Auguri a Marilyn Horne per il suo ottantesimo compleanno; secondo altre fonti ottantacinquesimo!
Auguri alla signora del belcanto rossiniano, autentica madre della Rossini renaissance cantata, senza scritti e riscritti, edizioni critiche e apparati.
Marilyn Horne, quella che quando guardi una copertina dei suoi dischi ti viene sempre in mente “ Volli volli volli, fortissimamente volli”, perché con lei il canto ha avuto poco a che fare con il caso, il destino, la “scoperta” della voce, l’istinto naturale. Con la Horne il canto è stata una prova intellettuale e di forza di volontà prima tutto, frutto del lavoro indefesso, del pensiero sul canto e su se stessi, manifestazione delle cognizioni tecniche, dominio assoluto del proprio mestiere. La “costruzione” della voce si è accompagnata a quella del repertorio, dissepolto dalle biblioteche e riattivato perché terreno d’elezione della propria natura di cantante, lo scandaglio della storia inteso come guida e avvallo autorevole del fare nel presente, una sigla di pragmatismo tutto anglosassone. La Horne, quella che ad ogni riascolto ci ricorda che un cantante attraversa il tempo e che l’approccio ai ruoli da parte dell’esecutore deve per forza di cose mutare al mutare dei mezzi, e che quindi lo studio non finisce mai, che non c’è vita di rendita concessa al cantante. La Horne, che ci ha mostrato come la competizione vera sia con se stessi, coi propri limiti, con l’obbligo di essere sempre fino alla fine della carriera “La Horne”, il monumento in cui si trasforma il cantante che lascia un segno nella storia. Se non si può essere un grande soprano, ci si trasforma in un grande mezzo. E se si vuole cantare la Scena del tempio per inabissarsi al contralto, si è disposti a dare l’addio all’acuto estremo per trasformarsi in un grande “travesti”, come se la voce potesse essere apparecchiata, amministrata e plasmata a proprio piacimento. La fenice della tecnica con la Horne è stata l’ala che le ha consentito di volare verso l’arte, di far credere di poter eseguire qualunque scrittura ( o quasi ), di superare tutte le barriere, quelle timbriche prima di tutto. Con la Horne, e poche altre come lei, il mito del belcanto ottocentesco ha vissuto con una forza che, forse, nessuno ha mai più mostrato di avere, una conoscenza del passato rivissuto in modo interamente moderno ed originale. Dallo studio dei ruoli ha derivato l’intuizione pratica di cosa fosse il belcanto, senza le carte d’archivio e i fraintendimenti delle parole, perché nelle note è scritto tutto, persino come si deve vivere la propria professione, rapportandosi al compositore come erano soliti fare gli esecutori ottocenteschi, ossia il cantante come coautore. La Horne, quella che ha faticato tantissimo per arrivare, ma che, arrivata, ha saputo anche dire di no a chi le logiche del belcanto e piu in generale del canto, non capiva, magari anche di grande potere. La Horne che ha saputo vincere molti ostracismi, inclusi quelli razziali, e che quando ha potuto si è ricordata che circondarsi dei migliori alimenta una qualità diffusa oltre che personale. La Horne, ostinata, talora anche primadonna bizzosa, generosa col pubblico ma anche con gli amici, profondamente onesta e vera. Non ci ha tradito mai una sera, nemmeno quelle in cui, malata, impiegava ora per mettere la voce al suo posto, nota dopo nota, con pazienza, davanti ad un piano in camerino.
La Horne, indimenticabile per il suo pubblico, oggi compie ottanta (?) anni in un mondo della lirica che non ammette più l’esistenza di veri giganti come lei. Altra stoffa, altra personalità, altra autenticità.
Un augurio a lei di tutto cuore dal nostro Corriere!.
Auguri alla grande Marilyn Horne
E’ uno dei miei grandi miti anche quando faceva certe gigionate di dubbio gusto. Lei e la Sills rappresentano per me la gioia del canto con quella punta di irresistibile follia che le rende incredibili.
