Tutti gli ascoltatori conoscono Mirella Freni, pochi, invece, Eidé Norena. Quest’ultima norvegese nata nel 1882 ebbe una carriera lunghissima e quando nel 1938 si presentò al festival di Salisburgo pochi credevano che quella donna davvero affascinante avesse passato la cinquantina. Ingannavano l’aspetto fisico e la conservazione vocale. In versione soprano lirico leggero la Norena ebbe una vicenda di carriera molto simile a quella della sua famosa connazionale Kirsten Flagstad.
Mirella Freni, che debuttò quale Micaela e che nei panni della contadina navarrese riscosse i suoi primi successi ha sempre affermato nelle interviste (ex multis una assai lunga sulla rivista Musica nei primi anni ottanta) che il ruolo della rivale di Carmen sia autentica pietra di paragone per la qualità naturale e solidità tecnica di una cantante. In effetti le registrazioni ufficiali o pirata confermano l’assunto del soprano modenese: i soprani lirici di congiunta buona disposizione naturale e tecnica escono bene dall’aria di Micaela, che richiede saldezza nelle due zone “a rischio” della voce ovvero i due passaggi di registro.
Il confronto impone per onestà che la registrazione del soprano italiano sia una delle ultime del ruolo di Micaela atteso che il disco di Eidè Norena data 1933 ovvero la cantante ne aveva quarantanove. La Freni nel 1988 ne vantava pochi di più della collega norvegese. Va anche detto che quest’ultima sino alle soglie del ritiro rimase ben ancorata al tipico repertorio del soprano lirico, mentre nel 1988 la Freni aveva affrontato già personaggi come la Valois, la Manon pucciniana e qualche Aida, che competono al lirico spinto e che richiedono una polposa zona medio grave. Eppure la voce più salda nella zona grave la esibisce Eidè Norena. L’attacco della prima sezione dell’aria sta in zona medio grave a partire dal sol3 dell’attacco dell’aria e tutta la prima frase sta al di sotto del do centrale, eppure la Norena suona sonora e squillante, è in grado di rispettare i cospicui segni di dinamica come la forcella del “réponds de moi” legata con il successivo fa diesis di “mais” grazie ad un portamento misurato. La stessa sicurezza è sfoggiata nelle frasi della sezione centrale che investono il passaggio superiore e che portano la voce al sol di “avoir PEUR”.
Proprio nella zona grave dell’incipit dell’aria la voce di Mirella Freni suona più sorda e tubata (effetto o difetto di chi tema di emettere suoni aperti) e la scelta implica oscillazione sempre nella zona medio grave. Quando la cantante approda alla sezione mediana la cantante suona facile e sonora al si bem di “inFAme” ma quando attacca il mi di “de celui” che Bizet prescrive in piano il suono non è certo un piano. Se si paragona con la Norena quest’ultima canta nel contempo più forte (ovvero con voce assai più squillante e verrebbe il dubbio posizionata più in alto della Freni) e più piano (anche qui credo per una posizione più alta del suono)
Ancora la Freni nella sezione centrale dell’aria che investe il passaggio superiore esibisce qualche suono di eccessiva vibrazione. Facilissimo , esempio di vero suono “a gola aperta” il si nat di “Ah! Seigneur” con una eccellente esibizione di fiato sul sol di “Ah”, che porta alla chiusura dell’aria, ma il diminuendo previsto da Bizet lo esegue con fluidità e facilità Eidé Norena. Come pure quando la Freni arriva nella sezione finale al do centrale di “coeur” si ha la sensazione che la voce, rispetto alle note precedenti acquisti un colore ed una sonorità più sotto ignote. Per contro dal re grave al si bem, ovvero per tutta la gamma della voce Eidé Norena è sonora, tonda e penetrante. Non credo sia un’impressione.
17 pensieri su “Ascolti comparati. “Je dis que rien ne m’épouvante”: Mirella Freni vs. Eidé Norena.”
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Bene, sono due belle esecuzioni.
Alcuni veniali difetti e molti pregi.
Si tratta infatti di due soprani che sanno usare il loro mezzo.
La Freni, e’ vero, a 55 anni, emette in modo piu’ pesantuccio della Norena a 49, ma va benissimo cosi’, trovarne.
La Norena poco conosciuta nel nostro paese, sinceramente non l’avrei detto, se e’ vero mi dispiace molto, perche’ insomma, i duetti incisi con Miguel Villabella e Gaston Micheletti sono robine da tenere a mente, per non parlare della sua Pamina.
