Lo scorso venerdì, giorno dell’Assunzione di Maria in Cielo, alcune emittenti europee e un sito, specializzato nella diffusione on line di eventi musicali, hanno proposto la trasmissione del Trovatore in questi giorni in scena alla Großes Festspielhaus di Salisburgo. Alcuni spettatori, evidentemente non abbastanza coinvolti dalla trasmissione, che schierava alcuni dei maggiori nomi dello star system, hanno prontamente rilevato come il colore dei capelli di Placido Domingo, tenore che tenta il riciclo (l’ennesimo) nhei baritonali panni del Conte di Luna, mutasse considerevolmente da una scena all’altra. Non si tratta però di un effetto voluto dall’estrosa regia di Alvis Hermanis (di cui diremo in seguito), né di un burlesco miracolo della Vergine, bensì di un effetto che, come spesso avviene, denuncia chiaramente la propria causa. Non di tinta verdiana possiamo parlare per questa esecuzione, ma al massimo di tintura. La minore o maggiore ricrescita, ovvero il colore grigio, che s’insinua nel corvino artificiale, più che derivare da una bizzarra scelta di shatush è verosimilmente frutto di un (neppure troppo) sapiente “copia e incolla” tra le prime due recite della serie salisburghese (9 e 12 agosto), magari con l’aggiunta di estratti della prova generale. Insomma quello che è andato in onda per “live” è in realtà il centone, o se si preferisce il pastone, di almeno due rappresentazioni differenti, con tanti saluti alla sbandierata “diretta” televisiva e multimediale. Certe scelte editoriali, se possono essere accettabili in fase di postproduzione di un cd o dvd tratti da spettacoli dal vivo, se proposte in sede di trasmissione pseudo in diretta rischiano di produrre, anche per l’ovvia premura con cui sono confezionati, effetti di sicuro ridicolo (come in questo caso) e soprattutto una testimonianza poco fedele di quanto effettivamente proposto in teatro. Di molto migliore, in questo senso, la diretta proposta dalla radio in occasione della première.
Lo spettacolo di Hermanis si apre, dopo un preludio in cui i Wiener amministrano suoni, che ricordano cigolii e rantoli, in una delle sale di una moderna pinacoteca, in cui troneggiano pacchiane riproduzioni giganti di capolavori del Rinascimento. Ferrando (Riccardo Zanellato, che bituma la voce Ghiaurov style) è una guida turistica che intrattiene un gruppo di visitatori con la vicenda dell’”abbietta zingara”. Nella scena successiva è notte e due custodi (Leonora e Ines) si aggirano per le sale buie e deserte scambiandosi confidenze amorose. Negli stessi ambienti, si aggira, inquietante come un Belfagor d’inizio secolo, Placido Domingo in mise da guardiano notturno dotato di pila, che fa pensare più a una miniera in disarmo che non al giro di perlustrazione successivo all’orario di chiusura. Dall’entrata di Manrico (un come sempre acerbo Francesco Meli, che nel terzo atto affronterà con precarie riprese di fiato “Ah sì ben mio” e ricorrerà all’usuale abbassamento di mezzo tono della “Pira”, per poi emettere in chiusa un si naturale ben poco squillante ed eroico) i personaggi adottano costumi e pose sceniche di gusto e lusso tradizionale, e analoga metamorfosi subisce Azucena (una falsettante e stridula Marie Nicole Lemieux, cantante di matrice baroccara prestata a un ruolo di cui possiede solo la figura matronale), presentata dapprima come una guida turistica, quindi, a seguito di uno svenimento o attacco di sindrome di Stendhal che dir si voglia, parata da Azucena grazie all’intervento dei coristi. Analoghe trasformazioni “a vista” avvengono nel terzo atto, con i visitatori del museo che rivestono i panni degli armigeri del Conte, e nel quarto, ove Leonora canta “D’amor sull’ali rosee” inscenando una sorta di striptease volto a permetterle di rivestire, nel successivo duetto con de Luna, i panni della dama spagnola. Quello di Hermanis è insomma un allestimento del tutto tradizionale (al netto di alcune sviste anche notevoli, come quella che vede Manrico sgozzato, anziché decapitato, da Ferrando), che il regista tenta maldestramente di “vivificare” tramite la frusta idea del doppio, del quadro che si anima e “divora” l’esistenza dei mortali. Tutto già visto (meglio) altrove e soprattutto tutto realizzato senza che il testo tragga, da un simile approccio, un apporto che giustifichi anche solo