All’estremo opposto di quello della divina Magda l’arioso di Maria Chiara, voce d’oro che sfoggia una pienezza e un’intensità sufficienti di per se stesse, come si dice in gergo, a fare serata. Ma che la voce sia naturaliter ampia e corposa non esclude automaticamente che l’interprete possa essere varia e ispirata, come avviene alla frase “sarò là tra quei fior presso a te” e alle parole “quanto io t’amo”, essenziali per inquadrare il personaggio e la portata della sua, in ogni senso estrema, risoluzione.
2 pensieri su “Le grandi Violette assenti: Maria Chiara. “Amami Alfredo””
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Effettivamente Maria Chiara oltre a cantare bene, pur priva di un fraseggio particolarmente analitico o di fantasia non comune, aveva una grande comunicativa. La persi a Genova nel ruolo di Violetta, sostituita da Adelaide Negri ma riuscii a sentirla una delle ultime volte che la cantò: a Brescia, penso agli inizi del 1981. Fu l’ultima volta che sentii l’applauso sincero e forte a scena aperta dopo “Amami Alfredo”. Applauso di cui a mia memoria non fu onorata nemmeno Joan Sutherland a Genova o Edita Gruberova a Venezia o, in tempi recenti, una Violetta di mio gradimento quale Mariella Devia (Verona, Milano, Firenze).-
Si racconta a tale proposito che proprio dopo “Amami, Alfredo” cantato dalla Chiara , spesso il tenore fosse obbligato a fare cenno al pubblico di smettere di applaudire per consentire di andare avanti con la recita….. altri tempi e altre voci!!