Augusto Scampini classe 1880 vide la propria carriera stroncata a seguito dell’amputazione di una gamba subita mentre prestava servizio militare nel corso della prima guerra mondiale. Prima di quell’evento doloroso si era guadagnato la fama come tenore dagli acuti facili, squillanti e penetranti che trovavano trionfale applicazione nelle opere di Verdi (Trovatore ed Aida, ma Scampini eseguiva anche Otello e Forza dove sono documentate puntature in zona acuta) e che lo resero nell’opinione del pubblico del tempo l’erede di Tamagno. Se ascoltiamo andanti e ariosi non è certo Augusto Scampini il tenore che ci esalta per idee interpretative e gusto, ma quando arrivano passi arroventati dove si chiede squillo, penetrazione in zona acuta allora Scampini monta in cattedra. Infatti lo proponiamo nella pira eseguita in tono e dove alla chiusa si prende il lusso di legare anziché sparare il do previsto dalla tradizione. Possiamo poi discutere su queste interpolazioni (personalmente le prediligo), ma l’esecuzione che ne da Scampini è, ad onta di metodi di registrazione primordiali, esaltante. Questo si chiedeva a Manrico. Non sarà esaustivo del personaggio (di cui Scampini registrò tutti gli a solo a testimonianza della stima e della fama del suo Trovatore), ma è un verace documento del tempo e del gusto nonché della padronanza tecnica del tenore di Garlasco.