Nessuna pretesa o presunzione di stupire con questi ascolti per il giovedì grasso del Carnevale Ambrosiano. Solo proporre cantanti famosi, alcuni anche grandi, altri di levatura storica in brani che offrano quel minimo divertimento che si addice alla festività. Commentando i brani proposti possiamo fare un paragone con il modo e la moda di mascherarsi per questa occasione. Si può essere mascherati ed eleganti, si può essere un po’ esagerati, ma con un abito bellissimo e di grande fattura, si può essere abbigliati bene, ma aver ecceduto in cibi e libagioni ed infine si può anche essere eccessivi e sopra le righe in una occasione, che lo può ammettere, ma che non lo rende obbligatorio.
Ciascuno degli ascoltatori può dall’ascolto divertirsi ad applicare le categorie che ho evidenziato ai cantanti che proponiamo. Insomma il gioco di Carnevale del Corriere della Grisi. E guardate che, riprendendo una passata usanza, i venerdì della prossima quaresima saranno vocalmente tali. Come dicono gli scherani di donna Lucrezia Borgia d’Este “la gioja de’ profani è un fumo passaggier”.
Gli ascolti
Verdi – I vespri siciliani – Mercè dilette amiche – Miliza Korjus
Isouard – Le billet de loterie – Non, je ne veux pas chanter – Frieda Hempel
Auber – Manon Lescaut – C’est l’histoire amoureuse – Amelita Galli Curci
Strauss jr. – Frühlingsstimmen – Maria Ivogun
Benedict – Il Carnevale di Venezia – Luisa Tetrazzini
Chapí – Las hijas de Zebedeo – Carceleras – Regina Pacini
Gounod – Mireille – O légère hirondelle –Olimpia Boronat
Arditi – Se saran rose – Nellie Melba
Weatherley-Brewer – The Fairy pipers – Sigrid Onegin
Godard – La Vivandière – Viens avec nous, petit – Marie Delna
Kalinka (trad.) – Alexander Kipnis
David – La perle du Brésil – Charmant oiseau – Selma Kurz
Lacalle – Amapola – Miguel Fleta
Offenbach – La Périchole – Ah quel dîner – Teresa Berganza
Gambardella-Capaldo – Comme facette mammeta – Tito Schipa
Arditi – L’Incantatrice – Maria Galvany
Ciao a tutti. A proposito di picchettati,
immagino che dopo l’ascolto della Galvany
nell’ Incantatrice di Arditi, ognuno abbia capito
come mai a Buenos Aires dopo il 1902, anno
nel quale il soprano di Granada debutto’ al
Teatro Odeòn prima in “Mignon” e pochi giorni
dopo in “Rigoletto”, l’affezionato pubblico locale
inizio’ a chiamarla “La Ametralladora”. Ciauuuu.
Un saluto, mi sono molto divertito! Mi ha sorpreso la splendida coloratura della Hempel, che pensavo soprano più lirico e dedito ad altro repertorio, e ho trovato meravigliosa Regina Pacini dalla voce di timbro bellissimo e morbidissima. Della Perle de Brasil cantata dalla Kurz possedevamo un’altra versione, dove se non sbaglio faceva un trillo della durata di 28 secondi! La Galvany poi è una delle dive “pazze” da me preferite, non resisto al suo virtuosismo funanbolico, specie se confrontato con la pochezza della scrittura musicale di Arditi. Vi lascio con la proposta di due ascolti ‘classici’ per il periodo di carnevale:
http://www.youtube.com/watch?v=DMu9PKWthLE
ebbene sì: è la Foster Jenkins!
e inoltre lo stesso brano:
http://www.youtube.com/watch?v=hEMyTQrc4RI
ma dalla stratosferica Erna Sack!
Chi delle due diverte di più?
Cordialità
pardon, mi correggo: il brano non è lo stesso, ma il divertimento forse sì!
E’ per questo che amo questo blog! Proponete sempre ascolti stupendi e ricercati, oltre a riflessioni interessanti e pregnanti :):):)
Francamente non saprei proprio scegliere tra tanta gloria vocale:)
Un dubbio: ma la Galvany è vera? Cioè è impressionante, pare elaborata al computer:)
grazie la galvany è vera qualche volta era anche brava vedi duetto dei puritani con marconi
Cosa intendi con ogni tanto era anche brava? Intendi non una semplice macchina di coloratura? Ho trovato sul tubo il duetto cui accennavi. Marconi ha una bella voce, ma non mi piace molto specie nell’inizio del pezzo dove è troppo aperto, invece poi si riscatta soprattutto quando non canta sul forte.
La Galvany invece mi è piaciuta molto, riesce a infondere pathos a ciò che canta, oltre ad avere una voce bella e precisa:)
hai colto l’ accezione dell’ aggettivo brava. Quanto a checco marconi vero che suona molto aperto era un cantante finito quando incise, ma il fascino di un tenore ottocentesco è presente. Il duetto sembra il duetto fra contralto e soprano come fosse rossini o i capuleti . Credo che sia centrato più di altri pure splendidi sotto il profilo vocale. Ciao
Per Ninia.
Caro Ninia, niente computers!
E non pensare fosse un vocino, la mia prozia
che la vide in Roméo et Juliette, e Traviata lo
sottolineo’ piu’ di una volta. Aveva una voce della
Madonna. Pare invece, che non tutte le sere
andasse a tempo, e l’intonazione spesso fosse
un optional, ma quando azzeccava la serata….
era la Galvany. Una discontinua, diciamo.
