Tralascio l’autobiografia di ascoltatore perchè questa scena fu nel 1969 il mio primo incontro diretto con melodramma, Rossini, Rossini tragico e Mrs Horne, che brandiva una spada debuttando in Scala in un Rossini tragico, un genere, che continuata, ottusa gestione scaligera non avrebbe mai più offerto alla cantante americana.
La voce della Horne era quella di un soprano lirico con naturali o tecnici problemi non tanto nell’emettere gli acuti estremi, ma nel reggere le più tipiche tessiture del soprano. Possiamo anche dire che si sia inventata una voce di mezzo soprano contralto a scapito degli acuti e delle tessiture spianate anche in corda di mezzo soprano acuto e per giunta di volume limitato. Ma in teatro almeno sino al 1984 la voce era sonora e correva il virtuosismo era impressionante per fantasia e fluidità, la forza evocatrice ora dei castrati ora delle dive dell’aetas aurea rossiniana ineguagliata. Poi se proprio vogliamo era presunzione il suo ispirarsi e dichiararlo a cantanti come la Schumann-Heink, la Matzenauer o la Stignani in comune con le quali aveva la sola complessione fisica e la costante applicazione e lo studio. Ma noi tutti ascoltatori ormai prossimi alla mezza età siamo operisticamente parlando i figli della signora Horne e dei suoi guerrieri con il fisico da moglie di senatore democratico anni ’50. Grande, grandissima, unica.
Mamma mia! Che meraviglia quest’esecuzione! E’ stupefacente! Immensa Marilyn Horne (nonostante emetteva a volte alcuni suoni brutti).
Devo però dubitare della sua natura di soprano lirico: la voce della Signora mi sembra del tutto naturale, nient’affatto inventata. Anche perché con la voce inventata non si arriva a 50 anni in splendida forma. Forse la verità è che non era soprano, avendo scoperto successivamente la sua natura.
si si si, ma non si può dubitare della sua natura di graaaaaandissi,a cantante!!!! Non ho visto quell’assedio, ed invidio i presenti del tempo. Ma quell’audio oggi è una delle più impressionanti prove di cosa sia il grande belcanto……e della fine che ha fattol’opera
Ma perché? Dalle mie parole si evince che io ne abbia dubitato? Assolutamente no.
Figurati io Giulia: tu non hai visto quell’Assedio, ma immagino che tu abbia assistito a tante altre serate meravigliose; io non sono mai uscito felice dal teatro!
Caro Antonino, la Marilyn nella sua carriera ha cantato come soprano leggero, soprano lirico, hochdramatisch, mezzosoprano acuto, contralto profondo. Il periodo d’oro della sua parabola e’ ascritto secondo me al quinquennio 1966-1971, dove in effetti, il repertorio mezzosopranile la fece da padrone. Se, pero’ tu avessi desiderio di sentirla in altre tessiture fammelo sapere, te le faro’ avere.
Fu l’unica serata, quella dell’ “Assedio”, nella mia memoria alla Scala, in cui Rina e Aida, Domenico e Giorgione, Tino e Giannino, Caro nome e Carlotta di Opera, Mary e Carlotta di Moncucco, Cristina e Stefano, tebaldiani e callasiani, nostalgici della Giulia e nostalgici della Ebe, tifosi della Fiorenza e tifosi della Grace, Belgir e sorelle camioniste, Paco e Turi, quelli della Freni e quelli della Scotto , quelli che sarebbero stati della Raina e quelli che da tempo erano dela Leyla, insomma : tutti i “nemici storici” del loggione milanese, uscire entusiasti e praticamente a braccetto da teatro. Grazie immensa Horne (e grazie a quell’altra che ci cantava insieme). Non posso non commuovermi seppur dopo tanti anni, all’ascolto di questo capolavoro vocale, che, dedico ai citati, la maggior parte dei quali non e’ piu’ tra noi. Spero, ora, che “modeste voci” non venga giudicato in senso denigrativo, come mi e’ sembrato cogliere da alcune recenti risposte ai brani postati. Miguel.
Dopo l’intervento di saverioorlando sulla Scala della Maria ecco un’altra bellissima testimonianza (ci vorrebbe un libro) di tempi, accadimenti, persononaggi – ahimè – andati.
Grazie, Miguel caro.
grande miguel parole scritte nel metallo piu’. nobile e resistente. Pero’ il titolo della rubrica dovrebbe finire nella categoria gerarchimente superiore. cioe’ MODESTI TITOLI
Ciao Miguel.
Beh, è stranissimo che abbia cantato con tutte queste voci: forse prima di trovare la sua natura ha commesso alcuni errori: può succedere. Ripeto: io nella voce di mezzo (come qui sopra) la sento del tutto naturale, senza artificio alcuno. Ma sono molto curioso di sentirla in “altre voci”; ti chiederò come ascoltarla.
Grazie.
Grande, grandissima, sublime Marilyn . Come avvenne prima con la Callas in altro repertorio, una sua esecuzione del Rossini serio vale ben più di venti disquisizioni musicologiche o presunte tali. Grazie signora, grazie!
Inebriante ascolto.
Ah… (sospiro) Quanto adoro la Marilena!!!
Grazie davvero a Miguelfleta per il bellissimo ricordo!
Altre serate, altre voci, altro pubblico… Quando qualcosa anche per noi, noi nati troppo tardi???