Jessica Pratt in concerto al Rof

Quello che Jessica Pratt ha offerto sabato 18  all’auditorium Pedrotti di Pesaro è il concerto che ogni belcantista, che  aspiri ad essere tale, mira a proporre e cui ogni melomane, che voglia  definirsi tale, sogna di assistere. Concerto impressionante per durata (otto  arie d’opera, eseguite senza intervallo e senza i consueti interludi pianistici, abituale riempitivo di tante “liderade”, seguite da tre bis, tratti  da altri titoli del repertorio lirico, per un totale di un’ora e quaranta di musica) e ancora più impressionante perché composto di brani che, con la sola eccezione della grande scena di Amina, non costituiscono il repertorio abituale del soprano e sono il frutto al più di un approccio occasionale (Otello, Sposa di Messina) o magari testimoniano l’aspirazione a un ampliamento del repertorio.
Ancora più notevole è il fatto che per molti dei brani eseguiti la cantante abbia adottato variazioni differenti rispetto a quelle proposte nel passato (cavatina di Semiramide, Linda, lo stesso finale di Sonnambula). Una scelta che di per sé testimonia la valenza di questo recital, concepito come un’autentica rassegna delle potenzialità tecniche ed espressive della cantante. Si può discutere sulla composizione del programma, cui manca un’idea di fondo a collegare i diversi autori (se non la comune appartenenza al repertorio protottocentesco – gli “extra” stanno, giustamente, a sé), non certo sulla generosità e sulla salute vocale esibite nell’occasione.

Il vigore delle agilità di forza, che nulla toglie alla precisione del virtuosismo ed anzi la esalta, è il segno distintivo della cavatina di Semiramide e dell’aria di Palmide (Crociato in Egitto), che nella sezione centrale, eseguita a mezza voce e con trilli di eccezionale mordente, trova il suo culmine tecnico e, pertanto, espressivo. Giacché all’interno del repertorio rossiniano e di derivazione rossiniana l’espressività non può e non deve prescindere dal perfetto controllo dell’emissione, dalla purezza del suono, dalla tenuta del legato, come dimostra la struggente Canzone del Salice, che segna diversi passi avanti rispetto a quanto udito a Wildbad nel 2008, anche in termini di gestione della prima ottava, che non è mai stata il punto forte della vocalità di Miss Pratt. Proprio in ragione di questa maggiore (non già completa e totale) omogeneità tra settore medio grave e registro superiore sarebbe auspicabile che il soprano non largheggiasse per tutta la durata del concerto in sovracuti, riservando a momenti ben determinati e oculatamente prescelti l’esibizione dei suoni astrali, ma proiettati e squillanti quanto i primi acuti, come quelli uditi nella sortita di Linda, nel finale di Sonnambula e nel primo bis (aria di Cunegonda dal Candide di Bernstein). Ormai la cantante può contare su svariate e ben differenziate risorse espressive, come dimostra la sortita di Giulietta, che coniuga la tradizionale malinconia del personaggio con il vigore di una voce rotonda e “avanti”, quale di rado si è udita e a maggior ragione oggi si ode nei Capuleti, o i recitativi di Linda e Sonnambula, eseguiti con una precisione e una misura nel ricorso a risorse espressive quali la messa di voce, che rispettano il carattere della musica, evidenziandone i cosiddetti “accenti nascosti”, e mai si riducono a mero sfoggio di prodezze esecutive.

Prodezze di cui non è stato altrettanto prodigo il pianista Giulio Zappa, incapace di creare la minima atmosfera nelle introduzioni ai diversi brani e con una tendenza a trasformare l’incipit delle cabalette in una collezione di melodie da carillon.

Che poi non tutto, nella prova di Jessica Pratt, sia risultato perfetto (vedi a titolo d’esempio il sovracuto esibito in chiusura del brano di Vaccaj, peraltro eseguito con accento regale e vigoroso, quanto mai consono al personaggio, o una certa secchezza della voce nel secondo bis, il valzer della Juliette di Gounod), dimostra come l’ambizione, esibita nella scelta del programma, debba sempre andare di pari passo con lo studio e l’esercizio, non solo, ma anche con un’accorta e prudente gestione delle forze vocali, poiché il canto è anche esercizio fisico, anzi atletismo nel senso più nobile del termine. E’ questa la ricetta che consente a un soprano, anagraficamente poco più che trentenne, di eseguire con facilità quasi imbarazzante le variazioni (do sovracuti ribattuti) di Luisa Tetrazzini nel “Sempre libera” dalla Traviata (terzo e ultimo bis), variazioni riproposte, nel secondo Novecento, da Joan Sutherland. E scusate se è poco!