Mori’ abbastanza giovane poveretta, pensa un po’
per una banale complicanza di una tracheite mentre
era in vacanza nello Yucatan dopo una serie di
concerti in California nel 1918. Ma a quei tempi
ed in quel luogo la stampa era quel che era,
cosi’ la sua morte rimase avvolta nel mistero.
Per anni illustrissimi critici musicali
scrissero invece fosse deceduta in un ospizio
a Rio de Janeiro nel 46, mezza pazza ed in
completa miseria, confondendo Maria Galvany
con un soprano poco noto, : Fanny Maria Galvani.
Al di la’, ho la sua discografia completa, e pur non
essendo “una delle mie cantanti”, sotto piu’ di
un aspetto un fenomeno lo era. Ciao caro.
Interessantissima la testimonianza della tua prozia, ne hai anche su altri cantanti di quell’epoca?
Su Buenos Aires di quegli anni si.
Me li son sentiti per Natali e Natali.
Ma la storia della sua morte non e’
testimonianza della Signora Concha,
e’ solo di recente che si e’ scoperto
che a Rio de Janeiro non fu
Maria Galvany, ma Fanny Maria
Galvani a morire in quell’ ospizio.
Ho riportato una testimonianza, perche’
spesso ho letto di voce filiforme, ma
chi l’ha ascoltata, non la pensa cosi’,
come non erano affatto filiformi
Esperanza Clasenti, Angeles Ottein e
Raymonde Vécart, nonostante
cantassero quel repertorio che oggi
si pensa fosse eseguito solo da vocette
votate alla scaletta semicromata, palle,
la Toti, ad esempio nel quartetto del
Rigoletto, mi si e’ detto, copriva sia Fleta
che Lauri-Volpi che s’alternavano e Galeffi.
Senza aggiungere che Maddalena era
la Bertana, che io non conosco, non avendo
mai ascoltato una sua registrazione, e non
sono neppure in grado di dire se abbia mai inciso, certo e’ che a Montevideo, a Buenos
Aires e a La Habana, la Bertana era celebre
Ortrud ed Amneris. Ciao caro.
Sì sì, mi interessa proprio l’impressione di chi ascoltò quelle voci in teatro. Più che altro come conferma. Non avevo dubbi sulla sfacciata sonorità della Toti.
Nel marzo 2011 un interessante e cospicuo studio sulla Galvany è stato pubblicato in Record Collector, e la data della morte è posta quasi con certezza assoluta al 1929 e non 1918. A parte questo, la Galvany è probabilmente l’unico soprano pirotecnico di scuola spagnola di fine ‘800 a risultare in disco con timbro pieno e squillante senza l’asprezza dei soprani a lei coevi, e comunque, gran parte della sua celebrità è dovuta ai dischi da lei incisi con Titta Ruffo e Fernando De Lucia.
Ah Cortecci,
Allora e’ cambiata ancora la data della
sua scomparsa, eh ma che casino che
han fatto con la Galvany. Grazie dell’
informazione, cambio un’altra volta
la sua scheda. Allora 1929?
Sicuri questa volta? Al di la’, e’ vero
che incise delle belle pagine con Titta
Ruffo e Fernando De Lucia, ma la sua
fama e’ dovuta, penso, principalmente
alle sue doti pirotecniche, come
hai piu’ sopra fatto notare. Anche i duetti
con De Segurola sono molto belli.
Pero’ dai, la Galvany la si ricorda per
queste cose : http://www.youtube.com/watch?v=-zYQNcyfoPc
Ciao Cortecci.
Mah dice poco oggi la Galvay, dopo aver conosciuto in Sonnambula la Callas, la Sutherland o una Gruberoba,certo non mi metto ad ascoltare la Galvany in questo rondò, men che meno tratto dal tubo poi. Comunque debbo ricorreggermi: Maria Galvany nata a Mancha Real in Andalusia il 6 agosto 1875, morta a Madrid il 3 agosto 1927. Cito direttamente da Record Collectror:”she did so unobtrusively and until recently little was known about her final years. Most references books show her death as having occurred at Rio de Janeiro in 1949 [infatti, ho sempre letto in tutti i lessici come data di morte il 1949, mai il 1918] but this disproved by Alain Leon in 1990. The researchers into her origins reported documentary evidence that Maria Galvany died in Madrid on Agoust 3, 1927, not in solitude but surrounded by her family”. E 1927 è anche la data di morte riportata nel 2012 da Marston nel riversamento di alcuni dischi Edison da lei incisi. Quindi, credo 1927 sia data ormai appurata.
Molto bene, se siam sicuri
vado a correggere. Era ora
povera Maria. Mi aveva sempre
rattristato l’idea che fosse morta in un Ospizio, o per una tracheite. E invece per quanto mi riguarda, pur avendo sentito la Callas e la Sutherland,
l’ascolto delle sue incisioni
continua a dirmi. Ciao e grazie.
qualche merito l’ aveva anche la toti, che, infatti, cantava la butterfly anche in gioventù . Testimonianza di chi senti la toti alla fine di carriera voce grande e bellissima.sempre riguardo i leggeri la hempel cantava marescialla al vecchio met con mezzo soprani che fecevano verdi e wagner!