L’ascolto di Maria Callas agli esordi o quasi quando era una sgraziata, opulenta donna, che da lontano un miglio si capiva essere una cantante d’opera, è un dovere ed un piacere. Un dovere per ricordare, anche quest’anno, il nostro amico Tino che da tre anni ascolta la musica in un’altra sfera e che noi ricordiamo spesso, non solo ascoltando la musica, ma riflettendo sulla vita con frasi come “ci fosse il Tino”, “cosa avrebbe detto il Tino”.
Un piacere perché oggi più che trenta o quarant’anni fa la lezione della Callas, sempre preparata, sempre attenta alle ragioni della musica ed tesa nello sforzo di rispettare musica ed autore appare irripetibile e irraggiungibile. E questo non perché la Callas abbia innovato, ma proprio per l’opposta ragione ovvero perché Maria (per chiamarla come, senza il milanesissimo articolo determinativo, ed in segno di rispetto e venerazione faceva il Tino) è stata l’ultima grande voce del passato.
Certe persone, come certi cantanti, non si dimenticano mai ma ci insegnano tanto, anche da lontano.
Grazie Tino. Ciao!