Proprio oggi stavo ascoltando Le Prophete con Gedda e la Rinaldi in cui la Horne è portentosa. Nel mio immaginario lei è la perfetta Isabella, Arsace, Tancredi, Orsini e molti altri ruoli. Inoltre trovo che il rondò di Elena dalla Donna del Lago e la sua cavatina di Semiramide siano le più belle incisioni di quei brani che io abbia ascoltato, a dispetto di tutti i soprano concorrenti.
sills ed horne sono quelle che mi hanno “rovinato”, visto che la prima opera che ho visto fu il famoso assedio della scala. Ormai, complice la demenza senile, devo averlo raccontato non so quante volte. Ma è un’esperienza uditiva che segna, credi!. Baraccona ogni tanto sì la Marilyn, ma quando entrava in scena questa signora grassa con una spada lunga come un coltello da cucina ed apriva la bocca spariva l’immagine della massaia americana ed era la resurrezione del mito del cantante di Rossini. Alboni, Pasta, Marchisio che fosse. Sognavi e credevi di volare nella storia. Insomma la macchina del tempo.
auguri !!
Mi unisco agli auguri. Un mito vivente ! Beati voi che l’avete ascoltata dal vivo.
Bellissimo, meritatissimo tributo.
Buon compleanno, Signora Horne!
Marilyn Horne, auguroni e grazie per tutto
quello che hai regalato al mondo dell’ Opera.
Per Giulia : Bravissima.
Per Ninia : Sono d’accordo, Ninia caro.
Ricordo il “Tanti affetti” di Marilyn Horne,
quello eseguito qui’ a Milano al Conservatorio
diretta dal marito, come il migliore mai ascoltato.
Il migliore in assoluto.
Scusa se mi ero perso il tuo messaggio! Francamente non ho alcun dubbio. Invidio chiunque abbia avuto la possibilità di ascoltarla e anche di conoscerla, perché deve essere stata una persona squisita e dalla verve incredibile
Perché È una persona squisita e dalla verve incredibile 😉
allora invidiami! la ho ascoltata alla scala in opera e concerto di canto (tanti, tanti anni fa…) e due anni fa alla carnegie hall ho passato un’oretta con lei, in camerino col maestro muti che dirigeva in tournee la CSO, ridendo di tanti eventi passati. non dimentichero’ mai la faccia stupita quando mi sono avvicinato e lo ho detto “Mrs. Horne, I am so happy to see you here today! I still keep in my soul your last concerto at la scala…”. sembrava stupita che qualcuno la riconoscesse ancora; che attrice!
ti confondi con Sette, Otto. Lui puo’ aver ascoltato la Horne in un opera alla Scala (l ultima volta nel 75 m pare) tu al massimo i concerti di cui l ultimo nel 1987 m pare
orpola ci hai raggione. concerti almeno due, ma l’ultimo mi sa gia’ nei 90s, ero in universita’…
ho fatto i conti…l’ho vista solo nove volte…pensavo molte di più…vabbé che in un suo concerto tra programma e bis c’era più musica che nell’intero ring…tantissimi auguri a una vera Regina!
http://youtu.be/vUg-b5nfUrs
Mi permetto di aggiungere “or la tromba..”. Forse i castrati cantavano cosi’.
Grazie Giulia e mille e mille auguri alla Horne
La cantante che probabilmente ho ascoltato piú volte dal vivo, unica e semplicemente la voce storicamente piú importante del XX secolo insieme alla Callas.
Happy Birthday Jackie!
(chi sa, sa…)
mi hai rubato il paragone! La Callas e la Horne, ovvero la vertigine in musica.
La cantante che per ragioni anagrafiche più rimpiango di non aver ascoltato dal vivo… e nonostante questo per me un icona, una pietra angolare della mia formazione di ascoltatore negli anni ’80.
Happy Birthday signora Horne.
Auguri Marilena, mito dei miei miti!
E qui mi fermo!!! 😀
La vera tragedia e’ che il teatro odierno non vuole ammettere l’esistenza e l’importanza storica di queste vere e uniche lezioni.