Al termine del concerto, alcuni interrogativi restano aperti:

a) che cosa avrebbero scritto le “centrali del consenso”, penne dalla sovrabbondante aggettivazione, se un simile concerto fosse stato proposto da una delle divine oggi in voga, in corda di soprano di coloratura;

b) quale sarebbe stato, per contro, l’esito artistico di un simile concerto, se affidato a una delle divine di cui sopra;

c) quali conclusioni possa e in certa misura debba trarre la dirigenza del Rossini Opera Festival, che certamente si appresta a formalizzare la programmazione delle prossime stagioni, dalla prova offerta dalla signora Pratt in questo concerto, così come nel Ciro in Babilonia e nell’Adelaide di Borgogna della scorsa estate.

L’ultimo interrogativo non vuole essere puramente retorico, perché la presenza di Ewa Podles quale Ciro è monito vivente di quanto a Pesaro sia apprezzato l’adagio “Cato senex linguam graecam didicit”, come pure il suo equivalente lombardo “col temp e la paja madura i nespol”. Motto che peraltro potrebbe essere adottato anche da alcuni spettatori del Pedrotti, folgorati dall’arte di una cantante a suo tempo liquidata (da loro, non da altri) come inconsistente e sopravvalutata. Cari signori, dovreste ormai averlo capito che donna Giulia Grisi raramente s’inganna! Quanto al metro di giudizio adottato dagli addetti ai lavori e da una modesta, in ogni senso, parte del pubblico (indulgenza plenaria per tutti, salvo che per i cantanti ritenuti amici e sodali di questo piccolo spazio digitale, per i quali si “spacca il capello” e si sentono anche i difetti che, banalmente, non ci sono), ricordiamo a noi stessi la sentenza di Dorothy Parker, per la quale “le donne devono dimostrare di valere il doppio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile”. La massima vale, mutatis mutandis, per i cantanti, che possono contare solo su se stessi e al più sull’onestamente guadagnato affetto del pubblico, di fronte a quelli che possono vantare unicamente l’appoggio e il sostegno delle più moderne tecniche di marketing.

Il programma

G. Meyerbeer, Il Crociato in Egitto: “D’una madre sventurata”

G. Rossini, Otello: Canzone del Salice e Preghiera

Semiramide: “Bel raggio lusinghier”

N. Vaccaj, La sposa di Messina: “Figli a una sola patria”

G. Donizetti, Linda di Chamounix: “O luce di quest’anima”

V. Bellini, Beatrice di Tenda: “Ma la sola, ohimè, son io”

I Capuleti e i Montecchi: “Eccomi in lieta vesta”

La sonnambula: “Ah non credea mirarti”

64 pensieri su “Jessica Pratt in concerto al Rof

  1. Mi auguro che non si debba aspettare troppo per una Semiramide con protagonista la Pratt. Certo, forse adesso è troppo presto, ma è evidente che è l’unica che potrà nel giro di anni sostenere questo ruolo (il problema sarà tutt’al più un Arsace all’altezza…).

  2. In rientro da Pesaro…Grande concerto e programma + bis eccezionali…Senza dubbio la migliore soprano di coloratura fra le giovani leve…Forse in alcuni pezzi anche eccessivi virtuosismi (e per questo alcuni errori e difetti si sono sentiti) che potrebbe tranquillamente evitare risultando ugualmente un’ottima interprete.
    Timbro brunito ma voce piuttosto piccola (sicuramente meno grande di quanto ci si aspetti dalle registrazioni, nonostante l’acustica del Pedrotti l’abbia molto aiutata) ma ben proiettata e controllata.
    Uniche piccole pecche, disomogenea nei registri e troppa aria nelle note acute e nei sovracuti (non sempre ben sostenuti…ma considerando la frequenza con cui ne emette è perdonabile)…Spero continui a migliorarsi e a regalarci altre bellissime prove…

