Rouget de Lisle
Chant de guerre pour l’armée du Rhin (La Marseillaise)
La morte tutt’altro che inattesa di Lorin Maazel ci ha obbligato a far slittare di 24 ore l’omaggio al 14 luglio con l’inno che è il modello, il paradigma degli inni nazionali per quelle nazioni nate da Illuminismo e Romanticismo: LA MARSIGLIESE. L’impatto, la capacità di evocare gli aneliti nazionali, la liberazione dell’ancien regime sono la forza di questa pagina musicale, che ancor oggi entusiasma. Talmente universale il suo messaggio che chiunque, sia pur animato dall’amor di patria può cantarlo. Perché in questa rassegna abbiamo l’omaggio degli stranieri (Chaliapin ed Alda) all’inno nazionale per eccellenza, il canto ore rotundo della signora bene, che si improvvisa rivoluzionaria (Emma Calve), quello di una suddita delle colonie (issata maldestramente su un carro, molto da festa del buo grasso di verdiana memoria) e quello patriottardo, con la valenze retorica del termine, che sgorga dalle ugole di Note, Thill e Journet rappresentanti della Francia fra Sedan e la Marna sino a quello popolare, spontaneo, dal cuore di Edith Piaf, che canta la Francia, ma la canta con chiaro riferimento ad un momento in cui liberare la Francia (come l’Italia o i Paesi Bassi) significava liberarsi da un terribile incubo, che dobbiamo sempre vigilare a chè rivestito e mutato non si ripresenti! Se, poi, devo fare la scelta vocale al primo posto lo squillo, l’ampiezza, la solennità di Leon Melchisedec, che canta quella Francia che ad un suo correligionario (Dreyfuss) fu, a torto, ostile e matrigna.
io canto quest’altro inno
https://www.youtube.com/watch?v=bZB4gO6do5Y
nihil novi mancini lo cantano nel viaggio a Reims in amebeo la contessa ed il cavalier Belfiore!
http://youtu.be/bzu01gO3pi4
Mi dispiace, Mancini, ma indietro non si torna !!
Mancini! A volte il livello del tuo conservatorismo mi sorprende!
Invece di magnificare re Luigi XVIII e compagnia bella mi piacerebbe avere una tua opinione sul canto di Edith Piaf in Ca Ira!
Ascoltando mi sembra canti correttamente, anche se non è un brano in cui si possano trovare difficoltà abissali…
Grazie!
Mancini pratica l’arte della provocazione a livelli sommi!
La trovo abbastanza inascoltabile, sia qui sia nella marsigliese (ascolta la Calvé che meraviglia), mi fa venire mal di gola come reazione empatica. Oltre a quel bizzarro vibrato, non sopporto il canto moderno in cui si sbraita tutto di petto, ringhiando come animali, e stonando una nota sì ed una no. Garçia ci insegna che con il petto è bene non superare il fa. Il canto è uno e non può che essere uno. Come sciantosa preferisco questa https://www.youtube.com/watch?v=FVZhHldwmOU