Il finale II già contiene al suo interno una piccola grande catarsi dopo l’insulto che Alfredo ha inferto a Violetta umiliandola davanti al coro dei presenti.
Su un tempo di un valzer sommesso, Violetta ha la possibilità di isolarsi dalla folla: un momento di confessione che racchiude lo stato d’animo della donna di fronte al costo di tale sacrificio.
Lo rivela a se stessa ed al pubblico, ma non ad Alfredo, che non capisce, ma si strugge per l’orrore del suo gesto, davanti al rimprovero del padre la cui morale già scricchiola, e davanti ad una folla che commenta, ma di fatto li isola. Il tutto condotto da un brano cullante, che nella sua calma trapuntata di archi, non blocca l’azione, ma ne esalta la drammaticità ed anticipa la tragedia dell’atto successivo.
La Steber vola letteralmente con la voce, vellutatissima eppure robusta, che arriva ad Alfredo carezzevole e benevola, priva di accuse o recriminazioni, ma solo ricca di comprensione.
Il registro centrale, assottigliato e sostenuto, si lascia travolgere dalle tenui ondate della melodia, ma senza farsi mai coprire e senza perdere volume di fronte ad un agguerrito e di gran voce, di grana grossa invero, Leonard Warren e ad un querulo e grossolano Armand Tokatyan che un po’ si perde nel coro.
Un pensiero su “Le grandi Violette assenti: Eleanor Steber – Finale Atto II con Armand Tokatyan e Leonard Warren”
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A me sembra che Pellettier corra un po’ troppo dall’attacco di Violetta in poi. Trovo il tempo troppo incalzato, in maniera, al mio orecchio, quasi fastidiosa.
Nei confronti della la Steber, l’ho già detto, provo una infinita venerazione e qui non fa che confermarsi quella grandissima artista che fu.
Warren, un signor baritono.
Tokatyan… che t’ha fatto poverino? 😀