5 non è facile descriverlo e pressochè impossibile trovare precedenti altrettanto disastrosi.
Davanti ad un simile prestazione almeno nel primo e nel secondo atto quella di Jonas Kaufmann è apparsa quasi decente, con le solite emissioni basse e volgari che impediscono l’esecuzione di certe frasi come il “ascose fibre” che sta lì sul passaggio a segnare la differenza fra chi sa e chi non sa usare i ferri del mestiere. Poi è arrivato l’atto del porto quello che si canta con lo splendore degli acuti alla Merli, Pertile e Tucker ed il bel Jonas è annegato nei soliti suoni nel ventre, negli acuti duri ed ingolati, che sono l’imitazione di Domingo per mezzo di Josè Cura. Un simile sistema di canto esclude smorzature, che non siamo rochi falsetti come quelli della chiusa del duetto d’amore del secondo atto o suoni spinti per simulare disperazione e animo affranto.
Anche la direzione di Alain Antinoglou al di là della spontanea buona qualità dell’ orchestra è stata deludente perché mancava pathos e fuoco al terzo atto, di civetteria nelle scene di colore del secondo atto ed anche l’intermezzo, ad onta del buon suono era spento e senza slancio.
Insomma alla fine di tanto ascolto ci siamo consolati con la Tosca e la Fanciulla del West di Vera Galupe-Borszkh! Autenticamente pucciniana per il canto superiore a quello della Opolais. Non è una facezia!

Immagine anteprima YouTube Immagine anteprima YouTube

8 pensieri su “Sorella radio. Manon Lescaut dalla Bayerische Staatsoper

        • Concordo. La Obratzova è ancora quella che canta meglio, Cura è assolutamente “meraviglioso” nel senso di “meraviglioso da wunderkammer”… come i vitelli con 2 teste, i feti di maiale con 6 zampe, i peschi mostruosi, i tumori testicolari ed i calcoli renali da 1/2 kg. Mai sentito un “Vesti la giubba” simile, un autentica summa di tutti i peggiori difetti dei cantanti (“veristi” o “veristeggianti”) di ieri uniti a tutti i peggiori difetti dei cantanti di oggi. Pregi: possibilità di utilizzare la registrazione nella cura delle occlusioni intestinali come coadiuvante rapido. Ed il “nessun dorma”! Eccezionale!!!!!! Anzi, ecccccezzzziunale verrrrammmmente!!!!
          Non c’è bisogno di scomodare Lauri Volpi per fare paragoni…. basta il Domingo (di cui il Cura ha sempre imitato i difetti, obliando cià che di buono nel suo canto c’era) scaligero di 31 anni fa , al cui confronti il Cura fa una vera figura da cioccolataio.
          Ma il risibile Domingo “baritonale” odieno è ancora meglio del Cura!
          Qui in Cura c’è più tremolo che nel “tremolo” di una mezza dozzina di organi Serassi, Cavaillé-Coll, Bianchi, Mascioni e Tamburini messi assieme. Veramente una vera sQuola di canto. lezione su: “Come non si deve cantare”.
          Paradossalmente, per come canta “Nessun dorma”, dati i mezzi naturali e la scuola di canto seguita, di Cura è decisamente meglio Albano Carrisi, interprete più misurato e più attento al dettato pucciniano:
          https://www.youtube.com/watch?v=EHDu-sr5EPE
          per non parlare di Mina ne “I pagliacci”…
          https://www.youtube.com/watch?v=Tu2yq_U48F8

  1. Caro Donzelli, Kaufmann a me e’ prso in crisi proprio nel primo e secondo atto, la sua voce mi e’ sembrata “piu’ corta” che in passato, le frasi sul passaggio penose,ed i pianissimi senza appoggio, per non parlare della “espressione”: hanno criticato Pavarotti che canta “tra voi belle” troppo canzonettisticamente ( ma almeno la sua voce era credibile come quella di un giovane studente) e Jonas sembrava il nonno del cavaliere De Grieux

  2. Desidero segnalare a tutti (purchè non deboli di stomaco) questo trailer della Manon Lescaut monacense segnaltomi da un amico medico, il quale lo ritiene giustamente paragonabile allo sciroppo di ipecacuana come mezzo per provocare efficacemente il vomito:
    http://youtu.be/LBRFiKr8ZkA
    Una cosa terrificante, perchè oltre al “canto” (sic!…. canto?…..ma mi faccia il piacere!!!) c’è la messa in scena, esempio mirabile di orribilia da teatro di regia teutonica della peggior specie. Se penso che la cosa che mi ha fatto meno disgusto nella fruizione del breve video è la voce di Kaufmann, è detto tutto. La Opolais è inascoltabile, oscenamente strillazzara. Poche note bastano per inquadrarla. Buona cattiva visione.

Lascia un commento