in parte il cachet versato ai responsabili della parte scenica. Ma il peggio veniva, more solito, dalla musica, e per essere più precisi, dalla buca. Daniele Gatti, pervicace imitatore di von Karajan, dopo la “Bohème” di un paio di stagioni fa confeziona un “Trovatore” che, con il pretesto della dimensione “lunare” e “sinfonica”, alterna maldestramente tempi slentati ad altri esageratamente rapidi e stringati, perdendo regolarmente il controllo della situazione. Basti ascoltare il racconto di Ferrando, in cui la dote vocale di Zanellato è messa alla frusta dal tempo staccato su “Abbietta zingara”, il coro dei soldati all’inizio del terzo atto, che richiama atmosfere da teatro delle marionette, e soprattutto la scena fra Azucena, de Luna e Ferrando, chiusa da una stretta che riesce a superare, in orrore, quanto udito in Parma nel 2010 a opera della bacchetta di Yuri Temirkanov. Chi in massimo grado fa le spese di una simile incoerente e pasticciata direzione è Anna Netrebko, soprano lirico un tempo di bella voce, oggi artatamente gonfia e in maldestro “affondo” sui gravi, in seria difficoltà quando deve cantare piano e pianissimo attorno al do centrale, dotata di un poco di “punta”, ma non di un ideale controllo del suono e soprattutto dell’intonazione negli acuti. Parte che potrebbe anche convenire a un soprano lirico puro, in luogo del drammatico d’agilità richiesto, a condizione di poter produrre un’esecuzione “strumentale” o, per lo meno, un canto sufficientemente flessibile e libero, capace di veicolare, se non la fierezza e la prosopopea della dama di rango, almeno la trepidazione dell’innamorata vittima sacrificale. Nulla di tutto questo, all’ascolto, ma una voce che si arrabatta maldestramente, tiene a tratti nei cantabili (malgrado i fiati sistematicamente corti) ma fatalmente soccombe nei passi più tesi, di tessitura scomoda (“Miserere”) o blandamente fioriti (le cabalette della sortita e dell’aria al quarto atto, finale della scena della monacazione). L’altro divo, su cui è impostata la produzione (quasi che tenore e mezzosoprano non meritassero almeno in eguale misura l’attenzione dei media all’uopo convocati), canta nominalmente da baritono, in realtà da tenore, e proprio sui primi acuti della voce del baritono, che corrispondono al centro della voce tenorile, emerge in tutto il suo “splendore” un timbro ormai legnoso e povero di squillo, in sistematico affanno quando si tratti di legare i suoni, sovente anche stonato in zona mi bem-fa, come nel recitativo che precede la caricaturale resa de “Il balen del suo sorriso”. L’annuncio di indisposizione, premesso alla diretta (?) televisiva, non consente di dimenticare che negli ultimi cimenti scaligeri, così come nel “Rigoletto” prodotto dalla RAI e nelle ultime trasmissioni radiofoniche, la voce di Domingo risultava del tutto simile. E non c’è, in questo senso, copia/incolla che tenga.
Selma Kurz: A lot has been speculated in the last days whether or not what had been shown on TV and in the internet really was the COMPLETE performance of August 15th.
Fact is that this production will be issued on DVD. Therefore the first two performanced were recorded, too, in order to publish the usual „Best of-patchwork“ of two or three performances on DVD. Now this performance was clearly announced as a time delayed live-transmission. (The performance had started at 4 p.m CET, the transmission at 8:15.) Domingo was announced indisposed with a cold and respiratory problems by Pereira in English (with a terrible accent) right before the performance. Domingos indisposition was not mentioned at all in the Austrian TV (only Domingo himself said something about problems with his breathing in the intermission-interview), ARTE on the other hand said, it was not sure until the beginning of the performance whether Doningo would be able to sing at all.
So what did we get to see in the end? If you closely watch Domingo´s hair colour you will note that in the first act it still has a reddish touch whereas in the second half it´s more greyish. Have they really been selling us a patchwork of two or three performances as one live performance in order to not expose Domingo´s lousy singing (sick or not – his Luna in Berlin was equally embarassing) too much and choosing his not-so-bad-scenes from each performance?
