En attendant l’Africaine I. Margarete Matzenauer

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Sur mes genoux – Margarete Matzenauer (1912)

Margarete Matzenauer fu il mezzo ufficiale del Met per almeno un ventennio cantò anche ruoli sia soprano come Contessa, Brunilde nella Walkure ed Isotta che di mezzo acutissimo o soprano centrale come Eboli, Marina del Boris e la Kostelnicha della prima di Jenufa, ma anche contralteggianti come Ulrica, oltre la parte monstre di Fides del Profeta. Nella scena del carcere cantata in italiano (come tutti i cantanti della scuola austro ungarica conosceva la stessa opera anche in tre lingue e poi era stata moglie del tenore italiano Ferrari Fontana) supera le difficoltà della scrittura e dell’ornamentazione ricorrendo ad una emissione (falsetto o suoni di pura testa) che erano la peculiarità di molte voci gravi quando negli andanti dovevano toccare note del registro di soprano. Il principio di origine belcantistica veniva applicato anche a repertori estranei come Meyerbeer  e Verdi.

 

 

11 pensieri su “En attendant l’Africaine I. Margarete Matzenauer

  1. Quei suoni tendenzialmente fissi, pochissimo o per nulla appoggiati, nel registro di testa (non di falsetto), erano la peculiarità più che delle voci gravi, in generale di molte voci femminili di scuola nordica.

  2. Scusa Donzelli ma non c’é un “falsetto” in tutta l’esecuzione di M. M. Anche la nota finale puoi dire che é fissa ma é appoggiata e sostenuta quel tanto che basta a consentirle di tenerla così a lungo senza “spegnersi” (come é tipico dei falsetti maschili tenuti a lungo).-
    Ribadisco che a mio avviso é rarissimo il ricorso al falsetto nelle voci femminili ed è fuorviante per il neofita fargli credere che invece sia molto frequente e, soprattutto, riscontrabile in alcune cantanti del presente.-

    • Di acuti spoggiati tra le donne proprio come tra gli uomini se ne sentono a iosa, ma il punto è che appoggiato o no che sia, è sempre registro di testa, è improprio usare il termine “falsetto”, registro che finisce molto più in basso. Non esiste nessun falsetto su un acuto femminile, è testa.

      • Secondo me è fuorviante chiamare “falsetto” il registro di mezzo delle donne. E suggerirei proprio in generale di evitare di utilizzare il termine “falsetto” nell’accezione della classificazione dei registri usata da Garcia o altri autori storici. Ormai il suo uso più frequente indica altro e si rischia solo di fare confusione.
        Per quanto riguarda la Matzenauer, secondo me ci troviamo di fronte ad una voce a cui la registrazione non rende del tutto giustizia. Ho l’impressione che certe fissità e leggeri cali di intonazione siano con ogni probabilità in buona parte imputabili alla tecnica di registrazione.

        • e dovrei abbandonare la nomenclatura di Garçia per usare quale altra? Non ne conosco di più chiare ed attendibili. E non sono d’accordo che le fissità dipendano dalla tecnica di registrazione.

    • Ma io sto dicendo che proprio per gli acuti estremi femminili non si può parlare di falsetto, tu ti riferisci alla presenza o meno dell’appoggio, ma un do5 non può essere in falsetto, è registro di testa, appoggiato o meno. Si parla di falsetto per gli acuti maschili, quando molto alleggeriti e spoggiati. Ma gli acuti femminili stanno un’ottava sopra, dove c’è solo il registro di testa.

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