E’ forse impropria l’etichetta di “modesta” per la voce di Aureliano Pertile, timbricamente ben poco maliosa (l’opposto della “voce d’oro” del finitimo Martinelli) ma in pochi casi eguagliata quanto ad ampleur. E il cantante, come dimostra la cavatina di Riccardo (una parte oggi dominio assoluto di tenori al più da Amico Fritz), è esemplare per la capacità di cantare piano, con dinamica sfumata e accento vario e sempre adeguato al testo letterario e musicale, oltre che per la lunghezza davvero impressionante dei fiati.
4 pensieri su “MODESTE VOCI: AURELIANO PERTILE”
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Dopo una lezione di canto e d’interpretazione come questa non ci sono commenti da fare- solo riflessioni!
Quando si ascolta la prima volta Pertile ci si confronta con un modo di intendere il canto, la cura dell’espressione, la giustizia resa ai segni agogici previsti dal compositore, ma anche con una sapiente e studiatissima semplicità del porgere da far sorgere il sospetto che non si possa cantare altrimenti che così. Alla seconda volta il sospetto diventa certezza: questo è il canto. E basta.
Sempre preferito Pertile a Martinelli.
La prova che non serve avere una bella voce per fare il cantante, ma una buona tecnica. Eccellente in questo caso. Semplice canto sul fiato (QUESTO, CARO ISOTTA, È CANTO SUL FIATO!!!!), ma che lavoro e studio ci sono dietro!