Forse un programma più italiano sarebbe stato non solo più coerente ma avrebbe anche fruttato di più in senso economico. Ma per il concerto di beneficenza per il FAI Fondo Ambiente Italiano, un evento che ormai da quasi cinque anni cerca di raccogliere fondi per questa istituzione, la scelta è ricaduta sul balletto Petruska di Igor Stravinskij e sul Don Juan e sulla Suite dal Rosenkavalier di Richard Strauss. Il tutto affidato all’ Orchestre National de France, diretta dall’unico italiano della serata, Daniele Gatti. Evidentemente tutto ciò non è bastato a riempire il Teatro Alla Scala. Ma al di là delle discussione che le scelte di repertorio potrebbero far sorgere, i problemi della serata sono stati ben altri, più profondi. Daniele Gatti, si sa, ama il repertorio del Novecento, e lo sa pure eseguire. Interessante fu il suo Wozzeck come pure la sua Sagra della Primavera di qualche anno fa sempre in Scala: certo la tendenza a “pestare” si è sempre fatta sentire, ma, diciamolo francamente, in Stravinskij e in Berg dà meno fastidio che nella Traviata o nel Don Carlo. Nel concerto per il FAI, Daniele Gatti ha comunque portato a casa un discreto successo, forse più in potenza che in atto: l’intenzione c’era così come pure una certa intelligenza e sensibilità interpretativa. Peccato che però si sia trovato a dirigere una compagine orchestrale – la sua – pigra e debole, incapace a rispondere alle richieste, forse non sempre precise e azzeccate, del direttore. Il risultato è stato un suono fiacco e debole, rumoroso e non concreto, gonfiato e non costruito, incapace di concretizzarsi e di trasmettere quella energia e quel vigore che la musica di Stravinskij richiede. L’impressione è stata quella di un’orchestra precisa e meccanica nelle dinamiche e nel ritmo ma sbiadita e confusa nel suono. Così pure in Strauss dove, lasciando da parte il Don Juan, l’orchestra, davanti alla straordinaria e sottile partitura della Suite del Rosenkavalier, non ha trovato la rotondità di suono, la concretezza e morbidezza necessarie. Insomma, il solito concerto di routine…
Petruska – Mitropoulos
Suite Rosenkavalier – Janssons
Da diverso tempo ho iniziato a seguire le direzioni del m° gatti conscio
che se lo avevano prescelto a dirigere il Teatro di Bologna dopo Thielemann qualche chances le avesse. ahimè le delusioni sono state tante fino alla misteriosa apparizione a Bayreuth. Oggi son convinto che a Bologna ormai si scelga solo sulla base del colore politico, e l’ultimo arrivo lo conferma in pieno. Non comprendo infatti quale pregio
per le opere ed i concerti facciano scegliere, un Gatti anzichè un Baremboim entrambi mediocrissimi concertatori, con l’unica eccezione esser l’italiano più giovane.
“Povero Rigoletto…”
La ra, la ra, la ra…
Che schifo, vero??