Il contraltare italiano di Sigrid Onegin può essere considerata Ebe Stignani, certo meno adusa al canto di agilità, ma ancor più omogenea nei vari registri e priva di qualunque fissità negli acuti estremi che, anzi, erano il pezzo da 90 della cantante romagnola. Nelle pochissime interviste concesse la Stignani ebbe a dire che la drammaticità di Azucena ( e forse anche le scritture un poco centrali) non fosse adatta ai suoi mezzi. Ciò non di meno in ciascuno dei maggiori teatri italiani la Stignani nella trentennale carriera ripropose due o tre volte la zingara verdiana. Qui la proponiamo in quella della Scala 1953 l’applauso fragoroso che chiude il racconto di Azucena costituisce l’omaggio ad un’esibizione dove la fluidità del canto l’omogeneità dei registri risultano ancora esemplari e forse gli appunti possono riguardare l’interprete compassata che da un lato evita qualsivoglia caduta di sapore verista e dall’altro non trova accenti singolari.
28 pensieri su “Aspettando il Trovatore VI: Ebe Stignani, “Condotta ell’era in ceppi””
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Una Azucena incredibile, la sua voce è l’esempio lampante di una tecnica sopraffina: dalle note della descrizione, si capisce che le costano molto impegno, per la difficoltà di controllare emissione,colore,temperamento, mentre appena sale si avverte che può spiegare il suo strumento appieno.Nelle note finali ne esce con voce quasi mascolina, che denota quella lterazione psicologica
dovuta all’errore/orrore di aver sacrificato il figlio.
Non credo che sia solo dono di natura. Altre mezzosoprano dopo di lei hanno avuto doni naturali assai cospicui, se non hanno raggiunto le sue vette è solo dovuto alla scarsa propensione per lo studio.
Ogni musica ha molti modi per essere eseguita; ognuno di essi è la messa in evidenza dei vari fattori che la compongono, quali il suono, la struttura, il ritmo, ecc.. Una esecuzione non può pertanto privilegiare ognuno di questi fattori contemporaneamente e pariteticamente. Così c’è da operare una scelta. Solitamente ogni artista (consapevole o meno che sia) sviluppa un proprio modo di far musica, con il quale privilegia costantemente taluni fattori. La sublime arte della nostra Stignani stava appunto nella cura assoluta della bellezza del suono, andando così a discapito della componente drammaturgia del canto, privilegiando ella la componente meramente musicale. Ella, come strumentista, fu quello che fu Heifetz per il violino, Karajan per la direzione d’orchestra (il più grande genio della bellezza del suono).
Cordiali saluti a tutti
Anche se, paradossalmente, nessuna che io abbia ascoltato è riuscita a cantare in modo così drammatico “il grido, il grido… ascolto” e soprattutto “il figlio mio, il figlio mio” cantando in modo davvero straziante.
La Stignani quì è in fase calante,affievolita al centro e nel grave, scarsamente espressiva e il brano è stato riversato mezzo tono sotto, in La bemolle anziché La naturale.
Sappiamo bene che è una cantante modesta, di limitata scienza canora. Davvero inspiegabili i trentadue anni di Trovatore collezionati dalla signora.
Non ho detto che è una cantante modesta, semplicemente nel ’53 è in fase calante, affievolita nei centri, e si sente. Poi che cosa c’entrano i 32 anni di carriera con Trovatore? Certo che dopo aver ascoltato Azucene tipo Cossotto anni ’60 , Horne ’75 o una Verrett del ’76, la Stignani mi pare superata, e non poco.
I trentadue anni non sono di carriera, sono solo (si fa per dire) di Trovatore mantenuto in repertorio.
La Horne esempio di gravi corposi? “Non c’è male!”.
Non capisco ancora che cosa c’entrano 32 anni di Trovatore mantenuto in repertorio dalla Stignani, questo la eleva a grande Azucena? Sono contento vi piaccia, non solo a voi, a me dice poco. Poi, vi siete accorti che la voce qui è distorta da un riversamento di mezzo tono sotto? La Horne ha dei gravi accettabilissimi nella Decca ’76, ma sai, io ho bisogno d’ascoltare musica, grandi interpreti, e se parliamo di questo,la brava Stignani scompare davanti alla Horne.
Ti sei accorto che stai paragonando una registrazione dal vivo e un’incisione in studio? Sulla grandezza interpretativa della Horne rispetto alla Stignani credo che la stessa Horne, che per buona parte della carriera si confrontò idealmente con il ricordo della cantante italiana (penso ad esempio alla riesumazione dell’Orfeo gluckiano), avrebbe avuto qualcosa da obiettare. Ma convinto tu…
L’unica tra la Cossotto, la Horne e la Verrett che poteva cantare Azucena era Bianca Berini.
