Aspettando il cigno, cuciniamo con l’oca. Terza puntata: Lohengrin in russo… e il ragoût d’oca

E’ la vigilia del grande giorno e la notte della vigilia, di qualunque vigilia, è lecito sognare, immaginare, ricordare. Alcuni di noi, che hanno assistito alla “primina”, preferirebbero forse dimenticare.

Nessun oblio più dolce, nessun incanto maggiore di quello offerto dai grandi cantanti russi, vuoi zaristi vuoi staliniani, alle prese con le pagine più celebri del Lohengrin. Cantanti che in dieci minuti scarsi rispettano più segni di espressione, si concedono e di conseguenza elargiscono al pubblico più filature e smorzature di quanto celebri e conclamati wagneriani (o verdiani, o straussiani o pucciniani) abbiano mai osato in tutta la loro carriera. Artisti grazie ai quali è facile e immediato entrare nella dimensione del sogno, dell’utopia, della fiaba arcana e terribile che è la cifra caratteristica di quest’opera e in fondo di tutto il teatro del compositore tedesco. Al punto che appare legittimo chiedersi come mai questo incanto, o se si preferisce, questo sublime inganno risulti oggi così labile e sfuggente, tanto oscuro e impenetrabile da richiedere dotte conferenze introduttive, maratone televisive, battage pubblicitario costante lungo tutto il mese che precede la sera del debutto, quando per converso le prove dello spettacolo stesso non incominciano che a pochi giorni dalla suddetta prima.

E prima degli ascolti, come di consueto, la ricetta di Donzelli.

Ragoût d’oca

Ingredienti:

– la carne di un’oca (escluso il petto)
– il grasso dell’oca
– una cipolla
– due carote
– un gambo di sedano
– due foglie di alloro
– qualche chiodo di garofano
– un pezzetto di cannella
– il contenuto di una stecca di vaniglia
– una bottiglia di vino rosso (Bonarda o Barbera)
– una noce di burro
– due cucchiai di concentrato di pomodoro

In una pentola tritare finemente il grasso dell’oca, sedano carote cipolla e tutti gli odori.
Sfumare con un bicchiere di vino in modo da togliere il sapore del grasso dell’oca.
Aggiungere tutta la carne dell’oca tagliata finemente a dadini ossia battuta a coltello.
Fare rosolare, salare e pepare in abbondanza. Sfumare con un altro bicchiere di vino.
Aggiungere poi dopo una mezz’ora di cottura due cucchiai di concentrato di pomodoro diluiti in pochissima acqua calda.
Portare a cottura aggiungendo sempre e solo vino, mai acqua o brodo. Tempo di cottura richiesto: circa due ore.
Accompagnamento canonico: polenta.
Il piatto è ricordato nel celebre romanzo di Gianni Brera “Il corpo della ragassa”.

Domenico Donzelli

 

Gli ascolti

Wagner – Lohengrin

Atto I

Einsam in trüben TagenAntonina Nezhdanova (1912)

Nun sei bedankt, mein lieber SchwanIvan Kozlovsky (1937)

Atto II

Euch Lüften, die mein KlagenAntonina Nezhdanova (1910)

Atto III

Das süsse Lied verhalltLeonid Sobinov e Antonina Nezhdanova (1910)

In fernem LandDmitri Smirnov (1911), Sergei Lemeshev (1949)

Mein lieber SchwanIvan Kozlovsky (1937)

 

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4 pensieri su “Aspettando il cigno, cuciniamo con l’oca. Terza puntata: Lohengrin in russo… e il ragoût d’oca

  1. Eh si invece!
    Lemeshev, Thill, Ansseau, Pertile, Verdière, Smirnov, insieme ai grandi dell’area mitteleuropea, son loro i grandi Lohengrin della storia, almeno da quando esiste il disco. Ciao Imparato, i maestri ci vogliono, no? Poi ci sono stati anche ottimi allievi, ascoltabilissimi.
    Buon Sant’Ambrogio.

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