Beecham non è mai stato considerato vario e fantasioso, spesso tacciato di essere noioso. Alle prese con la grandiosa sinfonia dell’ ultimo titolo italiano di Rossini non fa sentire scelte fantasiose, ma dove è richiesta solennità è presente, dove è obbligatorio un grande crescendo quello è puntualmente offerto. L’ orchestra del maestro inglese è sempre precisa sicura dal suono rotondo e mai bandistico, rischio facile con Semiramide, o inutilmente fragoroso.