Grazie Sig.ra Horne e Auguroni .
hai perfettamente ragione. Il mondo moderno la critica di oggi che è un ufficio promozione e null’altro promuove con l’aggettivo di storico sottoprodotti da teatro di provincia dei quali non ha il coraggio di sentire alcuno dei macroscopici difetti, poi viviseziona questa ed altre lezioni. Che non sono perfette, ma che sono lezioni per una serie di contingenze e non solo per motivi intrinseci alla loro arte. Tradotto sono certo che molte pagine di Rossini siano state eseguite meglio o al livello della Horne e più volte l’ho detto e scritto, ma la Horne è stata quella che ha fatto scuola e aperto non solo ai mezzo soprani la strada di Rossini. Tutti i cantanti americani della renaissance rossiniana sono figli spirituali di Marilyn Horne. Nessuna agiografia perché questo sito ne ha abbastanza l’antipatia, ma solo un po’ di equilibrio nella valutazione.
http://m.youtube.com/watch?v=p-FvfCcDIdI&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3Dp-FvfCcDIdI
Giugno 1989 La Fenice Venezia Rinaldo Handel
..scendiamo nei camerini per salutare la Horne e mi sbraccio in complimenti e lusinghe: la Sua tecnica meravigliosa e il canto
e le agilità e su e giù e Lei sempre giuggiona sorride ahahah
‘tu non lo sai ma la cosa più difficile è stato salire sul cavallo’
ahahahah
Ecco questa è la Horne il più grande mezzo?soprano del XX secolo
Insieme ai ‘monstre ‘ della musica lirica merita il
podio più alto nell’Olimpo accanto alla Callas ed alla Sutherland .. una donna meravigliosa una cantante strepitosa
che ha sempre saputo con intelligenza e passione interpretare,
scoprire e riscoprire ed infine far amare la Musica…
Nel Suo ultimo concerto in Scala 94o 95? alla fine le gridarono
Marilyn torna ancora…. e Lei rispose : ‘spero ancora una volta di più!!’
Anche noi tutti speriamo : ancora una volta di più
Happy Birthday grande Marilyn
Nulla da aggiungere a quanto scritto da Giulia!
Auguri Signora Horne!!!
Auguri e grazie per averci regalato tanti bei momenti con la sua voce “paffuta” e gioviale!
Ah, dimenticavo l’articolo del NYT: http://www.nytimes.com/2014/01/18/arts/music/the-american-mezzo-soprano-is-honored-at-carnegie-hall.html?_r=0
Grandiosa ARTISTA!!! Ricordo un recital alla Fenice 1990 o 91 non ricordo bene…. poco pubblico… davvero scarso… alla fine il pubblico si affretta all’uscita, tranne i soliti “quattro gatti” che attendono i bis. Lei imperterrita esce e dice: Siamo rimasti tra amici, divertiamoci! e attacca il Brindisi di Maffio Orsini dalla Lucrezia Borgia e tutta una serie di “cavalli di battaglia”. CHI al giorno d’oggi farebbe altrettanto???
Ricordo un suo integrale “Orfeo” di Gluck in forma di concerto (Euridice era Adelina Scarabelli) al Comunale di Bologna in un afoso giugno dei primi anni ’80 all’interno di una sala allora priva di “climatizzazione”, direttore era Nicola Rescigno.
Beh, gran parte del pubblico sventolava i programmi di sala per farsi aria e lei avrebbe dovuto concludere il 1° atto con l’aria “posticcia” (perchè non di Gluck, ma di Bertati, ancorchè, a mio modo di vedere “bellissima e spericolata”) Addio, addio, miei sospiri…
Fermò Rescigno, che fermò l’orchestra e, con una risata aperta, “rimproverò” il pubblico con queste parole: “Prego, non fate ventilazione, perchè non andate a tempo!!! Se proprio volete fare ventilazione ritmo, ritmo, se no io sballio (sic)” A quel punto, sapendo di non essere in grado di “tenere il tempo” tutti noi del pubblico cessammo di “fare ventilazione” e, con la fronte imperlata di sudore, ma con i brividi lungo la schiena per le acrobazie vocali che ci regalò quella sera, godemmo di una pirotecnica esibizione canora, mai più eguagliata da nessuno in quest’aria!
Grazie, signora Horne, di vero cuore e tanti cari auguri!!!
Ma dai…
Una grande! 😀