In some cases they probably had to choose between the lesser evils as this recording from Aug. 9th shows………
The performance itself (or what we thought it was) was not up to the media hype and general expectations. Anna Netrebko has audibly worked hard on the role (which she called one of her hardest roles to sing) and has not made this Leonora easy for herself. She MADE her voice fit the part – and that is the point. It is not the voice which has grown into this repertory naturally but the singer´s ambition and willpower who wants to adapt it to demands of these roles. The voice has resonance, beauty of tone and a secure and blooming top. But it has become terribly „lazy“, heavy and even more guttural. The famous potato in her mouth. She has a general tendency to drag the tempi which makes especially the „D´amor sull´ali rosee“ beautiful but… boring. One also hears first tendencies of little register breaks sinced she darkens the voice so much and puts too much weight on it. Hazy diction as always – but she is not alone here. All the singers were making sounds but impossible to understand WHAT they were singing. Meli will never be a Manrico even though he tries very hard to respect the vocal line, but he remains monotonous and his singing sounds as heavy as his voice is lightweight for the part.. Marie-Nicole Lemieux is by no means fitting the role of Azucena and absolutely miscast. She offers a terrible and insistent wobble and serious intonation problems. She was at her worst in „Deh rallentate o barbari“ and not much better before as you can hear:
Domingo was a disaster. I was moaning and shaking my head in disbelief in front of the TV. He was terribly short-breathed and was not well as one could see, but his Conte di Luna in Berlin was not much better – so let´s face the facts. Everybody else in his place singing like this would have been booed off the stage. I am really wondering where some people (both critics and his ardent fans) have their ears….. Gatti´s conducting was terribly heavy and terribly SLOW. The choir and ensemble scenes did not sound particularly well rehearsed. A most overrated conductor.
Last update: Domingo cancelled the remaining three performances due to fever and influenza as well as a respiratory infection. We hear that he is on his way for a shhort medical check and then will be off to to L.A. for a new edition of OPERALIA and rehearsals of LA TRAVIATA.
MORALE DELLA FAVOLA Questo di Salzburg dovrebbe essere un vertice dello star system, almeno per quanto concerne baritono soprano, bacchetta.Quest’ultima vanta nei festival che contano presenze piu ampie e variegate di un Toscanini e di un Walter, e regolarmente finisce contestato e/o criticato pesantemente. Il vero rappresentante dello stato di disarmo e decozione in cui versa lo star system e l’ideologia che vi sottende è l indecoroso ed imprentabile Conte di Luna, di un ex tenore mai diventato baritono, ma pronto per casa Verdibse decoro e decenza fossero noti a lui e suoi sodali. È chiaro che il sistema è giunto al capolinea, al punto da non sapere nemeno utilizzare quel poco di valido che ancora gli resta, ossia la Netrebko. È interrssante ed istruttivo ascoltare un Trovatore del 1959 pffertoci da You tube, Stella Bergonzi Simionato Bastianini Cleva, per capire la differenza ormai incolmabile.
Verdi – Il Trovatore
Atto I
Infida!…Di geloso amor sprezzato – Felicie Huni-Mihacsek, Helge Roswaenge e Theodor Scheidl (1928)
Dopo aver ascoltato la diretta radio della prima e spizzicato lo streaming di questa autentica ciofeca, ho fatto una scorpacciata di arie verdiane cantate da Bergonzi e riascoltato il Trovatore diretto da Karajan. Ma la pagliacciata in questione non era il peggio di questa estate. Ho appena visto il video dell’ Otello da Orange: credevo che con il Trovatore di Salzburg si fosse toccato il fondo, ma questo lo supera. Roba per palati forti, sconsigliatissima a chi ha problemi all’ apparato digerente!
Ah, ma davvero produrranno un DVD ?
Ovviamente e’ una battuta: e’ una consuetudine il DVD da Salisburgo.
Per il momento ho ascoltato solo “Il balen” e il Primo Atto postati qui sopra.
Dunque, facciamo una cosa, per quanto bizzarra possa sembrare: cerchiamo il lato positivo: io direi promuoviamo Ines, dico sul serio, non e’ una battuta.
Per il resto, sembrerebbe che siamo proprio a un capolinea.
Non ho presente tutta la Boheme di 2 anni fa ma ricordo alcuni stralci e mi sembra che per Anna Netrebko la situazione sia piu’ o meno la stessa: l’emissione e’ gonfia, una sorta di patata in bocca, direi, suoni oscillanti ed anche stonati “ed era volta lunga stagion”, “flebili”, “liuto”, forse un po meglio la cabaletta, si’ qualche suono in alto e’ anche abbastanza pulito e squillante ma e’ veramente pochino.
