La patria oltre che un’entità fisica è un luogo dello spirito perché quei valori che sono significanti della patria sono, prima di tutto luogo dello spirito. Sarò molto tradizionalista e limitato, ma la patria è quella che Manzoni qualifica con “una d’arme, di lingua e d’altar”. E tutto questo ha a che fare con la passione per musica, melodramma, voci e storia ora di canto ora di interpretazione, soprattutto in un momento in cui al di là della proposizione in stadi e teatri dell’Inno di Mameli, il concetto di patria latita e di molto? Certo, altrimenti gli ascolti musicali per salutare il 2012 e augurare un buon 2013 non sarebbero stati dedicati alla PATRIA. Solo che per riprendere la magistrale definizione manzoniana qui celebriamo una patria molto specifica: ossia quella del buon canto, del rispetto dell’autore, della sua poetica e più in generale di quegli aspetti ed elementi che sono irrinunciabili per fare o meglio rappresentare ancora l’opera. Quindi la parola patria, il rimpianto per la stessa, spesso coincidente con quello per momenti felici e perduti della vicenda dei protagonisti del melodramma oggi non ha più il significato che assunse nell’800 e comunque nel normale linguaggio, ma altro e ben diverso rapportato al peculiare luogo del corriere della Grisi. Diviene, quindi, il grido di dolore per la tristezza del presente dove i valori della patria dell’opera sono incompresi e vilipesi, ossia l’anelito per un futuro migliore, che come insegna il lombardo poeta si fondi sui valori della tradizioni. Quei valori in nome dei quali tutti i giorni Natale compreso qui e SOLO QUI si dibatte.
Buon 2013 a tutti da tutti quelli della Grisi, che ben vi siete accorti sono aumentati!!!!!!
Gli ascolti
Monteverdi
Il Ritorno d’Ulisse in Patria
Atto I
Di misera Regina – Gabriella Gatti (1949)
Cimarosa
Gli Orazi e i Curiazi
Atto I
Ed a un tal patto solo…Quelle pupille tenere – Gianna Rolandi (1989)
Rossini
L’Italiana in Algeri
Atto II
Pronti abbiamo e ferri e mani…Amici, in ogni evento…Pensa alla patria – Martine Dupuy (1987)
L’assedio di Corinto
Atto II
Qual mai tumulto? – Beverly Sills, Shirley Verrett, Justino Diaz, Besty Norden & Richard Best (1975)
Verdi
Macbeth
Atto IV
Patria oppressa, il dolce nome – Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, dir. Victor de Sabata (1952)
Aida
Atto III
O patria mia – Giannina Russ (1908)
Un ballo in maschera
Atto II
Mezzanotte! – Tina Poli Randaccio (1919)
buon anno auguri,e grazie per gli ascolti (la parola patria in questo periodo,dove è l’europa a dettare,comincia ad avere un importanza relativa)
Mi complimento con voi per gli ottimi ascolti proposti, in particolare per la scelta dell’Italiana in Algeri, che secondo me è un’opera che-ridendo e scherzando, letteralmente-ha una componente patriottica per nulla inferiore ad un Nabucco o ad un Macbeth.
Troppo spesso ne viene presa in considerazione solo la parte comica, e invece secondo me ciò che rende quest’opera un Massimo Capolavoro è proprio l’inserimento di un velo di ricercatissima malinconia tra le note frizzanti della commedia.
Buon Anno a tutti i membri, sperando che sia un 2013 sereno e pieno di buona musica (almeno qui 😉 ).
Caro Pasquale, è proprio in questo periodo, nel quale è l’Europa a dettare legge, che occorre riscoprire il significato della parola “patria”. E te lo dice uno che, socialista da sempre, ha nel massimo dispregio qualunque forma di patriottismo nazionalista. Ma non posso vedere il mio paese schiacciato da una orribile burocrazia europea asservita agli interessi più reazionari. E qualcosa pure bisogna fare per opporsi alla politica vergognosamente razzista delle élites tedesche e dei loro degni compari, sempre alla ricerca di un capro espiatorio su cui scaricare le proprie difficoltà. Questa Germania, stretta in una vertiginosa decadenza culturale, che non ha nulla da invidiare a quella italiana, ha ben poco a che vedere con quella che amo, la Germania di Beethoven e Lessing, di Goethe e Carl Maria von Weber, per assomigliare invece terribilmente a quella di Guglielmone, per non dire di peggio.
Marco Ninci
come non darti ragione Ninci,l’Europa come era nella visione dei padri fondatori,doveva essere un Europa sociale culturale,con un fine comune,lo stesso concetto di patria doveva essere superata,la patria era -doveva -essere l’Europa,purtroppo sono rimasti solo sogni,l’unica cosa che ci unisce maggiormente,è la moneta unica,fonte di tutti problemi,però diciamoci la verità,può mai essere unito un continente che fino a 60 anni si prendeva a cannonate? un europa che era nata con dei paesi ben precisi,dopo si è allargata a dei paesi molto distanti dal pensare europeo?
Certo la parola patria dovrebbe essere di orgoglio,ma per lottare contro cosa?tra una quarantina d’anni ,con una emigrazione senza controllo di chi sarà la patria?ma forse ha ragione Napolitano,chiunque nasce in Italia deve essere italiano,bisogna vedere se il nascituro vede l’Italia come sua patria…
d’altronte Donzelli inizia “La patria oltre che un’entità fisica è un luogo dello spirito perché quei valori che sono significanti della patria sono, prima di tutto luogo dello spirito. Sarò molto tradizionalista e limitato, ma la patria è quella che Manzoni qualifica con “una d’arme, di lingua e d’altar”.”
dai tempi di Manzoni,sono cambiate tante cose.