Adelina scherzava, anzi pargoleggiava per dirla con Lauri- Volpi, Frau Lehmann all’età di 59 anni con un repertorio, che andava da Philine a Brunilde fa sul serio e che serio. Trilli liquidissimi e fluidi, fiorettatura scorrevole, inserimento del re bem alla cadenza, legato esemplare, dizione scolpita (cantava Norma anche in tedesco, come accadde al Met) non un suono che non galleggi sul fiato, fiato esemplarmente distribuito. Anni fa Madeleine Mathieu (soprano Falcon e zia della più nota Mireille) alla rituale domanda di Eve Ruggeri sulla Callas rispose: “Ma io ho sentito Lilli Lehmann, altro che la Callas”. Atteso il repertorio che la Lehmann affrontò e la forza di accento che altrove (Fidelio o don Giovanni) il soprano di Wurzburg sfoggia abbiamo l’idea ben precisa ed inconfutabile di quanto a fine ottocento, ossia cinquant’anni dopo la prima dovesse essere l’esecuzione e l’interpretazione della sacerdotessa.
Un pensiero su “Un giorno di Norma II: LILLI LEHMANN”
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La trovo superlativa, al di sopra di ogni lode. La Mathieu zia fece una boutade, sicuramente, ma certo è che, per usare un aggettivo che detesto e che è spesso usato a sproposito, la Lehmann è “modernissima”
Grazie per ricordarci, con questi preziosi ascolti, cos’è NORMA.