Il destino implacabile non solo ha stabilito una vita brevissima (cosa sono oggi cinquant’anni?) ed una morte repentina dopo tante sofferenze per Elena Formica, ma la morte nella notte di Sant’Ambrogio, quella che per noi melomani, categoria alla quale Elena indubitabilmente apparteneva, è la notte per eccellenza. Una melomane un po’ particolare perché esercitava la professione di giornalista, che con l’essere autenticamente melomani spesso è in conflitto. Ma l’Elena era intimamente melomane nel senso più ampio e positivo del termine. Nessun provincialismo, nessuna passione dettata da simpatie e da connivenze ambientali, ma quella sana passione nata dalla cultura. Cultura amplissima e vastissima, quella dei classicisti con i quali è un assoluto piacere parlare di tutto, dal melodramma, alla tradizione culturale ebraica ( Elena veniva da una famiglia di origine ebraica e aveva una mamma partigiana bianca di grande fama e notorietà) alla vita quotidiana, alla città di Milano dove aveva studiato, si era veramente formata e che portava sempre nel cuore.
Ciao, Elena! Dedichiamo a te, bergonziana di ferro, un passo del Requiem verdiano.
Mi dispiace molto, l’avevo conosciuta anche io e ne ricordo l’eccezionale simpatia… una notizia per me del tutto inattesa, non sapevo nulla della malattia. Una preghiera.
Cara, carissima Elena, il tuo acume, rigore, humor, compassione per le altrui miserie mi mancheranno quotidianamente. Arrivederci, spero.
http://youtu.be/R9Tw16dNyJs
La notizia, appresa questa mattina dalla comune amica Patrizia Monteverdi, mi ha letteralmente sconvolto. Non sapevo che Elena stesse male, così grave.
Un vuoto davvero grande che lascia l’amica e la preziosa collega.
Andrea
appresa la notizia , ci ha letteralmente travolto. Non sapevamo che Elena non stesse bene ma siamo mancati molto da Parma. Perdiamo una carissima amica e compagna di melomania
Patrice si associa al dolore .Ne soffre quanto ma