    PS A quando la recensione del concerto della Devia? 😉

    • cara kirsten ,
      sono delusa da questo tuo post. Vorrei risponderti nel merito delle cose che affermi, fingendo di elogiare mentre scrivi il contrario ( e falsità…)
      ti dirò invece solo questo, delusa, perchè sei un utente affezionato al nostro sito: finchè si andrà a teatro in clacques, schierati ad orecchie chiuse, il teatro andrà sempre peggio. e spiace che tale stupido atteggiamento accompagni anche il pubblico di cantanti eccezionali quali la devia.
      spero tu non voglia una recensione che si vuole no per parlare di canto ma per artare un duello o un bipolarismo tra i pro e i contro di questa o di quella, perchè a teatro non si va così. Comparare i programmi e i modi un cui sono stati eseguiti dimenticando i trent’anni che dividono le due, il passato ed il futuro presenti nello stesso posto a distanza di due giorni, sarebbe ridicolo. E negativo sotto ogni punto di vista.
      mi spiace che tu viva il teatro così, come una fazione, e che ti abbassi a venire a scrivere falsità su un concerto spettacolare di una cantante di trent’anni che ha fatto, in modo ben diverso da come incautamente affermi, senza avere confronti oggi con nessuno, perchè il tempo scorre purtroppo in un senso solo……
      mi spiace per te

    • Che si parli di timbro brunito a proposito della Pratt (voce di timbro chiaro, da soprano lirico se non da lirico leggero, e parlo del colore e non certo dell’ampleur) dimostra quanto sia raro, oggigiorno, sentire voci piene e proiettate. Idem dicasi per la presunta aria nelle note acute. Voce piccola? Non sarà magari una cantante capace di cantare piano senza falsettare? Concordo invece sul centro, che deve continuare a essere irrobustito (ebbene sì, anche io sogno una nuova Semiramide dagli antipodi), ma non a discapito della zona superiore della voce, che resta il meglio di questa cantante.
      Nota di gusto personale, infine: non credo ragionevole parlare di eccessi di virtuosismo. Il virtuosismo in eccesso è solo quello mal eseguito. E quello non è autentico virtuosismo.

  3. Mi dispiace che le mie parole siano state completamente equivocate…soprattutto da madame Grisi…
    Le mie intenzioni erano di elogiare entrambe le artiste…a mio parere fra le migliori in circolazioni…Le mie aspettative erano meramente volte a ricevere un altro bell’articolo su un altro bel recital…considerando che di solito ci si sgola a parlare delle voci non proprio da sogno che circolano nei maggiori teatri mondiali, per una volta che si ascoltano un paio di bei concerti mi aspetto due belle recensioni dal blog…e mi piace leggere di gusto le vostre belle e ispirate recensioni.
    Lungi da me cercare comparazioni peraltro insensate considerato le differenti età ed esperienze delle due cantanti…Mi sembra che la signora Devia (che ho ascoltato diverse volte) non abbia più nulla da dimostrare se non il fatto di essere un grande esempio di artista intelligente, brillante e longeva.
    Ora se accennare a qualche difetto peraltro minimo di una cantante (la Pratt) significa creare non si sa quale dualismo mi scuso ma non era mia intenzione…

  4. nessun cantante dei moltissimi che ho ascoltato e dei molti meno che ho ammirato era indenne da difetti. Devia in primo luogo professionista solidissima, un po’ meno artista e sopratutto rispetto alla pratt ed anche a molte sue coetanee virtuosa tutt’altro che spericolata e da sempre riluttante all`’ esecuzione dell’ agilita’ do forza, che sonp uno dei punti di forza della giovane pratt. Mi pare caro kirsten che gli appunti mossi alla pratt siano “`pesanti” ed immotivati, magari ho male inteso e ne chiedo scusa. Da ultimo il programma della devia puo’ definirsi programmino, certo gli anni pesano, ma l’ artista anche nells fase finale della carriera deve meravigliare il proprio pubblico. Da tempo ammiriamo la devia per come amministra la residua carriera, la prolunghi, non per le creazioni artistiche tempus fugit

    • Caro Donzelli,
      lungi da me affermare che la signora Devia o chiunque altro sia una/un cantante perfetto…E concordo a pieno con i difetti da lei elencati riguardanti la Devia, compreso quello relativo al programmino…
      Ma allo stesso modo ritengo che la Pratt non sia priva di difetti…
      Non è mia intenzione muovere forti critiche sulla Pratt, che non mi stancherò di ripetere stimo moltissimo (il concerto è stato elettrizzante). Però fra considerarla un’ottima cantante in crescita (come da me considerata) e osannarla come nuovo miracolo vocale ci passa un abisso. Se poi le mie constatazioni vengono prese come attacchi personali all’artista me ne scuso. Non era mia intenzione polemizzare…Solo elogiare una giovane promessa e una grande soprano a fine carriera.

