Gentile signora Paola Zonca,
prassi e diritto imporrebbero che questa mia venisse trasmessa a Lei ed al suo direttore responsabile per altro ed ufficiale mezzo. Siccome dall’incipit della intervista a Stéphane Lissner è di tutta evidenza, in grazia di un ampio stralcio del thread dedicato al Ballo scaligero e riportato virgolettato, che ci legge, almeno quando c’è di mezzo la Scala, credo il sito la sede migliore e più celere per raggiungerla e per chiarire quelli che, innocente ed ingenuo, voglio credere misunderstanding.
Sarebbero, come altre volte, quelli del Corriere della Grisi, che scrivono sotto il sicuro ombrello di nick name di grandi artisti lirici del passato remoto, quelli che hanno ordito i fischi a questo ballo in maschera. Ho già avuto occasione di scrivere che tutti sanno chi sia Domenico Donzelli, come confermato dall’altra e più storica testata milanese e dalla piacevole conversazione con altra firma della repubblica gentile e puntuale nell’informarsi sui fatti.
Per entrare nel vivo della questione: un vecchio loggionista, che alla sua morte abbiamo commemorato, diceva sempre in vernacolo ambrosiano che quattro o cinque persone che fischiano “in quater o cinc stupit”, ma quando a farlo sia buona parte del teatro o gli stupidi sono tanti o sarebbe il caso di interrogarsi sulle ragioni e motivazioni dei fischi e da chi provengono. Lo fece, ad esempio dopo una turbolenta (eufemismo) Favorita, Paolo Grassi. Correva il 1974 e il pubblico aveva fischiato nell’ordine Pavarotti, Cappuccilli,Vinco e Cossotto.
Dalla frequentazione del sito avrà visto che le firme dei cantanti del passato sono sei o sette, alcune delle quali straniere (quand’anche poliglotte) o stanziali all’estero. E allora quando l’operazione avesse la regia che Lei dichiara fossimo stati a ranghi completi saremmo stati i famosi “quater o cinc stupit”. Magari siamo solo l’ultima cosa!
Per certo siamo quelli della Grisi con le nostre idee ed il nostro amore per il canto e l’opera, come già scritto da Natalia Aspesi e non siamo, questa volta, quelli che hanno contestato lo spettacolo a far principio dal secondo atto. Bastava essere sotto il portico di via Filodrammatici per contare il numero dei contenti, sentire le loro ragioni, ascoltare i loro sfoghi e le loro differenti posizioni, cui noi abbiamo assistito fra le foglie di martellina dell’ex Biffi Scala.
Tanto per chiarire. Le persone, che hanno contestato e con le quali molte volte ci siamo trovati in disaccordo pesante, sono coloro che frequentano con ammirevole assiduità il loggione scaligero, che hanno cercato di capire ed apprezzare con lunga e costante frequentazione gli spettacoli inflitti loro (il termine è voluto). E dire , signora Zonca, che l’abbiamo vista più di una volta in Filodramamtici a chiacchierare con alcuni di loro, vi conoscete benissimo! Ci hanno provato, ci hanno insultato e giudicati esagerati (benché alcuni abbiamo nel proprio carnet di loggionisti i fischi a quella Favorita, l’epiteto di panchinaro a Bergonzi e le riprovazioni alla superlativa Aida di Martina Arroyo, anche se dubito che lei conosca queste pagine, che sono storia del canto) alla fine dopo anni di cappotti, scene da civiltà post industriale della liquidazione coatta della Falck e dismissione dell’area Breda, cavalcavia, battone, tossico, stupri etero ed omo in tutte le posizioni, hanno detto BASTA. A che cosa hanno detto basta ? Questa è la domanda cui aggiungere PERCHE’ lo hanno fatto.
