Proponiamo oggi, in uno dei suoi dischi più famosi (inciso quando la cantante aveva già alle spalle un ventennio di carriera, il che si avverte segnatamente in zona medio-acuta), una voce non certo privilegiata dal punto di vista timbrico, ma esemplare sotto ogni altro aspetto, dal canto di agilità alla dizione e al fraseggio. Amelita Galli Curci rappresenta la più eloquente risposta a quanti ritengano i soprani leggeri d’antan, ipso facto, una schiera di gallinelle o cocorite che dir si voglia. Spesso una simile opinione vive e si sostanzia di ascolti frettolosi e parziali, oltre che della necessità di “tenere su” miti contemporeanei, da cui neppure il dottor Frankenstein potrebbe ricavare qualcosa di utile.
2 pensieri su “MODESTE VOCI: AMELITA GALLI CURCI”
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il mio primo soprano leggero che ho sentito e nonostante tutto rimane la mia preferita per la completezza tecnica, il gusto sopratutto nei brani leggeri, l’assenza di leziosaggini e bamboleggiamenti. Preciso che non ritengo soprani leggeri , Kurz Siems e Nezdhanova e che l ‘unica concorrente della mia concittadina è Maria Ivogun, sentite entrambe in don Pasquale e poi si può discutere. Di arte mica di quisquillie e pinzillacchere
Infatti uno dei motivi dello scarso successo di Toti Dal Monte presso i pubblici anglosassoni fu proprio il fatto che doveva confrontarsi con la Galli Curci, che era molto più fine e stilizzata.