Voce importante Eleanor Steber, tanto importante che al Maggio fiorentino sopravanzava Mario Del Monaco in Fanciulla del West per proiezione ed espansione della voce nella sala. Voce importante, regina del repertorio mozartiano, straussiano e verdiano, sino all”opera moderna, straordinariamente capace nel canto d’agilità di forza: la sua incisione della cavatina di Rosina è un vero must dell’esecuzione rossiniana. Voce importante perchè fondata non sulla natura, di certo generosa, ma sulla tecnica del fiato praticamente perfetta. I registri omogenei, i passaggi di registro dominati in modo assoluto, il controllo del mezzo evidente nell’esecuzione delle messe di voce e nelle smorzature. Eleanor Steber, un soprano lirico che cantava normalmente da soprano spinto, anche due recite al giorno nelle domenicali del Met di cui fu una delle regine degli anni ’40 e ’50. La bionda Eleanor, tanto temperamentosa quanto versatile: non una voce ma un’Artista importante, di quelle che ti entrano nell’anima per l’espressione intensa e poetica.
57 pensieri su “VOCI IMPORTANTI: Eleanor Steber”
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Questa registrazione documenta una delle più grandi esecuzioni operistiche di tutti i tempi. Fu lo stesso Del Monaco a raccontarmi che in quell’ occasione dovette impegnarsi al massimo per non farsi sovrastare dalla Steber.
La Steber ! Ascoltate tutti, di tutti i registri. Una meraviglia! L’ho sempre apprezzata. Tratta male dagli uomini e dal Mr. Bing. Una G R A N D E!!
La Steber! ♥ !
Questa è telepatia. Proprio ieri sera stavo ascoltando questa meraviglia; non sapevo di questa edizione e appena sentita mi sono detto esattamente quello che scrive qui sopra Mozart: una pagina di storia dell’opera.
L’unico appunto lo faccio a del Monaco: un Johnson un poco troppo avaro di colori.
La Steber…. beh la Steber ve l’ho già detto: ce l’ho nel cuore e me la tengo stretta!
P.S. Gianguido, sappi che ti invidio da morire per aver conosciuto Mario del Monaco: non è il mio tenore preferito per diverse ragioni, ma che fosse una grande voce e che il teatro d’opera ne sarebbe rimasto impoverito se non lo avesse avuto, di questo non ho avuto mai alcun dubbio. L’ho sempre ammirato molto.
Perciò spero, prima o poi, di leggere un tuo personale ricordo di del Monaco. Magari da queste colonne, ospite dei nostri amici della Grisi o altrimenti sul tuo blog, ammesso che già non vi sia.
…e comunque Giulia, la tua descrizione di Eleanor Steber coglie nella brevità tutto di questa splendida artista.
Non so se si sia trattato di un caso fortuito o se la vostra scelta sia stata consapevole nel dedicare il 3 ottobre alla voce della Steber: ma esattamente il 3 ottobre di 22 anni fa, questa grandissima, bellissima donna chiudeva per sempre gli occhi al mondo. Voluta o meno la cosa, un bel modo per ricordarla.
confessiamo assolutamente casuale, ma ne siamo lieti perchè la Steber è uno dei soprani amatissimi su questo sito da tutti gli autori. Qualunque cosa canti e per polemica dico peccato non abbia cantao Bolena, Borgia, Devereux e magari Armida e Semiramide!!!!!!
Spledida esecuzione davvero. La più belle edizione della “Fanciulla” disponibile. Anche Del Monaco è al meglio. Certo fu anche merito di Mitropoulos, grandissimo direttore oggi non tenuto nella giusta considerazione (da alcuni…)
su questo blog, sai bene, mitropoulos è un MITO, assai più dei suoi ammiratori che spesso pedissequamente lo copiano. Sapete bene di chi parlo…..
Scusami, Billy, ma Mitropoulos è uno dei direttori su cui c’è praticamente un giudizio unanime: uno dei geni assoluti della bacchetta. Non ho mai né sentito né letto un giudizio diverso da questo. Lo stesso Karajan è un musicista estremamente discusso; così Toscanini, così Abbado, così Muti, così Bernstein, così lo stesso Kleiber o Celibidache; ma Mitropoulos no, proprio no.
