approdiamo all’Italia anzi alla Sardegna per iniziare a proporre le voci importanti patrie.
Bernardo de Muro divenne famossisimo come cantante verista e del Verismo più oneroso come Isabeau. Anzi si ritiene che la scrittura marcatamente centrale e sul passaggio prevista per Folco abbia defatigato lo strumento vocale davvero privilegiato del tenore di Tempio Pausania. Come si ritiene che la piccola statura sia sempre stata per il tenore sardo il freno ad affontare in teatro il ruolo di Otello di cui, però, incise tutti gli assolo. Splendidi per facilità di canto, squillo e duttilità della voce. Proprio per offrire un’immagine più completa del tenore, che era dotato non solo di una cospicua voce, ma anche di un dominio tecnico notevole, proponiamo l’aria del quarto atto di Africana. Banco di prova e discrimine del sapere o non sapere cantare con quell’attacco sul fa diesis e la salita al si bem nella frase “tu m’appartieni” smorzato e legata con un fiato fenomenale alla successiva e la capacità di cantare non solo forte come, a torto, si crede facciano i cantanti di marca verista.
Ma quale tutto forte! Ancora ci son persone che giudicano l’interprete verista in grado solo di cantar forte?
Ridicoli.
Si vuol sentir cantare bene un tenore?
Ok, De Muro canta ottimamente Africana e Chenier, Aida ed Iris.
Non e’ che ci vuol l’Universita’ eh, e’ qui’ da sentire.
Splendido cantante! Il suo Chénier è unico!
B*R*A*V*O Miguel!
E bravo pure Donzelli, ottimo ascolto e ottimo esempio di vero cantante, verismo o non verismo.
(P.S. Domenico, te lo dico qui anziché là: non mi riferivo a te quando chiamavo in causa chi ritenesse il Verismo musicaccia…)