Un esempio di come si possa cantare BENE con voce modesta di proporzioni e qualunque nel timbro, ma omogenea e sul fiato, capace quindi di variare e sfumare la dinamica, sfoggiando vero legato, nitidezza e precisione di ornamentazione, da cui derivano fantasia e pregnanza d’interprete. Un’esecuzione che sollecita il plauso, senza esigerlo con l’arroganza conferita da mezzi (meglio sarebbe dire: mezzucci) estranei all’Arte.
Lezione di canto e dizione. Non c’e’ niente da spiegare, solo ascoltare e imparare.
Dici bene Miguel, ascolto attentamente, eppure, per quanto mi concentri, non la trovo “qualunque nel timbro” anzi personale e brillante. Su tutto il resto concordo con Tamburini.
Mi associo all’elogio per questa grande artista, conosciuta grazie a voi del Corriere (e a Olivia in chat)!
Caro Apollo : Dedicatissimo: http://youtu.be/1-0qRXsa-Oc . Spesso l’arte vince sul mezzo, spessissimo.
Grazie, caro Miguelfleta, anzi, spasiba!