Posso anche abbozzare una risposta al fatto che tutto quello che hanno visto è assolutamente identico, Oberto uguale a Macbeth, Macbeth simile a Tosca, che ricorda Alcina o Don Giovanni perché gli ingredienti sono per tutti i titoli. Al confronto la “sala d’arme, che precede la prigione di …” pensata da Benois era assolutamente diversa da “ampio corridoio del palazzo di …, che porta alla prigione” di Lila de Nobili. Perché le regie non hanno mai un gesto che illumini i personaggi il loro sentire. Pensi solo alla disperata Amelia del Ballo che nel passo più arduo della grande aria del secondo atto deve anche recitare la rapina. E poi hanno sentito direttori che perdevano orchestra e coro in titoli stranoti come Boheme o Carmen, o Ballo in maschera, cantanti sgangherati tecnicamente e musicalmente periclitanti. Cinquant’anni di ascolti non possono, anche tardivamente, impedire il risveglio delle coscienze, il sussulto di un orgoglio e di una competenza offesa da chi questa qualità non possieda.
Quell’orgoglio e quella competenza implementate dalla lunga frequentazione di teatri ha svelato che l’allestimento che stando alle parole del partente sovrintende è uno dei veicoli della provincializzazione della Scala richiamava scelte dell’indiscusso re dei teatri di provincia BEPPE DE TOMASI. Parlare di contestazioni preordinate è assurdo: la prova generale è stata pubblica, c’erano tutti ( loro, dato che noi non andiamo ): la vera prima è quella prova che ha determinato la contestazione alla prima recita. Ma di quali complotti preordinati parlate attorno ad una cosa già vista da tutti? Sono venuti alla generale, hanno visto ed hanno reagito alla recita. Punto. Suggerirei quindi a Lei come al dott. Lissner da Lei intervistato di farsi un giro nel web e leggere siti Face dedicati all’opera riallestita in modo tradizionale e contro il teatro di regia etcc: potreste avere modo di comprendere maggiormente e di essere più aggiornati circa quello che certa parte del pubblico oggi realmente pensa della degenerazione di un certo tipo di allestimenti. Ci sono tanti tipi di posizioni tra la gente ed è vostro dovere conoscerle.
Il dovere di informazione anziché essere “sbolognato” con l’ormai tradizionale richiamo al Corriere della Grisi, come causa di tutti i fischi, imporrebbe, inoltre, di precisare oltre a quanto detto sopra che alla seconda serie di uscite singole tutti i cantanti, con esclusione ( e lo definisco perdono d’Assisi anticipato e regalato ) della Ravdanovsky sono stati riprovati pesantemente.
La differenza è una sola: che quelli della Grisi della qualità del prodotto se ne erano accorti prima, niente altro !!! Ciascuno di noi ha i propri tempi!
Cordiali saluti
ps-Dimenticavo di precisare che una degli ideatori, autori e lanciatori dei volantini che hanno trasformato la Scala nella Fenice viscontiana (purtroppo lo spettacolo in scena non era doppiato da Anita Cerquetti) è una signorina ultranovantenne che ben rammenta, avendoli conosciuti per esperienza professionale e di spettatrice, tutti i maggiori cantanti della sua epoca e di quelle successive.
ormai questi personaggi non provano neppure vergogna,delle schifezze che propinano,sembra l’importanza dell’opera per loro sono le scenografie,e le invenzioni stupide che bisogna vedere,prima o poi vedremo un tenore che deve cantare una romanza mentre fa l’equilibrista su una fune,perche l’opera viene ambientanta in un circo,magari lo fanno cantare tra i leoni veri D
ma cosa volete che capisca paola zonca! povera anima che alla prime si arrabatta nel foyer per carpire qualche commento e parere da riciclare il giorno dopo sulle pagine del suo giornale….
l’altra sera il regista è stato buato da quasi TUTTO il teatro (e non credo propio che TUTTI fossero dei grisini!)
per fortuna che non sono grisini agli occhi del teatro sono griso
Solo una considerazione per integrare. Chi se la prende col provincialismo del pubblico italiano che sarebbe di mentalità arretrata, sappia che all’ estero succede anche di peggio. Quest’ anno a Düsseldorf il nuovo allestimento del Tannhäuser è stato annullato dopo la prima a causa della reazione violenta degli spettatori e le recite sono proseguite in forma di concerto. Cinque anni fa a Leipzig una messinscena del Fliegende Holländer è stata interrotta a causa dei fischi del pubblico e la produzione è stata cancellata.