Marco Ninci
Forse non hai mai letto certe critiche al riguardo di sue esecuzioni al Met , dove gli si rimproverano squilibri fra buca e palcoscenico, poca attenzione alla filologia interpretativa,eccessive (!) libertà interpretative ecc. Io lo amo senza distinguo di sorta e considero la sua esecuzione del Ballo in maschera una fra le più belle interpretazioni verdiane consegnate alla storia del disco (nonostante la Milanov non mi convinca granchè) . Definirei il suo stile interpretativo “dionisiaco” , maledettamente eccitante.
Consiglierei i “laudatores”di Domingo di confrontare questa inarrivabile interpretazione con le almeno 3 registrazioni del loro beniamino, e , senza polemica alcuna, potranno cogliere le incolmabili differenze. Ma soprattutto sbalorditivo e’ Mitropoulos,ho ascoltato le edizioni dirette da Maazel e ho dovuto riprendere Mitropoulos…
Guardate: pure io che non ci capisco un tubo di direzione, mi sono reso conto della grandezza di Mitropoulos… Come ha saputo qui esaltare le tonalità di colore della partitura di Puccini lo sa solo Iddio. Grandissimo.
No, Donzelli, non lo so di chi parli.
Marco Ninci
Abbado ?
Quali sono queste critiche, Billy? Mi potresti dare qualche indicazione? Se poi l’ammiratore che copia Mitropoulos secondo Donzelli è Abbado, difficilmente si potrebbe fare un’affermazione più imprudente. La cifra totale del direttore milanese ha ben poco a che vedere con Mitropoulos. Forse nel Simon Boccanegra? Anche qui le due visioni interpretative divergono profondamente. Mitropoulos sembra quasi riportare l’opera agli slanci del primo Verdi (impressionante il modo in cui nel postludio all’aria di Fiesco “Il lacerato spirito” si colgono echi di chitarre, quegli stessi echi che si ritrovano nel preludio dell’Ernani), Abbado invece si immerge in una visione malinconica e decadente dell’opera.
Marco Ninci
Non voglio dargli la soddisfazione di citarlo qui. Sappi che nella sua discografia “ragionata” riesce a parlare male sia dei Pagliacci diretti da Mitropoulos che della sua Manon Lescaut e persino dell’Ernani !
Torniamo alla Steber, va, che è meglio prima di innescare l’ennesima polemica pro-contro Abbado…
Caro Enrico, la Steber è immensamente grande. Io ho anche una sua incisione delle “Nuits d’été” di Berlioz, con la direzione ancora di Mitropoulos, che mi sembra la più bella esecuzione di questo eccezionale capolavoro berlioziano. Per quanto riguarda Abbado, ammesso che sia lui il musicista cui si riferisce Donzelli, che spesso ha questo gusto delle misteriose allusioni (io invece, come credo tutti sappiano, sono sempre per il nome e il cognome, in ogni caso), qui non si tratta del pro o contro di lui. Si tratta invece di delineare le diverse fisionomie di due grandi musicisti. Che c’è di polemico in questo? Per altro, voler tenere fuori dalla porta la polemica in un sito di melomani, forse la categoria più allegramente rissosa dell’universo, mi sembra francamente una assurdità. Per quanto riguarda la “Fanciulla”. Io per ragioni anagrafiche non l’ho vista dal vivo; e, se l’avessi vista, da bimbetto qual ero non ci avrei capito nulla. Ma, a giudicare dalla registrazione, mi sembra di poter dire che si tratti di una delle più straordinarie esecuzioni operistiche di tutti i tempi; forse ancora superiore all'”Elektra”, all'”Ernani” e alla “Forza del destino” che in quegli stessi anni Mitropoulos diresse a Firenze, con cast di prima forza (non li nomino perché li conoscono tutti). Se paragono quelle esecuzioni con la minestra scipita che oggi il Maggio propone a noi fiorentini (con l’eccezione delle produzioni di Ozawa, purtroppo ora molto malato), il rimpianto è cocente,
Marco Ninci
Scusa, Marco, sono di fretta e quelli che infilo qui di seguito sono frasi messe un po’ così. Hai ragione. È una categoria rissosa per definizione. Però nel loggione. Qui io mi sono sempre augurato fosse un pelo diverso. Appunto perché di là c’è rissa, spero che qui si parli di canto. Che non vuol dire essere tutti d’accordo: ma almeno discordare bene.
