Nelle giornate in cui in Pesaro si celebrano le “forze fresche”, le star di domani, le promesse e quant’altro la fervida (?) fantasia dei plaudenti possa escogitare, non è inopportuno ricordare una vera grande promessa, che la vita si incaricò di deludere tragicamente. Guido Cantelli, scomparso nel 1956 all’età di trentasei anni, ebbe comunque una carriera lunga più di un decennio, cominciata nei piccoli teatri di provincia (in qualità di ospite, non certo da direttore musicale degli stessi). L’incontro con Toscanini, che gli fu amico e mentore, avvenne quando il giovane Cantelli era in carriera da un lustro abbondante ed era già approdato in Scala, per meriti propri, non per protezioni o parentele illustri. L’esecuzione proposta riesce a coniugare precisione, slancio ed eleganza, cogliendo in particolare nell’Andantino i toni di una solennità sobria e mistica, ideale per il maestoso tema del giuramento al finale primo.
Un pensiero su “Un direttore al giorno… / 12. “Semiramide”, Guido Cantelli.”
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Solo una piccola nota su Cantelli. Tale grandissimo direttore – stando alla sua biografia ad opera di Laurence Lewis edita oltre trent’anni fa a Novara – non ha mai diretto opere di Rossini in teatro. In compenso le sinfonie rossiniane sono sempre state presenti nei suoi programmi sinfonici, dall’inizio della sua carriera (nel primo concerto sinfonico con l’orchestra scaligera, nel 1945 era in programma, fra l’altro, la sinfonia dell’Assedio di Corinto), sino alla fine: proprio la sinfonia di Semiramide apriva il suo ultimo concerto del 17 novembre 1956 a Novara, sempre con l’orchestra della Scala, una settimana prima del fatale incidente aereo di Parigi.
Per curiosità, Cantelli, come direttore lirico, prima del celeberrimo “Così fan tutte” alla piccola Scala nel 1956, si era limitato – come nota anche Tamburini – ad alcune esibizioni nella provincia piemontese, a Novara, Biella (Bohème) Vercelli (Tosca, Butterfly e Rigoletto) ed ad una Traviata a Modena. Tutto negli anni fra il 1943 ed il 1945. Poi niente opera fino al 1956 ed al Così (meditato, preparato e provato per lungo termpo) ed alla nomina alla direzione della Scala, per cui aveva già programmato la direzione di opere come Don Pasquale, Sonnambula ed Otello.
Al Coccia di Novara esordì nel ’43 con Traviata, protagonsita la Cigna (oggi una Violetta simile, anche come peso vocale, ce la sogniamo!), opera che avrebbe riproposto nel ’44 con la Carosio (altra grande Violetta, ma di vocalità ben diversa dalla Cigna), Prandelli e Poli (!!! ed eravamo in provincia…. altro che la Scala lo scorso 7 dicembre….), oltre a Butterlfy (con Del Monaco come Pinkerton) e Werther. Altri tempi…. adesso abbiamo i prodi protagonisti pesaresi!