Mozart, a questo proposito segnalo che ieri il regista Michieletto, in seguito alla pesante contestazione, è stato intervistato dal “Gazzettino” e ha, naturalmente, tirato fuori la solita tiritera che non si possono riproporre sempre le stesse cose se no il teatro muore, che in Italia il pubblico è stur e provinciale, che lui a Salisburgo ha fatto sempre successoni (evvai con la marchetta per il prossimo Falstaff) etc. etc. etc. Tutto regolare, insomma.
il teatro sta morendo in primo luogo per i governi di bassa cultura che abbiamo avuto negli ultimi 20 anni (per essere buoni) e per i registi “moderni” come lui
Ciao Franz,
Hai ragione, sempre la solita tiritera.
Solo tre volte ho sentito artisti proclamare
la propria incapacita’ al lavoro affidato loro:
Leyla Gencer , Elena Nicolai, ed Enzo Dara.
eh!….raccontaci anche della generale che hai visto e dell’aria che tirava? Così lissner magari legge e capisce cosa pensa il suo pubblico…..
Ma cosa vuoi che ti conti?
C’era il solito pubblico, piuttosto
tranquillo, come sai, di tutte le generali.
Lo stesso pubblico era molto meno tranquillo dopo il primo atto. Ovvio.
E a Lissner non importa proprio un fico secco di quello che pensa il pubblico, dovesse importarle qualcosa si sarebbe gia’ piu’ volte scusato per le idiozie andate in scena dal suo
sciaguratissimo arrivo. Insomma parliamoci chiaro, da quando questo tipo e’ arrivato quanti spettacoli han funzionato? E adesso arriva quell’altro
genio. Cara mia dimmi un poco, chi li chiama? Riguardo alla generale Donzelli mi ha gia’ detto che la prima e’ andata molto meglio (cosi’ gli hanno
riferito), meglio per voi. Guarda che Alvarez alla generale ha cantato meta’
opera, e l’unica, ma l’unica cosa degna di nota sono state le due frasi cantate da Silvano, che non ricordo
chi fosse. La Sondra che avete postato vs. Milanov recentemente,
rispetto a quella della generale era una grandissima cantante, e non faccio l’esagerato, per niente. Altro che Breda, una paura vocale era la signora. La Cornetti ha ululato , ma almeno qualche centro lo regge ancora, ed il baritono e’ lo stesso baritono che, incapace di cantare l’Araldo del Lohengrin, si vede affidare
dalla direzione di uno tra i piu’ famosi teatri del mondo Rigoletto e Renato.
Della Ciofi e del direttore meglio neanche parlarne, e comunque la Ciofi dopo la prima, quasi incredula ha confessato ad un conoscente comune che lei non riusciva a capire quel che era successo, visto che tanto si era impegnata, ma tanto, poveretta lei non capisce, che ti devo dire?
Canta in Francia, le dicono che e’ brava….quello lo capisce invece.
Dello spettacolo ho gia’ detto quello che penso, anzi al finale primo ragionavo proprio sul fatto che ancora non si era vista una battona, manco finito di pensarlo e trac, ecco il solito ponte….
Ti aggiungo che il Domenico era verde dalla rabbia poveretto, tanto che mi sono anche preoccupato.
Quello che sta’ tantissimo sul piloro sono queste assurdita’ sulla morte del melodramma, ma chi cacchio gliele racconta a costoro ste’ panzane?
Hanno mai visto la gente imbufalirsi
di fronte ad uno spettacolo tradizionale?