  5. Anche io ero al concerto della Pratt……bellissimo concerto! sotto il profilo tecnico la Pratt si colloca tra i soprani leggeri di “qualità”( per utilizzare il gergo rossiniano).
    La voce dalla timbrica disomogenea, dalle sonorità chiaroscure e dalla coloratura a tratti perfetta e a tratti “raffazzonata”, dipingono un interpreta ancora acerba.
    La voce non certo grandissima, ma giusta per un ottimo soprano leggero presenta notevoli qualità ma anche spiccate falle come certi acuti estremi un po duri e stretti, ed altri magnifici e sfolgoranti.
    Anche sotto il profilo interpretativo si è notato un certo “dualismo”: brani notevoli( soprattutto quelli di coloratura più estrema) ed altri scolastici e noiosi quali la Beatrice e l’aria di Giulietta.
    Che dire!! è un interprete al bivio, mi auguro che possa prendere la giusta piega vocale per poter maturare e crescere, senza tuttavia poter mai arrivare al livello delle vere grandi, ossia Anderson, Gruberova, Sutherland, alla quale forse è stata eccessivamente paragonata. E forse neanche potrà arrivare ai livelli della signora Devia, la cui parabola artistica, la collocano tra le grandi, non tanto per tonnellaggio vocale, ma per longevità tecnica e saggezza interpretativa.
    Il concerto della Devia è stato sicuramente di un livello superiore e non poteva che essere altrimenti. La Signora ci ha regalato momenti magici quali l’aria di Giulietta, di un abbandono lirico di forte trasporto emotivo, e acuti splendidi e saldi quali il mi b del coppia iniqua, di una potenza e saldezza decisamente superiori di quelli della giovane collega, nonostante le numerose primavere alle spalle!
    Tuttavia paragonare cantanti di così diverse generazioni è alquanto inutile e superfluo….le mie sono solo considerazioni alla luce di ascolti così ravvicinati.
    La Devia è ormai un esempio e una maestra, la Pratt ha ancora tutto davanti.Spero che l’intelligenza vinca sull’impeto di cantare e stracantare, onde evitare una fine immediata( Dessay docet), e se all’età di 50 anni la Pratt ancora canterà e incanterà come ha fatto a Pesaro, allora ogni elogio sarà giusto e equilibrato!

    • mah…tutto questo impeto forumistico ha un po in altro sapore. La grandezza della giulietta della gelida devia degli anni d’oro mi è sconosciuta, e parlo dei capuleti della mia pri,a volta nell’ 89. Spiace che i fan della devia siano così aggressivi verso una trentenne che fa la sua strada……la giuliettta era intensa e vibrante, come mai mariella negli anni d’oro. Del concerto pesarese non voglio dire, perchè parlerei per bocca altrui. La foga di stracantare è cattivo argomento……programma da anderson, da horne, da blake….insomma, di dimensioni antiche sconosciute purtroppo ai palcoscenici lirici da tempo. Ricordate il concerto tutto colbran della anderson apesaro? Stracantava forse?………..caro deviati, ci fate una figuraccia stasera. Prendete il buono quando c’è….a trent’anni mica ci si deve gestire come a sessantaebriscola ….e voi .amate il canto! Prorpio mariellissima una volta ebbe occasione di deprecare il vedovismo callasiano di un mio amico ora scomparso, ma mi pare debba in fine carriera iniziare a deprecare il vedovismo del suo pubblico!

      Ps….spero che dopo la norma di bologna non vi coprirete di ridicolo inneggiando a qualcosa di superiore alla callas o alla sutherland…!

