Madga Olivero 6: Mimi

 

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ci limitiamo a proporre, senza dilungarci in commenti,  l’ascolto della Boheme è vero la più tarda, ma altresì più completa di Madga Olivero. Quando abbiamo celebrato i cento anni del soprano piemontese abbiamo detto che spesso alle cosiddette cantanti attrici Mimì riusciva a metà perché il personaggio è troppo semplice, troppo naif e la cantante attrice quando non ne dispone si inventa tende, canapè, gioielleria pesante, strascichi, insomma il vestiario, prima psicologico, e, poi, fisico di Fedora, Adriana e Francesca. Qui l’Olivero, che aveva completato le parti del proprio repertorio pucciniano e tornava ad uno dei primi ruoli, è elegante, sfumata, quando serve appassionata o al minimo leziosa, ma canta sempre l’amore della ragazzina, lasciando sulle scale  della soffitta gli orpelli della cantante attrice. Celebrando l’Olivero il giorno della scomparsa abbiamo ricordato che la sua grandezza risiede, soprattutto, nel fare centro con il personaggio nell’essere, a differenza di colleghe di pari valore e magari di più pregnante dote vocale, in grado di dire ed esprimere qualche cosa in più. Paradossalmente Mimì più dei capisaldi del repertorio dell’Olivero esemplifica il concetto.

Il paragone è con una delle  maggiori Mimì, sia pure occasionalmente Mimì del dopoguerra, dotata di splendida voce ed anche di una solida idea interpretativa: Maria Chiara

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Buon ascolto !

 

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