Quanto ad Abbado e Mitropoulos. A me personalmente piacerebbe un’analisi di quello che fanno dal podio: una seria disamina delle scelte che rendono grande o meno un direttore…. Io, per quel che mi riguarda, avrei molto da imparare: per me questo blog è anche questo.
Quanto al ciclo de Les Nuits d’Èté lo sto ascoltando e riascoltando sul Tubo proprio in questi giorni. Peccato mi abbiano detto che il CD sia fuori catalogo. Potrei accontentarmi di iTunes, ma desideravo proprio il disco fisico.
In particolare, ho passato un intero pomeriggio a ascoltare e riascoltare come in preda ad una comulsione la Villanelle cantata dalla Steber. Chissenefrega di qualche suono un po’ tirato per la collottola: è una esecuzione che ti riempie l’anima.
Quindi concordo in tutto con te: la miglior resa del ciclo berlioziano è quella.
Sai però cosa mi paicerebbe avere? il suo “Black tie, black towel concert” altrimenti noto come Continental Baths Concert! 😀
ahhhhhh….quelle Nuit d’etè steber mitr sono…..un monumentooooooooooo…..poesia pura
Sono quasi cinquant’anni che ascolto – prima in LP poi in CD – quel monumento almeno una volta alla settimana.
Però… però… permettetemi, anche il Crespin-Ansermet non scherza.
giova alla salute ….hahah! Quando in scala la povera ganassi ha osato cantarle in concerto con quella disgrazita pianolista…..ero con fleta…..gesù perdonale perchè non sanno cosa cantano! Abituata a quelle nemmeno riconoscevo i brani…ero interdetta…
L’ultimo è un sontuoso CD Sony Masterworks Heritage del ’96, con all’interno una foto in cui la Steber canta accompagnata al piano dal suo cocker. Accompagnatore, quello, forse più sensibile della pianistola menzionata da Giulia.
Siccome ieri volevo fale una dedica a 22 anni dalla morte, cerercavo la foto in cui ride reclinando il capo all’indietro, una delle tre foto sue più belle, per metterla al posto della mia ridicola foto di profilo su Facebook.
La ricerca mi ha condotto su un blog in cui si raccontavano due cose che non sapevo. La prima è appunto l’episodio del Continental Bath concert la seconda è che, dovendo registrare, una mattina la Steber si presentò agli studi ancora in preda ai fumi dell’alcool (a quanto pare una sua grande debolezza). Ebbene l’aneddotica racconta che non volle registrare quanto in programma, ma si impuntò per cantare quello che dovrebbe essere questa cosa qua:
http://www.youtube.com/watch?v=9UvBwKHsk8U …dove a mio avviso la Steber asfalta la Callas, sotterra la Sutherland e riduce in cenere la Sills.
Qualcuno ha riscontro della cosa?
Ma se è vero m’attacco anch’io alla bottiglia!
Liberissimo di attaccarti a tutto quello che vuoi, caro Enrico, ma non e’ che l’amour pour Madame Steber a trop “etendu sur TOI ses ailes?” Che c’entrano, al di la’ della grandissima levatura artistica, enormi belcantiste come Sutherland, Sills e Callas (quale Callas? Martini & Rossi 1954, o l’ombra della stessa Emi 1963?) , con una pagina come “Depuis le jour”? La cantano piuttosto bene tutte e tre, anzi, la cantano meglio della Steber, ma nessuna delle quattro e’ nel proprio elemento , dai. Ascoltati invece la Elsa di Brabante della grande Eleanor, ruolo perfetto per la sua vocalita’ e che nessuno mai rammenta. Asfalta? Incenerisce? Sotterra? Polverizza? Mah!!!
Ma no! Ma no! Miguel, la mia era un’esagerazione voluta! 😀
Sul fatto che però nessuna delle 4 non fosse nel suo brodo nell’aria della Louise, non saprei cosa risponderti: conosco l’aria, pressoché onnicantata da soprani di quasi tutte le fatte, però non oso sbilanciarmi sulla vocalità adatta per Louise. Certo che da quando conosco l’aria, più o meno dalla prima adolescenza, l’ho sempre sentita cantata prima dalla Callas e poi dalle altre citate. Ci aggiungo pure la Moore cinematografica.