La Freni rimane comunque la miglior Micaela insieme alla Chiara, che io abbia visto, e naturalmente, in anni precedenti al brano postato. Colpisce invece il fatto, che la Norena dopo tanta frequentazione francese e francofona, l’idioma l’avesse comunque imparato. Ciao.
Volevo postare un commento, ma Miguelfleta mi ha prevenuto scrivendo più o meno quello che avevo in mente io, perciò… sottoscrivo in toto.
Colgo l’occasione per informare della prematura scomparsa di un amico di questo sito. Silvio (Battaglia) aveva solo 28 anni, era non vedente ma vedeva più lontano di tanti altri. Qualcuno ricorderà certi suoi interventi su queste pagine, sempre puntuali e specchio di una sorprendente conoscenza delle tematiche legate alla vocalità. Una delle ultime volte che ci siamo visti, abbiamo condiviso una “Sonnambula” a Venezia, seguita da amabili discussioni davanti a qualche buona birra. Spero che ora si stia godendo le voci del Farinelli e del Carestini, sulle quali talora amavamo favoleggiare…
http://www.youtube.com/watch?v=G2Bl1EQtlw8
Per Sillvio.
Mi dispiace tanto.
http://www.youtube.com/watch?v=RXsbwpPIvWk
…mi impressiona molto questa notizia. E mi spiace…ci eravamo conosciuti per telefono……..non ho molte parole se non un..ciao silvio. Un bacio.
mi dispiace mi ricordo dei suoi commenti…certo solo 28 anni è ancora più spiacevole.
http://www.youtube.com/watch?v=BM5VH-97ylo
Ciao Silvio!
http://www.youtube.com/watch?v=rgJS7RNY96Y
Anche a me dispiace per Silvio. A quest´età, poi…
Ma che meraviglia la Norena – come quasi sempre. Linea vocale perfetta e senza alcun sforzo.
Pesante e abbastanza piatta la Freni qui. Insomma sembra un´aria di Puccini.
Diceva la Berganza: “Trovo che Bizet sia più vicino a Mozart che a Puccini.” D´accordo!
Quello che mi è sempre piaciuto della Norena e questa qualità “liquida” della sua vocalità, facile, sul fiato,omogenea; in questa registrazione gli anni non si sentono, i centri sono sempre leggeri, chiari ma mai sbiancati e spampanati. Credo sia vero che in italia canto poco, chiamata da Toscanini alla scala, ma fu un episodio piuttosto isolato credo. Strano, certo all’epoca la concorrenza on mancava.
era la concorrenza, ma anche il gusto. In Italia imperversava Gilda dalla Rizza nel repertorio lirico tanto per fare un esempio
giusto…e la Toti dall’altro lato.
guarda, caro aureliano, che la gildina e la toti avevano lo stesso gusto: CATTIVO. e adesso il mio amico mancini ultimo fan della toti mi maledice pubblicamente!!!!
cosa penso della Toti l’ho scritto a suo tempo quando Mancini la propose in uno dei suoi Venerdì. Grandissima cantante, nella seconda parte della carriera di gusto discutibile; probabilmente al pubblico italiano di quegli anni una Norena poteva risultare un po’ algida.
Caro D.D.
Non posso sapere se Mancini nostro ti spedira’ anatemi,
se lo fara’, prendila come cosa simpatica,
ti garantisco che non e’ l’ultimo, e neppure il solo fan
della Toti rimasto.
A me piace moltissimo per esempio.
Non tollero la sua Cio-Cio San, e non amo la sua Violetta,
proprio per questioni di gusto, maper il resto mi piace quasi sempre.
Grandissima cantante. Titania inarrivabile. Voce favolosa.
E’ forse la cantante che sintetizza più di ogni altra, insieme a Schipa e pochi altri, che cosa vuol dire cantare (un altro al posto mio avrebbe scritto “ciò che io intendo per canto” ma penso sia ora di farla finita con questo gioco del relativismo, anche perché io non parlo mai di “gusto”, “interpretazione” e aria fritta consimile).
io pure sono ammiratore della toti (e chi se ne frega direte voi) pur con le stesse riserve d miguel. A prescindere da cio’ con riferimento a quello che scrive piu’ sotto mancini io non trovo mai grande sintonia tra soprani e tenori degli anni trenta. Cani e gatti insomma