Su Meli il Primo Atto e’ un po poco per giudicare pero’ e’ tanto sfocato in alto, ma non e’ una novita’.
Zanellato, nel suo grigiore e nel suo anonimato, mi sembra un fuoriclasse in confronto al suo Capo.
Ora, diciamo pure che Domingo e’ indecoroso e impresentabile: ci sta tutto, ma forse non basta: a me sembra piu’ che altro caricaturale. Omette addirittura alcune note: “… detti” “vince il rag…”. l’affanno al Finale I e’ penoso. Anche io, senza alcuna esperienza di armi bianche, avrei avuto la meglio nel duello con il Conte: era gia’ agonizzante prima di battersi, pronto per un ospedale, altro che andare a corteggiare nobili dame in piena notte.
Detto questo, pero’, non riesco a darmi una spiegazione: io non penso che Domingo sia stupido, ma allora perche’ lo fa ? Con la vita e la carriera che ha avuto, stracolma di successi (meritati o no questo e’ un altro discorso) e, conseguentemente, di denaro, fana, onori, che cosa lo spinge, all’eta’ di 73 anni, a fare questo ? Ha bisogno di soldi? Ha bisogno di ulteriore gloria ? Non puo’ staccarsi dalla polvere del palcoscenico ?
Ma che cosa spera di aggiungere al ricordo dei suoi estimatori e alla storia del canto, ammesso che abbia lasciato un segno importante in quest’ultima ?
Ma non potrebbe dirigere, curare regie e sovrintendere teatri ? Deve proprio lasciare un DVD, un altro DVD dopo quello di Berlino, con il Conte di Luna ? Poi, fra qualche mese di nuovo il Doge e poi magari, fra qualche anno, il Grande Inquisitore ?
Ripeto, non me lo spiego: non riesco ad immaginare una logica in tutto questo.
Poi, una cosa, che m’incuriosisce e mi rende perplesso: molti diranno “ma e’ un’inezia, ma che stai a guardare” e magari una spiegazione c’e’ ma io non la conosco: perche’ “del par m’investe ira ed orror” invece che “odio ed orror” ?
Sono le stesse considerazioni che ho fatto io a proposito di Domingo. Ma come si fa, dico io, a umiliarsi così, ma almeno un po’ di rispetto per il nome che, bene o male, si è fatto in passato, ma dai…
E visto che i melomani da trasferta kulturale ancora lo ovazionano, il nostro insiste. Nella prossima stagione, di nuovo il Doge Foscari e l’ esordio a Berlino come Macbeth. E qui viene davvero da urlare come Scarpia: “Ma fatelo tacere!!!”
Ah ecco, io sapevo solo del Doge di Genova, non anche di nuovo Foscari e poi Macbeth: ma un po di pieta’, rispetto, amore per se stesso, per l’Arte del Canto e per il pubblico ?
Domingo canta il ruolo di Macbeth ? sarebbe ridicolo,ma dopo l’ovazione che il pubblico gli ha tributato come”conte di luna” ormai non lo ferma poi nessuno….forse un giorno canterà il zio principe nella suora Angelica ( dopo una modifica al libretto 😀 )
Oppure babbo Lucio.
Potrebbe anche costituire, per un regista all’avanguardia, un’irripetibile occasione per esprimersi, chiarendoci come l’immaturita’ ed irresponsabilita’ di Turiddu originino da un rapporto conflittuale con il padre, che probabilmente, fin da bambino, lo picciava di santa ragione.
Un grande spettacolo ridicolo. Concordo in pieno con chi ha scritto prima di me: ormai Domingo può far solo ridere i polli, né si capisce chi glielo fa fare. A differenza di molti altri colleghi che, ad un certo punto, hanno capito che è meglio farsi rimpiangere che compiangere (Corelli, quando si era ritirato dalle scene, era in condizioni vocali imparagonabili a quelle del Domingo non solo di oggi, ma anche degli ultimi anni), il “Topone” continua imperterrito a calcare le scene, cercando di riciclarsi in ruoli non suoi. “Cantare” (più o meno….) ruoli da baritono con una voce da tenore ormai alle corde non è certo cosa troppo decorosa. L’unica utilità di questo Trovatore sarà nel fornire abbondanza di materiale alle “Perle nere” del lunedì per “La barcaccia” quando riprenderà le tramissioni; già quello berlinese era servito abbondantemente allo stesso scopo, ma adesso si potranno fare i paragoni fra i diversi modi di abbaiare le stesse arie a Salisburgo ed a Berlino.
