Non avrà avuto, soprattutto nel 1950 la vera ed autentica voce del soprano drammatico verdiano, l’accento non sarà stato irresistibile e personalissimo anche se il recitativo ha uscite da vera fraseggiatrice, compare anche una bella “s” impura alla tedesca, ma la donna fragile, spaventata e disperata nel rispetto del canto, della dizione sempre scolpita e mai esagita, il suono sempre morbido sono irripetibili e temono pochissimi confronti. Un esempio, un ripasso, un’ispirazione.