Confronto singolare tra due grandi e importanti voci di qualità assoluta, militanti in registri vocali diversi, Elena Nicolaj e Renata Tebaldi, entrambe alle prese con la sortita di Fedora. Confronto a due che però fornisce ottimi spunti di riflessione ed ascolto comparato anche su Mirella Freni, Gemma Bellincioni, Magda Olivero, Gilda Dalla Rizza e …Cloe Elmo ( che mi permetto di consigliarvi…).
Rifugio del soprani spinti male in arnese, Fedora è stata più volte approcciata anche da mezzosoprani, addirittura da contralti come la Elmo appunto, per la centralità della scrittura ed il parco ricorso agli acuti. L’aria di entrata insiste con costanza sul centro, implica la capacità di saper scendere con facilità al registro grave in modo sonoro e legando il suono, mentre in acuto non passa il la nat tenuto, che la tradizione esecutiva vuole smorzato. Giordano lascia libera l’esecutrice di trovare per il brano nuances espressive e fascinazioni dinamiche per l’introduzione del personaggio della contessa Romazoff; espressioni che nella storia del canto vanno, nelle migliori esecuzioni, dalla suggestiva ricercatezza espressiva della primadonna liberty più raffinata, Magda Olivero, sino alle manifestazioni più nostrane e meno eleganti, perché cantante in modo meno vario, come la saldissima Freni o la Tebaldi. Il raffronto tra quest’ultima e la Nicolaj stupisce per la maggiore adeguatezza al personaggio della seconda rispetto alla prima, per la migliore qualità e sicurezza esecutiva. Al di là delle mende tecniche che la Tebaldi mostra sul centro, alcune vocali aperte, la discesa al registro grave, spiazza la sua incapacità di trovare accenti vari, come pure di eseguire correttamente il la nat tenuto. La Nicolai non ha forse il canto aereo e fascinoso di una Olivero ma anche della stessa Bellincioni in questo passo, ma esibisce una grande pienezza ed omogeneità di suono, scende, naturalmente molto meglio della Tebaldi, esegue un buon la nat tenuto e possiede, soprattutto, una vera espressività, incarnando al meglio la componente matronale del personaggio.
3 pensieri su “Ascolti comparati: Renata Tebaldi ed Elena Nicolaj, entrata di Fedora”
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Sono sempre stato un grande ammiratore della
Tebaldi del primo periodo della carriera, e sono
a conoascenza dell’amore che gode presso il
Corriere, ma a questa Tebaldi indurita e troppo
prosaica, preferisco senz’altro la cara Elena che
conobbi e della quale mantengo un bellissimo
ricordo. Si parla molto di omogeneita’ nel nostro
ambiente, ebbene, in questo brano si ascolta
quello che io intendo per vera omogeneita’.
Si converra’ anche spero, che Elena Nicolai
non era quella trombona descritta da molta
critica, era invece per me una grande voce, una
credibilissima interprete, e cosa piu’ importante,
sapeva cantare bene in tutti i registri,
pur non essendo mai stata un genio in fatto di metodo.
Ho letto piu’ di una volta che era un’artista “datata”,
qualcheduno mi spieghi il perche’, cosi’ lo capisco
anch’io e poi magari gli rispondo. Molto carino averla ricordata.
archiviata la tebaldi, anche nella sua prova migliore( napoli è davvero un ascolto disarmante), trovo che la nicolai sia una grande fedora. E che la cantante fosse stupenda, a comnciare dal mezzo naturale , quindi dal modo in cui lo gestiva. Oggi si parla tanto dei mozzosoprano ma non produciamo altro che dei mostri sgangherati e osceni. La nicolai ha una sola voce, omogenea,grande e duttile, e la usava bene, almeno per come la conosco io. Trovo assai piu datata e “intera” una freni rispetto alla nicolai in fedora.
cara la nicolai, m ricorda l estate piovosa della quarta liceo dove ascoltavo lo strano contrasto fra la sua voce e quella della Callas nella Forza del destino. Voce piu’ che datata particolarissima : densissima quasi masticabile.