Se il personaggio di Anna è stato almeno fino al 1950 tradizionale “territorio di caccia” per le voci di Hochdramatische, quello di Elvira era appannaggio dei soprani lirico spinti. Giusto e adeguato rispetto delle proporzioni, drammatiche quanto vocali. Poi la moda, che come tutte le mode nasce da una contingenza e magari da una penuria, della “liricizzazione” si affermò nel repertorio mozartiano e destinò la credula dama di Burgos alle voci che, stentando in acuto, non potevano aspirare al ruolo della figlia del Commendatore. Naturalmente con la moda iniziò anche la damnatio memoriae e si affermò che finalmente il dettato musicale e le esigenze espressive avrebbero trionfato sulle bellurie sonore e sulle letture trionfalistiche, monocordi, sussiegose e ovviamente matronali. Ascoltando Johanna Gadski, paradigmatica interprete wagneriana e verdiana, scandire il recitativo, largheggiare in mezze voci e smorzature ed eseguire con la massima sicurezza il canto fiorito del rondò viene da pensare che la damnatio memoriae abbia un solo, vero nemico: le testimonianze del passato, che resistono, resistono, resistono alle più scoperte e proterve menzogne.
2 pensieri su “VOCI IMPORTANTI: JOHANNA GADSKI”
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Il recitativo è davvero molto bello. Affermare però che esegua “con la massima sicurezza il canto fiorito del rondò ” mi sembra eccessivo. Legato poco fluido e prese di fiato incongrue spezzano a tratti la linea musicale. Almeno a mio modo di sentire.
Forse preferisci la Signora Legge, o le sue attuali epigone? L’unico serio difetto di questa Gadski è la pronuncia… per quanto un soprano di cui si riescano a comprendere le parole, nella lirica, sia più raro dell’araba fenice.