Claudio Abbado è stato considerato uno dei massimi rossiniani del dopoguerra. L’etichetta è più che altro commerciale e discutibile per l’assenza dal repertorio dei titoli tragici e la duratura riluttanza ad accogliere le prassi esecutive coeve all’autore e ben documentate. Quando, però, si tratta di dirigere la sinfonia di Italiana, uno dei titoli del genio pesarese accolti nel repertorio di Abbado, si deve apprezzare leggerezza e precisione dell’orchestra, in esatto equilibrio fra Sette e Ottocento, la preziosa caratura del suono. Poi, forse, l’ebbrezza rossiniana del ritmo, il prorompente spirito di vita, esaltati da altre bacchette sono estranei all’uomo ed al musicista Abbado. E non solo in Rossini.
2 pensieri su “Un direttore al giorno… / 7. “L’Italiana in Algeri”, Claudio Abbado.”
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Abbado È uno dei più grandi rossiniani del dopoguerra. Ha scelto il Rossini comico e quindi? All’epoca farlo così è stato rivoluzionario. Più di certi pasticci tagliati e trasformati in Verdi o in banda..
Questa esecuzione per me è insopportabile, principalmente per la scelta dei tempi.