Mah, a ben pensarci c’erano anche tre tipe, sempre riferendoci a quel periodo, e sempre secondo il sottoscritto che si chiamavano Irina Arkhipova, Grace Bumbry e Valentina Levko. Notte.
nel ’53 sarà stata pure un po’ offuscata per carità, ma se si vuole trovare di meglio una cantante come la Stignani la si può paragonare solo con se stessa, più giovane…
E’ pero’ innegabile che la Horne in disco crea un gran personaggio. Vorrei ricordare che la Urmana nel 2001 fu una notevole Azucena
Ad essere buoni l’Azucena della Horne è semplicemente infelice…
L’ascolto del live è passabile in quanto a nitidezza di suono , non è passabile la tonalità del riversamento. Ma non è questo il punto. Conosco bene la Stignani, so ciò di cui parlo. Che poi la Stignani sia stata un modello per la Horne non lo so, lo dici tu, ci credo, ma poco m’interessa, e nulla c’entra all’atto pratico dell’ascolto . Stiamo ai fatti. La Stignani è stata cantante di levatura storica ma superata da mezzosoprani di epoche successive. E non solo. Ad esempio, come ricchezza di voce ed estensione GABRIELLA Besanzoni, di un’epoca antecedente alla Stignani, è superiore. Ma siccome ha lasciato pochi dischi, molti non la conoscono, pochi ne parlano.
ne parla lauri volpi che siccome non amava la stignani esalta la besanzoni. lauri Volpi non volle mai cantare Favorita con la Stignani negli anni 30, vi acconsentì, obtorto collo nel 1947 per due o tre recite a Teatro dell’opera di Roma. Per altro il giovanissimo lauri volpi per ordine e imposizione della carelli (che gestiva il costanzi mentre il marito provava le patrie galere) dovette subire la Leonora de guzman della besanzoni, visto che quest’ultima era la diva e lui il support della stessa.
ti posso anche fare una precisazione siccome anche noi del corriere quel poco che c’è della besanzoni lo conosciamo (e non parlo della carmen dove un certo odorino di cadavere gira) abbiamo discusso se mettere lo stride la vampa suo o della onegin. Poi la doverosa alternanza fra italia e germania ed il legittimo desiderio di far sentire che anche il germania si eseguiva un grandissimo verdi ha fatto prevalere la onegin. Ti posso anticipare che offriremo anche un documento da triplice (duplice) alleanza dove l’esercito italiano non è all’altezza di quello di cecco beppe!!!
Caro Antonio,
Cortecci ha detto che la Stignani, QUI’,
QUI’ nel senso del post in questione,
e’ in fase calante. Poi ha aggiunto che non
e’ un personaggio indimenticabile.
Tu cosa rispondi, invece che prendertela
con i 32 anni di Trovatori, e le incisioni dal
vivo o in studio? Rispondi, Antonio. Impara,
che oramai sei grandino. Cortecci mica ha
scritto fregnacce, ha espresso un suo giudizio,
e condivisibile anche. Certo non lo sara’ da tutti,
ma credimi, condivisibile, e da molti del Corriere,
condiviso. O adesso le componenti di Stignetti
non si possono neppur minimamente nominare
senza aggettivi che superino il divino?
Ascolta bene, Tamburini, che l’orecchio,
quando vuoi, ce l’hai buono. Ciao caro.
Si possono muovere delle critiche e, senza ombra di dubbio, chi lo fa sa perfettamente di cosa parla. Ma io la trovo comunque straordinaria e a dir poco impressionante!
E’ stata nominata la Horne, cantante somma in certe cose, in altre meno e, secondo me, Azucena è nel secondo gruppo. Crea un personaggio, lo risolve a suo modo ed è in sé perfettamente compiuto e coerente, ma non è al livello della Stignani.
Ma Ninia!
La Ebe Stignani , E’ cantante straordinaria!
La Ebe Stignani, E’ un manuale di canto!
Nel 53, era meno straordinaria rispetto a
qualche annetto prima. Ma guarda che e’
anche ovvio eh! Ciao.
buon giorno.
Sempre un piacere leggervi, quando posso.
Vorrei avere la vostra conoscenza sulle voci.
ho raccolto qualche provocazione ed ho riascoltato nei panni di Azucena Maria Carena (1930), Castagna (1941), Barbieri (1952), Stignani (1953), Cossotto (1962), Simionato (1962), Horne (1975), Maria Luisa Nave (1976), Toczyska (1980).
Tante belle provocazioni.
Domando: è cosi’ disdicevole avere esecuzioni abbassate di mezzo tono?. Chiedo pensando che anche ” la pira” di Pertile , diretta Toscanini, e di Merli nel 1930, sono eseguite in tal modo.
grazie come sempre e a presto.
Per me no, piuttosto che arrivare male agli estremi acuti meglio aggiustarsi la parte. Anche Pavarotti dal vivo ha sempre eseguito la “pira” col si (cfr. Verona 1978-Firenze 1990). Addirittura c’é chi abbassava a fine carriera di un tono. Ricordo l’ultima “pazzia” della Sutherland (Barcellona mi pare o Parigi?) o Carreras a Verona che abbassava la romanza del fiore di un tono
Ed evitare gli estremi acuti aggiunti ad minchiam no??? Alberto, trovo becero far passare un SI BEMOLLE per un DO, ad uso dei fanatici del do di petto.
No: Pavarotti ha debuttato con Manrico a San Francisco nel ’75 ed esegue la pira in Do. C’è il live. L’anno successivo al
Met ripete la pira in Do, e ci sono due live di questa produzione, uno broadcast e uno casalingo (la migliore versione della pira di Pavarotti dal vivo, difatti pubblico in delirio). Successivamente l’ha sempre eseguita in Si.
grazie della precisazione
Per me sì: è disdicevole. La scelta di tonalità non è mai casuale
Caro Duprez, quando feci notare che Pertile nel finale atto primo di Boheme abbassava , mi pare, di mezzo tono, mi faceste notare che era irrilevante perche’ comunque l’interpretazione era superba ( ed ora io concordo). percio’, mettiamoci d’accordo. Ciao, Max
Per il Reverendo Hilyer, mi permetto di consigliarti, tra le Azucene memorabili ( sempre, ovviamente a mio avviso), quella della Verrett.Sul tubo c’e’ una registrazione dal vivo di “stride la vampa e condotta ell’era in ceppi”da manuale