Certo che quando Domingo, con voce fresca, incideva Manrico sotto la bacchetta di Metha era un’altra cosa. La Netrebko non è neppure lei mesa troppo bene; sforza in continuazione quella che in origine era una gran bella voce di soprano lirico, per cercare di fare il vocione per parti troppo grtandi per lei. Se l’aver lasciato Mimì, Violetta e Manon per la Lady (!!!) e Leonora sia dovuto a suoi errori personali o a “saggi consigli” esterni recepiti acriticamente non sta a me dirlo. Mi pare fosse la Freni che diceva che per andare avanti con una buona carriera un cantante deve soprattutto sapere dire di no. Ed, infatti, la Signora Freni ha avuto la lunga carriera che tutti sappiamo. Le parti onerose che altre più giovani colleghe affrontano dopo pochi anni (con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti), lei le ha iniziate a cantare dopo venti anni, quando la voce era più robusta, e per alcune si è limitata alla sala di incisione. Certe parti si fanno solo dopo anni di allenamento vocale, a meno di non essere dei fenomeni. Non si canta Zaccaria a 24 anni, a meno di non essere Cesare Siepi…
La Netrebko era stata per me una piacevole scoperta quando l’avevo sentita come Donna Anna mi pare una dozzina di anni fa diretta da Harnoncourt. Non che avesse il tonnellaggio che si auscpicherebbe per la parte, però, la voce bella di timbro, fresca e piacevole, la capacità di affrontare il ruolo adeguandolo ai propri mezzi, la buona dizione italiana, rendevano l’ascolto piacevole (solo in un secondo momento mi ero accorto che aveva anche delle ntoevoli qualità di tipo fisico, dato che il solito regista idiota alla tedesca l’aveva messa in un abito a dir poco orrido, che, nonostante la gonna corta, non riusciva a mettere in risalto alcunchè…). Adesso è tutt’altra cosa….
Rimanendo sul “Don Giovanni”, qualche “Grisino” ha visto l’edizione salisburghese data qualche settimana fa (la si può ancora trovare su medici tv)? Io l’ho vista e sarei curioso di confrontare dei pareri: per me, Commendatore ed Ottavio pessimi; le tre donne mostrano notevolissime gambe ed altra buone qualità (soprattutto la Zerlina, che se avesse una voce paragonabile al fisico, sarebbe una delle più grandi cantanti del mondo), ma il canto non è allo stesso livello… Senza essere al livello dei vari Siepi, Taddei, Panerai, Stabile, Pinza, etc. gli unici tre italiani del cast (D’Arcangelo, Pisaroni ed Arduini) sono decisamente (con alti e bassi) i migliori del gruppo, anche per l’accento idiomatico.
Io l’ ho vista e concordo su tutto quello che hai scritto. Posso solo aggiungere che la regia era di una stupidità incredibile e che la direzione di Eschenbach aveva dei momenti interessanti. Purtroppo, il Don Giovanni senza cantanti non sta in piedi…
Concordo con Mozart2006 per quanto riguarda direzione e regia. Quest’ultima, in ogni caso, era decisamente meno peggio di quella che avevo visto in loco – mi pare – nel 2002, ad opera di tale sig. Kusej, immortalata anche in un DVD che non ho ovviamente comprato (i video di Don Giovanni che possiedo sono quelli con Furtwaengler e Karajan a Salisburgo – quando Salisburgo era una cosa molro più seria di adesso… – e Muti alla Scala).
Per gli amanti dell’orrido, qui ne prossono trovare un esempio:
https://www.youtube.com/watch?v=oF7ocNl6nXo.
L’unica cosa che mi rincuora è che leggo commenti simili a questi un po’ dappertutto.
Il problema è che chi ‘organizza’ questi eventi, insieme alla famiglia domingo, continua a darci compagnie di canto, regie e direttori d’orchestra di questo basso (e oltre) livello e la ‘grande’ critica elogia a più non posso questi ‘cantanti’, ormai tutti afoni, rauchi e stonati, registi, privi di significato del libretto e direttori, incapaci di mediare tra la composizione sulla carta e l’esecuzione delle note in un teatro, come se fossero i geni assoluti di tutti i tempi!
Questo Trovatore è stato uno schifo come anche il Don Giovanni e come quasi tutto quello che si sente e si vede in giro!
