In una pagina che compendia al meglio quel “fuoco” che è indubbiamente uno dei tratti salienti del teatro verdiano, proponiamo, accanto al grande tenore portoricano Antonio Paoli, un’onesta professionista quale Clara Joanna e il baritono Francesco Cigada, che all’epoca non era certamente considerato una star (pur facendo una meritatissima carriera di tutto rispetto) e che oggi sarebbe invece conteso a suon di cachet a svariati zeri dai principali teatri del mondo. Anzi proprio la performance di Cigada quale de Luna ci ha indotto a proporre Paoli in un titolo differente da Otello, che fu il vero e proprio biglietto da visita del tenore. Cigada dimostra che il baritono verdiano non necessita di voce maldestramente inchiostrata e “artefatta”, men che meno di accento trucibaldo e involontariamente comico. Un timbro chiaro, una dizione scolpita, una voce tutta avanti e perfettamente sfogata bastano e avanzano (si fa per dire!) a delineare il deluso, incollerito, ma pur sempre altero e sprezzante, innamorato respinto dalla fascinosa, e un poco sventata, Leonora.
2 pensieri su “Il mese del tenore verdiano XVIII: Antonio Paoli (1871-1946) Trovatore, primo finale con F. Cigada e C. Joanna”
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Non dimentichiamo che Cigada fu il primo Gianciotto in Francesca da Rimini nel 1914, al Regio di Torino, voluto da Zandonai e che allora ricevette delle critiche assolutametne favorevoli. Nello stesso anno e nello stesso teatro fu Jago, mentre Paoli vi cantò Otello nel 1917 e nel 1921. Altri tempi.
BEN altri tempi!!!