La mia voleva essere solo un’iperbole per dire che nell’esecuzione della Steber che ho linkato (in studio), ma anche nel live del ’52, ci trovo un “quid pluris” che non mi arriva dalle altre. Questo vale per me, però: infatti prima di dire quello che ho detto ho scritto 3 paroline magiche: “a mio avviso” 😉
Ovvio, poi che la Callas non è asfaltabile, né la Sutherland sotterrabile e nemmeno la Sills inceneribile…. Queste tre appartengono al mio pantheon di divinità domestiche! Ma che la Steber, in generale meno perfetta delle altre, in quest’aria mi piaccia di più, sì, questo lo ribadisco.
La sua Elsa è stupenda. E anche io vedo la sua voce molto adatta per Lohengrin. Ma ti dirò: non mi dispiace nemmeno la sua Elisabetta di Valois. Anzi…
come sempre hai torto, caro Ninci, Abbado paragonato a Mitropoulos è un mediocre copiatore e adesso scannatevi pure….. Abbado me lo sono sorbito per anni e non può neppur lontamente confrontarsi con Mitropoulos
Guarda, Donzelli, io scrivo in italiano e non in ostrogoto. Quindi penso di essere comprensibile. Io, riferendomi a quello che hai detto tu, non ho contestato il fatto che Abbado sia mediocre; si può anche pensare che lo sia, anche se a me francamente una simile opinione suona un po’ strana. Ho contestato invece che copi Mitropoulos; penso invece che siano due personalità diversissime. Questo è quello che ho detto; il che non implica un giudizio di valore. Ma è proprio così difficile capire quello che si legge?
Marco Ninci
allora siccome non lo copia ascolta il finale del primo quadro del ballo dove il tempo è lo stesso, ma Abbado, ovunque, pesta mentre Mitropoulos suona persino con un’orchestra che, senza condividere l’opinione di Duprez, non erano certo i Berliner oppure ascoltati in toto Elektra assolutamente identica per lo stacco dei tempi e le sonorità……….. ti pare poco e poi magari ascoltiamo anche il genere sinfonico
Ma no, Enrico, ci sono differenze di opinione che hanno sempre un elemento di visceralità. Non mi sembra un gran problema. Io ho provato a dare un minuscolo assaggio della differenza fra i due grandi musicisti. Ma so che alla fine un’oggettività completa è irraggiungibile, qualunque cosa se ne pensi. Basta esserne consapevoli e cercare di non sopraffarsi l’un l’altro. E tuttavia. Quello che accade nei loggioni accade nei blog, perché le spinte indiduali, personali sono troppo forti e in queste la competenza frequentemente annega.
Ciao
Marco Ninci
Ho detto “frequentemente”, non sempre sempre sempre.
Marco Ninci
qui devo smentirvi tutti. Il loggione della scala da tempo, se escludiamo quelli del corriere della Grisi e pochi altri può sembrare a scelta l’aereoporto di Bergamo quando arrivano le badanti dai paesi dell’est ovvero la Malpensa quando arrivano i voli dall’estremo oriente, ovvero l’asilo per gli anziani, alcuni affetti da Alzaheimer, tutti da sordità cronica ovvero una sauna ( e il resto non dico) quello di parma solo ed esclusivamente la sala di ricreazione di una casa di riposo .
poi dite pure che donzelli sia cattivo!!!!!!
Va be’, Donzelli, uno stacco tempo, una sonorità singola…Ma come si fa a parlare di copiatura a partire da queste basi? E’ totalmente ridicolo…Si deve guardare la fisionomia complessiva di un interprete. Ma basta di ciò. Devo dire che è la prima volta che vedo usare il termine “sorbirsi” per Claudio Abbado. Non l’ho mai né sentito né visto fare. E’ dire che io sono tutt’altro che un abbadiano. La mia inclinazione personale è piuttosto per il Maestro (o Maeschtro) Muti, dopo le grandi esperienze vissute con Karajan. Ma certo il Rossini comico (la Cenerentola a Firenze nel ’71 rtimane una delle grandi date della mia vita musicale, un critico tutt’altro che sciocco come Mario Messinis parlò di “Rossini del secolo”), Wozzeck, Pelléas, Simone, Don Carlo, Fierrabras, Boris, Khovantschina mi sembrano vertici assoluti dell’esecuzione operistica del secondo dopoguerra.
