Uno degli ascolti, credo, più rari e difficili perchè la de Macchi, morta giovanissima fu uno degli ultimi soprani drammatici con la de Frate di tecnica assolutamente ottocentesca (allieva di Virginia Boccabadati, ovvero della scuola rossiniana di Luigia Boccabadati, colei che cantò Norma in tutti i teatri italiani dopo la prima) capace di emettere suoni di petto ampi e sostenuti, di trillare di eseguire la fiorettatura con precisione senza che il suono si scomponga o esibisca pericoli “buchi o scalini”, che non sono una necessità, ma un difetto.
Un pensiero su “Un giorno di Norma IV: MARIA DE MACCHI”
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Magnifico ascolto per fluidità, omogeneità tra i registri, leggerezza e precisione nella vocalizzazione e cosa rara in quegli anni, non si limita a registrare la propria voce ma mantiene una notevole statura di interprete; notevolissima la mezza voce e il trillo finale.