Giusto quello che dice il grande ‘mozart’… Queste (LE) opere SENZA CANTANTI non stanno in piedi! La lirica è prima di tutto una forma d’arte che si base sul CANTO se non erro. Oramai il canto e la SUA arte sembra non esistano più!!
L’evento mediatico creato attorno a questo Trovatore si regge, come riportato da Giulia e dai commenti di cui sopra, sulle figure di Domingo, Netrebko, Gatti ed Hermanis, ma visto il video sopra postato sorgono alcune domande:
– lo spettacolo del teatro nel teatro, o animazione delle opere d’arte che dir si voglia sa di visto e rivisto e in teatri anche meno blasonati di quello di Salsiburgo (vedi Medea a Cremona di qualche anno fa); significano poi alcune trovate davvero di dubbio gusto…su tutte…se d’amor sull’ali rosee è forse uno dei momenti più poetici e sensuali di tutta la partitura, che senso di poeticità esprime lo strip della diva?
– la direzione appare discontinua e alterna momenti estremamente slentati a momenti di corse (schema peraltro già visto in Traviata pochi mesi fa);
– il Divo Domingo: solo una domanda breve e significativa: Perchè? avrà ancora l’arte della parola, ma perchè ostinarsi in questo modo? perchè fingersi ciò che non si è in natura? e perchè voler a tutti i costi cancellare quanto di buono c’è stato?
– la Diva russa zarina: Leonora dovrebbe essere un personaggio sognante, romantico per eccellenza, ma anche ferino ed esprimere l’idea del sacrificio d’amore; risultato…una voce grossa, artefatta e poca avvezza al belcanto o meglio al belanto d’agilità…anche inq uesto caso perchè offuscare il ricordo di una carriera che seppur breve agli esordi aveva promesso bene?
– Il Meli nazionale: perchè lanciarsi in ruoli così spinti con il rischio di danneggiare il mezzo di cui si dispone?
– il mezzo: non classificata a mia opinione
– Zanellato: mostra un mezzo oramai usurato
– ultima considerazione il pubblico: credere di partecipare ad un evento a volte innesca un meccanismo mentale tale per cui deve essere un successo, anzi un trionfo a tutti i costi, ma dall’esterno sorge più di un dubbio sull’effettiva competenza di questo pubblico.
Permane una certezza comunque: se il pubblico mostra lato gradimento per questo tipo di spettacoli i teatri non possono far altro che puntare su questi cosiddetti eventi e fregarsi ben bene le mani al pensiero di incassi belli sostanziosi.
le ultime parole sono sacrosante, se il pubblico apprezza,i teatri si adeguano ..
Miei cari, ma pretendete i fischi dal pubblico di Salzburg? Gli spettatori del Festspielhaus non applaudono i cantanti, SI applaudono perchè sono lì. Hanno strapagato, sono nel tempio della musica classica e volete che ammettano che questi “artisti” li stanno pigliando per il c… ? Applaudono per fare vedere agli altri e a se stessi quanto sono á la page perché vanno a sentire cantanti famosi, esattamente come si compra un abito o un paio di scarpe solo per esibire la griffe. Molti non sanno nemmeno che opera vanno a vedere, conoscono solo i nomi di quelli che cantano, ma… ci sono, sono lì. Questa è Salzburg, un simbolo perfetto della stupidità moderna.
Parole sante. Verità assolute. Ma non è solo Salisburgo così. Mi pare che anche in terra ausonia vi siano preclari esempi di siffatto modus agendi di un pubblico pagante (talvolta, talvolta no), non udente e non vedente. Mi hanno detto che al Don Giovanni salisburghese il regista, però, è stato buato. Non solo lui doveva esserlo.
E cosa dire dell’ “emissione pressoché perfetta” di Meli?
Pensate che io scherzi? Leggete qui:
http://www.operaclick.com/recensioni/teatrale/salisburgo-gro%C3%9Fes-festspielhaus-il-trovatore
Mi mandi il nome del suo ‘pusher’ e dopo qualche istante mi trovera anche d’accordo con questa ‘critica’(?)…
Su un sito francese (http://www.forumopera.com/il-trovatore-salzbourg-trouvere-resolument-rouge) in un articolo di critica elogiativo si legge: “Le ténor génois Francesco Meli possède lui aussi des moyens vocaux fabuleux, une élégance naturelle et un allant qui lui permettent d’aborder le rôle titre en confiance et sans complexe, sous la bienveillante tutelle d’un illustre Manrico du temps passé, Plácido Domingo, qui le chanta si bien et si souvent, et qui campe cette fois, reconversion oblige, le rôle de Luna. L’ancien ténor n’a peut-être pas toutes les couleurs nécessaires dans le grave de la voix, mais il y donne une telle intensité, une telle autorité, une telle justesse que toutes ses interventions font frémir.”
