Joan Sutherland, l’incarnazione della Norma belcantista modernamente intesa. Voce ampia, pura, astratta, senza fibra, acuti svettanti ed agilità di forza impressionanti. La perfezione “sonora” della sua Norma, tutta legato e malinconica dolcezza, resterà ineguagliata ed inimitabile, documentata da un disco Decca straordinario, seducente. La realtà del teatro, però, fu fatta di altre velocità, minore vigore espressivo, il lato virtuosistico prevalente sull’accento. E’ la Norma di tutti noi cha abbiamo vissuto la rinascita del belcanto moderno, ma è anche una grande ed altissimo prodotto discografico che ci ha portato a credere, in forza dell’altissima qualità esecutiva, che il belcanto si suoni e si accenti solo limitatamente, anche nella tragedia. Le sue qualità rimarranno uniche ed inimitabili, i “limiti”, invece, sono divenuti il terreno di azione delle epigone che di Dame Joan non ne posseggono nè la tecnica né la voce né la forza di portare l’opera in teatro con la frequenza con cui la Dame estì i panni della sacerdotessa. Ascoltiamo la seduzione della sua straordinaria preghiera.
2 pensieri su “Un giorno di Norma XIX: JOAN SUTHERLAND”
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Per me l’unica vera alternativa alla Callas
concordo