E sai bene, che la tradizione a me importa sino ad un certo punto, ne vengano di persone in grado di svecchiare e nel frattempo offrire buone realizzazioni, ne vengano,
sarebbero accolte con entusiasmo,
cosi’ come lo furono i Ponnelle, cosi’
come lo furono i Visconti…..
Che mi vogliono dire questi bunga-bunga mal riusciti? Che attinenza con l’opera puo’ avere un regista che manco sa’ quando fare o non fare muovere un poveretto che sta’ cantando una frase impegnativa?
hai l udito proprio fino silvano era veramente bravo
La Ciofi debutta LUISA MILLER a Lione la prossima stagione… fa pure rima!
S’impegnerà tanto tanto…
Sobran comentarios
E’ ovvio che il dott. Michieletto speri che i fischi di ieri l’altro siano paragonabili a quelli che prese per esempio Cherau a Bayreuth nel ring del centenario o Ronconi nel don carlo del 1977. Li i fischiatori si dimostrarono poco lungimiranti. Nello specifico ribadisco che se questo é il periodo storico in cui il pubblico “deve” sorbirsi allestimenti con la trasposizione “obbligata” per lo meno Oberto e Ballo in Maschera (e aggiungerei anche la Norma di Salzburg) in questa categoria eccellevano e non disturbavano più di tanto la musica.
E se lo dici tu, caro albertoemme, chi può metterlo in dubbio…?
oh Tamburini…questo e’ vero parlar da galantuomo! E per l’occasone accetto il sacco….
La Norma…certo, la Bartoli e Antonini ci han fatto per mesi una capa tanta col fatto che loro avrebbero eseguito la vera Norma come la immaginava Bellini, hanno sezionato l’ autografo fino all’ ultima semibiscroma e poi la mettono in scena vestita da Anna Magnani. Per me questo è un cortocircuito mentale caro francescoemme, poi vedi tu…
Ma poi perchè il pubblico “deve” sorbirsi le pippe mentali di questa gente? È stata fatta una legge transnazionale? Lo vuole l’ ONU? Lo raccomanda l’ Organizzazione Mondiale della Sanitá?
A proposito, prepariamoci ad una “bartolite” acuta in Scala. Pare che Pereira stia già programmando, di comune accordo con la Cecy, le opere da “debuttare” nella (ex) gloriosa sala del Piermarini.
Naturalmente sono stati già messi in conto, da parte di Zonca & C., squadracce di grisini.
Hihihihihihihihi.
Buttiamola sul ridere per non piangere.
io felicissimo se la bartoli torna alla scala. Circa la Ciofi mi sono risentito proprio ieri una sua Lucia del 2006 con Bros e Frontali. Niente male anxhe se si sentiva qualche buu dopo la pazzia.
https://www.youtube.com/watch?v=lZGCpqPeXHA …!!!
Capisco però che a uno cui piace la Bartoli, non possa che piacere anche quest’altra… meraviglia.
Beh, gloriosa o no, la sala è opportunamente “attrezzata” per ospitare voci siffatte. Intelligenti pauca.
più che i grisini mi aspetto, vista la reazione al ballo, ottantenni e novantenni furenti e urlanti. Ben vengano
Penso che i fischi siano non solo messi in preventivo in una ipotetica produzione con la Bartoli (com era sicuro che c sarebbero stati a dicembre) ma considerati necessari alla sua buona riuscita.
L’insufficienza artistica è certa in quanto documentata dal pregresso, i fischi, se non sicuri, molto probabili e altrettanto necessari, perché si possa dire che il “buco” è colpa del pubblico e non di chi ha organizzato l’Evento.
carissimo Mozart la mia é una constatazione…ci tocca e siccome non ho sempre la Brandt che mi spiega le regie di Guth, o mia sorella che m spiega i topi nel Lohengrin di Bayreuth faccio di necessità virtu’ preferendo quelle che capisco senza un dottorato in psicanalisi. A proposito il Parsifal di Boulez…qualcuno mi spiega in maniera convincente quella regia?