abbiamo scelto oggi per questa rassegna di ascolti esotici, acrobatici e che con superficialità vengono definiti di cattivo gusto un brano di ravel, che si ispira alla tradizione ebraica. la cantante è un soprano di origine ucraina, che non cantò mai in Italia e che si diede, in quanto donna molto bella, alla carriera cinematografica.
Non solo cantava bene e con grande gusto. Due sole piccole riflessioni. I soprani “gnocche” non sono una “conquista” del nuovo millennio, ci sono sempre state, come ci sono sempre state quelle di “forte complessione”, solo che un tempo la bellezza era un quid pluris e non già come tristemente vediamo ora l’unico elemento che rileva per la carriera.
Riflessione seconda andate sul “tubo” ed ascoltate la regina del bel canto, la nuova malibran il nome ben lo sapete e poi troviamo le centomila grandi differenze
ciao dd
La Muzio russa. Essere artista non s´impara – ci si nasce.
Sono veramente felice che ci si sia ricordati della Koshetz. Bellissima e’ vero, ma ancor prima bravissima. Stupenda voce di lirico spinto capace di adeguarsi ai piu’ diversi repertori. La sua registrazione del lamento di Yaroslavna (rca 1928) rimane la piu’ bella realizzazione di quel brano. Anche questo Ravel non teme confronti.