Ma alcuni lettori dello stesso sito hanno postato degli interventi di diverso tenore su un certo ex tenore, a proposito della notizia che lo stesso non avrebbe più cantato le repliche dell’opera:
“Je vous rassure: il n’avait pas chanté les premières non plus. Ou en tout cas pas ce qu’avait écrit Verdi. Ou en tout cas pas vraiment “chanté” “.
“Un ténor qui n’a plus d’aigus ne devient pas pour autant un baryton…c’est ce que j’ai constaté à la diffusion du ”Trovatore ” sur arte…M Domingo , au si riche passé devrait se retirer , c’est plus que mérité ! 78 ans bien sonnés le justifieraient amplement!”
Domingo, ” Io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto.”
Spettacolo raccapricciante .Tutto , a partire dalla regia per arrivare al dilettantismo vocale di Meli , sempre più in difficoltà nel registro acuto e nella gestione dei fiati. Su Domingo è inutile spendere altre parole. È stato il tenore più sopravvalutato di sempre e adesso è una caricatura riuscita male.
Aureliano: non sono d’accordo con te, Domingo non è uno sprovveduto, se ha scelto la strada di fare il baritono (si fa per dire) è ben conscio di ciò che fa. Purtroppo il dio denaro fa fare cose ben più gravi che cambiare ruolo vocale; ad esempio fa diventare direttori di orchestra e direttori di teatro persone modestissime dal punto di vista culturale, ma veri geni della presa per i fondelli. Non dimentichiamo le traversie dello stesso festival di Salisburgo o della gestione scaligera.
Purtroppo nel campo dei direttori sia d’orchestra che di quelli teatrali non si ode ufficialmente nessun dissenso, perchè?
Che ti devo dire Rigoletto, a questo punto perché Domingo lo faccia mi importa poco, lo faccia per soldi, per un ipertrofico ego, narcisismo o mancanza di senso della realta poco cambia; perchè chi gli sta attorno invece glielo lasci fare, siano essi direttori, critici o pubblico, mi infastidisce non poco…
Sto riascoltando il Placido nella parte de conte di luna di Salzburg, e mi accorgo che canta con fiato cortissimo (inesistente) e su ogni vocale, rantola da moribondo, taglia il finale delle parole, e lancia gli acuti (un dì si diceva alla spera in dio).
Se egli vuol fare il macbeth, beh si doti di un respiratore sulle spalle come fanno i subacquei e inviti un paio di unità cardiologiche a lato del teatro. Tutto questo però non gli permetterà di sopravvivere.Prosit
Fra i frequentatori di questo sito dovrebbero esserci anche dei medici. Direi di girar loro la domanda su come può il “Topone” fare il Macbeth e che tipo di terapia d’urgenza dovrà essergli praticata. Se poi fra questi medici vi sono anche degli psichiatri, forse potranno fornire pure loro delle utili spiegazioni su siffatte turbe comportamentali dell’età senile (cos’è, la “Sindrome di Macbeth”?) e le loro cause ….
Un autentico disastro canoro e messa in scena insignificante, stupida. Alla larga!
Caro Don Carlo di Vargas, nonchè amico da tempo (in cui la lirica era ancora la Lirica), essendo medico, ti posso rispondere che l’elettroencefalogramma del povero Domingo è pressochè quasi piatto ma lo è ancora di più quello di coloro che gli consentono di cantare in siffatte circostanze e presentarsi ad un pubblico che vuole sentire la lirica non un derivato insignificante e ridicolo. Possibile che non abbia un amico che lo faccia desistere da tali figure da circo, che gli spieghi e lo convinca che è stato un grande e tale deve rimanere. Quindi glielo direi io come suo grande estimatore: basta e punto senza a capo. E’ come se in campo medico un onorevole ortopedico dopo 40 e passa anni di lodevole carriera passasse a fare…il ginecologo!!! Comunque, penso che il Macbeth confermerà quanto già detto da tutti se non addirittura peggio. Ma ormai ogni commento è inutile. Siamo al di là del peggio di quanto si possa sentire con simili voci e simili regie. Ah! Con tal Domingo in scena ogni speranza è morta! (…mal il dottore a sperare esorta….)
