Un ciclo dedicato al tenore verdiano non potrebbe dirsi tale senza il leggendario primo interprete (l’autore lo definiva, con infastidito sarcasmo, “Creatore”) di Otello, che a 53 anni, prossimo al tragico capolinea di una carriera durata più di un trentennio incide l’entrata di Manrico sfoggiando, assieme a una scansione musicale a volte discutibile (“deserto sulla ‘ terra”, “bello di ‘ casta fede”), una voce impressionante per proiezione e purezza timbrica e un’articolazione della parola, che consente di cogliere appieno il testo poetico. Presente all’appello, ovviamente, la puntatura finale al si bemolle.