Marco Ninci
E poi Elektra non è identica per niente. Io l’ho sentita a Firenze ed era stimolantissima per il clima espressionistico, che ricordava il Karajan del ’61 a Salisburgo e non il Mitropoulos degli anni precedenti sempre a Salisburgo, molto più tardoromantico. Quel tardoromanticismo che ci si sarebbe aspettato da Karajan (il “floreale” di Elektra sarebbe stato realizzato molto più tardi da Ozawa) e da cui Karajan invece si era tenuto lontano. Era stato molto più espressionistico Mitropoulos a Firenze nel ’51. Tutto questo per dire che la faccenda della “copiatura” non ha molto senso a questi livelli e ricorda piuttosto un clima da terza media.
Marco Ninci
Per Lily :
Ciao e buona giornata, Lily.
Non conosco il cane della Eleanor, ma la tipa a cui si riferiva la Giulia, (la pianista della Ganassi), “a l’era teribil”, e sai che con gli accompagnatori sono abbastanza di bocca buona generalmente…
Hai ragione su Crespin-Ansermet, edizione molto bella.
Amo molto anche le edizioni con la Graham, la L.Price e quelle,
accompagnate al pf. con Teyte.
http://youtu.be/GCYyMEOelbs . Questo e’ per te,ciao Lily.
Posseggo il disco della versione Crespin – Ansermet… sapete che non mi convince? Un po’ per i tempi staccati da Ansermet, un po’ perché la Crespin, pur bravissima… Mah…. Non mi è mai arrivata molto.
Mi mangiate se vi dico che mi piace la versione della Norman?
Enrico,
il Berlioz di Jessye e’ uno dei migliori, lo sai bene, lo sanno tutti gli amanti del buon canto.
Se poi quel buon canto e’ espresso con quella voce…. . Senti qui’, vabbe’ qualche sassolino c’e’, ma cosa fai? Ti metti a criticare una roba del genere? http://youtu.be/Hy3e-j8MxW8
Mi son dimenticato di citarla, ma e’ disattenzione mia, lei faceva delle gran Nuits d’été. Anche se preferisco Teyte o Price.
Ciao, Miguel.
Ah, Miguel: mi dai sempre grandi soddisfazioni! Guarda ad essere sincero mi sembrava di aver colto una sottaciuta diffidenza nei confronti della Norman: felice di essermi sbagliato, perché non lo capivo, ritenendo la Norman uno degli ultimi avamposti di bel canto nella nostra contemporaneità.
Ti devo confessare che mi piacerebbe davvero molto sentirla dal vivo e che se per uno scherzo del destino “da grande” dovessi diventare un suo collega, mi piacerebbe riuscire a fare più o meno le scelte professionali che ha fatto lei.
Grazie poi per il video: non lo conoscevo. Quanto ai sassolini, come ho già detto e rieptuto li aveva pure la mia amata Eleanor: e chisseneffrega! Son difetti persiani, in tanta meraviglia! Poi da chi possiede strumenti così generosi, qualche imperfezione è da mettere in conto. Sai, è un po’ come sull’etichetta di alcuni capi d’abbigliamento dove sta scritto che evenutali difetti riscontrabili sono dovuti alla fibra naturale utilizzata….
Caro Enrico, non so che cosa non ti convinca nella Crispin, la dizione chiara e perfetta, la naturalezza, i colori, la purezza del canto, un languore trasognato di cui Ansermet è complice, per me, sono le più belle nuits d’étè, pur apprezzandone anche altre, in primis quelle della grande Steber. La Norman non mi convince affatto, la voce è magnifica ma troppo manierata e artificiosa e non capisco una parola di quello che dice.
http://www.youtube.com/watch?v=XxlchhfkC1I
Per par condicio : http://www.youtube.com/watch?v=h9eaWfoHHio&feature=related
Olivia carissima, la Norman è una vera forza della natura. E’ come il Mississipi, che scorre lento, maestoso, enorme, implacabile e – ai miei sensi – noioso. Questo per dire che – pur restando impressionata dal fenomeno – non riesco mai a emozionarmi davanti al suo canto, e non solo in Berlioz.