Caro dulcamara, domingo and friends vanno in scena cosi perche il pubblico glielo consente. Cosa sente la gente di quella platea ? Anzi, chi è in realtà quella gente ? Che va a fare a teatro ? Cosa crede di vedere? Credo che non gliene freghi nulla, non sappia nulla e vada all opera come andrebbe ad una esposizione di arte….qualunque essa possa essere, tanto basta…..dire di essere andati, mica di aver capito. Anzi, credo nemmano si rendano conto che che karajan è morto da gran tempo, che il senso del festival…quello originario, è perso da decenni…..Tutto è solo pantomima e parodia, tali i cantanti e tale il pubblico. Ma non solo a salzburg, pure a bayreuth…. come a pesaro o nella kncrddinile martina franca…..
Già altri hanno sottolineato la sostanziale mancanza di idee della messa in scena che tenta di far passare per novità delle idee vecchie di anni. A riprova del fatto che l’idea di ambientare un’opera in un museo in cui i frequentatori diventano i personaggi dell’opera stessa non è un’invenzione del sig. Hermanis, consiglierei di rivedere il video della Fille du regiment data all’Opéra Comique nel 1986 con regia di Bruno Stefano e scene di Bernard Arnaud:
https://www.youtube.com/watch?v=cNS_B_LPack
qui siamo al Musée de l’Armée di Parigi, in cui i manichini dei soldati napoleonici si animano, ed una bella guardiana del museo che, durante la sinfonia, è salvata da una caduta da un visitatore, ed il suo salvatore diventano Maria e Tonio.
La differenza sostanziale con l’edizione salisburghese, a prescindere dalla circostanza che la messa in scena parigina funziona meglio, è data dal fatto che sul podio a Parigi c’era Bruno Campanella impegnato in un titolo per lui ideale e sul palcoscenica c’erano June Anderson, tanto tanto brava quanto bella, ed Alfredo Kraus, Tonio non più giovanissimo, ma sempre splendido. Insomma due cantanti che sapevano cantare, in ruoli in cui erano ideali, diretti da un direttore che era al 100% nel suo repertorio e che sapeva concertare e dirigere. Impietoso fare paragoni. A Parigi si cantava e si suonava comme il faut…
Per tornare alla messa in scena, prescindendo dal famoso Nabucco fiorentino Ronconi-Pizzi con le sue grandi tele dipinte, ricorderei solo la Medea vista alcuni anni fa nel circuito lirico lombardo, in cui l’idea del museo era sviluppata. A Salisburgo siamo alle solite: per dirla con le parole di Celletti (più o meno) la solita, ritrita, avanguardia in retroguardia, che tenta di spacciare per nuovo idee fritte e rifritte, tanto un pubblico beota e bevuto (quanto ha ragione Giulia Grisi!), di “belini” se le beve beato…
Ho visto con ritardo il video. Spettacolo RIBUTTANTE, con in testa quel vecchio altrettanto ributtante di Domingo. Secondo me è un avido di danaro e un povero malato che non sa rinunciare agli applausi anche a costo di dare di se uno spettacolo indecente.
Osservazione a margine: lo spettacolo era si RIBUTTANTE, ma come mettere in scena oggi un’opera come il Trovatore e in generale tutta l’Opera (compreso il così detto “verismo”)? Non è che ormai è finito il suo ciclo? Forse eseguire l’opera in forma di concerto sarebbe la cosa migliore e farebbe anche risparmiare che, di questi tempi non sarebbe male. Ovviamente la mia è solo un’utopia (dove mettiamo tutto il personale e quello che gira attorno ad una rappresentazione?).
Comunque W. l’opera e abbasso il Trovatore orrendo di quella ciofeca che è diventata Salisburgo. Non però solo da adesso. Vi ricordate, ad esempio, l’ultimo Ballo in maschera di Karajan? (anche lì, mi pare, c’era Domingo…ah, se è per questo lui non si è mai tirato indietro…”basta che vengan danari”)
Però, leggendo altri blog, invece mi accorgo che lo spettacolo a molti ha suscitato dei veri e propri orgasmi. Beati loro che sanno godere!!!
Saluti, VIVAVERDI
detta spiccia con riferimento alla Tua ultima frase. Esistono molte perversioni. Con l’opera però, andiamo gridando da tempo che ci sono dei criteri oggettivi, regolarmente fatti “carne di porco”