Perdonate la soggettività del commento, che lascia il tempo che trova.
Bella l’immagine della monumentale e possente Norman, sono totalmente d’accordo con te .
Ciao Lily, buona domenica.
Lily, anche a me piace molto la metafora fluviale, però la vedo in senso contrario: non so il Mississipi, ma talvota la voce della Norman mi sembra un fiume in tumulto: http://youtu.be/WPUT-LDo_nY
Olivia cara, innanzitutto vorrei chiarire che sulla Crespin non ne faccio in alcun modo una questione di tecnica. Semmai faccio qualche considerazione personale. La prima, in punto “natura”: ogni volta che la sento, mi arriva la sensazione che si trattasse di un mezzosoprano che cantava – magnificamente – da soprano. Volendo proprio tirare un po’ d’acqua al mio mulino, il suo abbassamento di registro a fine carriera potrebbe confermare le mie sensazioni? Non so. Congetture, ma sufficienti a far sì che in qualche modo scorga delle ambiguità nella sua vocalità.
In secondo luogo, dici bene: il canto della Crespin è languido; al mio orecchio, tuttavia, c’è molto di più: è proprio la voce della Crespin, a prescindere da cosa canti, che mi ispira un che di crepuscolare che mi squieta.
Per quanto riguarda, in particolare, l’incisione con Ansermet, lì mi permetto, da profano, l’ardire di criticare il tecnico del suono, reo di non aver reso il debito onore alla magnifica voce della Crespin.
Grazie Enrico per avermi spiegato il tuo giudizio che comprendo anche se non lo condivido.
Non volermene se pure ne “la Norman uno degli ultimi avamposti di bel canto nella nostra contemporaneità” riscontro un gusto per l’iperbole.
Con cari saluti Olivia.
Beh, oddio non mi pare canti affatto male la Norman, dai.. qui, tecnicamente parlando. Se la questione è sulla dizione anche la Price i suoi problemucci li aveva, eppure non penso nessuno dubiti cantasse bene.
Quanto alla Crespin, ribadisco che si tratta dei miei gusti soggetti a mutevolezza. Resta comunque una magnifica cantante anche per me. Sono diverse solo le emozioni che suscita in me e in te.
Resto però del giudizio che Le spectre de la rose che hai linkato tu sia una molto più bella registrazione dell’edizione Ansermet.
Volevo invece chiedere a tutti cosa ne pensate delle “Nuits” della Hunt Lieberson e rompere un po’ la monotonia sopranile con questo bravo tenore: http://youtu.be/zl1pPs7AZ_g
Soprano, tenore, controtenore :
http://www.youtube.com/watch?v=NvELXmaBopg
http://youtu.be/-XbqHsbGai4
Mah, Massimo… non so che dire: Gedda mi convince a fasi alterne. Qui non mi dispiace per niente, però continuo a preferirgli lui: http://youtu.be/whhGk0Vmohs
A me sembra bellissima anche questa versione.
http://www.youtube.com/watch?v=kJzvqX_phcE
Caspita… La Baker a me piace sempre molto!
A tutti gli appassionati delle Nuits d’été tralasciando per una volta l’aspetto vocale: Ma qual’è secondo voi la più bella direzione d’orchestra?. io dopo innumerevoli ascolti penso che sia quella di Munch, che in queste pagine preferisco di gran lunga allo stesso Mitropoulos e ad Ansermet (tanto per citare le edizioni più famose)
http://www.youtube.com/watch?v=bT_eemxuEQE
…e come sempre , nella musica francese, Victoria è irresistibile….
Ciao Budd, visto che chiedi quale sia la migliore direzione delle “Nuits”, ti diro’ che secondo me e’ quella di Fritz Reiner. Buon pomeriggio. (Non innesco polemiche, e spero si capisca che il gusto personale raramente coincide con la miglior edizione possibile ed immaginabile, che poi raramente esiste), Comunque, Reiner.