  6. Cmq io non sono mai stato un gran fan della Devia, ed è vero che certe interpretazioni sono un po fredde…..ed alcuni debutti di questi ultimi anni sono un po azzardati, come il Pirata e Turandot.
    Ma sono scelte tipiche di una cantate di fine carriera che non ha nulla da perdere.
    Sicuramente non inneggerò a qualcosa di superiore alla Callas o Sutherland nella Norma. Probabilmente, come già annunciato, sarà un tentativo di riportare la Norma a sonorità più belliniane dopo un certo uso di irrobustire il ruolo con sonorità più tardo romantiche.
    Sentiremo, anche se penso che non sarà convincete!
    Tuttavia l’aria di Giulietta di ieri a Pesaro( aria amata dalla Devia) è stata cantata in maniera superba sotto ogni punto di vista, portando addirittura il direttore ad una visibile e sentita commozione! Uno di quei casi in cui l’interpretazione “supera” la vocalità, in quanto trascesa dalla partecipazione emotiva della cantante.
    Per il resto la solita Devia di fine carriera, grande non tanto per le doti vocali, ma per la sagacia tecnica e la personalità artistica che ancora incanta e a suo modo, emoziona!
    Cara Grisi, il suo eccesso di vedere fazioni e creare dualismi in questo blog, nonché annunciare deliri di ipotetici fan della Devia, mi sembra esagerato e fuori luogo.

    • ma io ti chiedo perchè sei qui a parlare di un concerto che non è nemmeno stato recensito cercando una contrapposizione che non esiste enessuno cerca, le cantanri in primis! A me risulta che quell’aria non è stata affatto bella invece, detto da fan della signora!! Bene, forse qlcuno prenderà il posto della devia, come nella natura delle cose. Ci mancano i tenori, i baritoni, i bassi…….abbiamo poco. Il mondo non è deviacentrico nè sarà prattcentrico. Apollodioniso lo ha già detto…senza contralto no semiramide, no rossini. Ecco un tema !!! Occorre trovare l’arsace del futuro, che non c’è! Come in verdi ci ,anca il dopo bruson . Non abbiamo bassiper niente. E voi vivete ancora di mariella e di un desiderio ridicolo di eternità. Ma non ha fatto l’Ah bello a me ritorna con l’èrchestra e la Norma annunciata a bologna….. E mi scrivi che la pratt stracanta? Domandato se ci sarà quella Nor,a piuttosto, perchè la Norma pesa assai piu di quel concertino economico che ha fatto ieri. La devia canta sempre dunque…..perchè non l’ha fatta?

    • “Sicuramente non inneggerò a qualcosa di superiore alla Callas o Sutherland nella Norma. Probabilmente, come già annunciato, sarà un tentativo di riportare la Norma a sonorità più belliniane dopo un certo uso di irrobustire il ruolo con sonorità più tardo romantiche.”

      Questa è una sciocchezza. La Devia non ha la voce né tantomeno l’accento e l’impeto della grande tragica, ed il fatto che questa veterana, cui spetterebbe la responsabilità di tramandare i principi del cantar giusto, abbia la faccia tosta di assecondare l’impostura del verbo baroccaro solo perché le fa comodo, è vicenda raccapricciante e direi degna sintesi del suo valore artistico.

    • …anch’io ho trovato l’aria di Giulietta il pezzo migliore del concerto, mi ha commosso! L’altra cosa da ricordare: il mib conclusivo: nel bene e nel male, una fucilata! (solo uno però, il bis è stato senza “coppia iniqua” ).
      Sentivo tanti però che pensavano come me che dovrebbe esserci un po’ più di Rossini a questi concerti…

      • Difficile che possa esserci molto Rossini nel recital di una cantante che non è mai stata una grande rossiniana. Logico e scontato che vi sia stato invece molto Rossini (anche l’aria del Crociato appartiene, di fatto, al filone rossiniano) nel concerto della Pratt, che nel Pesarese ha secondo me trovato il “suo” autore (penso soprattutto all’Otello, che per venire da una cantante di 29 anni fu notevolissimo). Personalmente sarei felice di sentirla nel Turco in Italia e nel Conte Ory.

  7. Passioenebelcanto ha scritto :”Che dire!! è un interprete al bivio, mi auguro che possa prendere la giusta piega vocale per poter maturare e crescere, senza tuttavia poter mai arrivare al livello delle vere grandi, ossia Anderson, Gruberova, Sutherland, alla quale forse è stata eccessivamente paragonata. E forse neanche potrà arrivare ai livelli della signora Devia, la cui parabola artistica, la collocano tra le grandi, non tanto per tonnellaggio vocale, ma per longevità tecnica e saggezza interpretativa.”

    ma fai l’indovino ? tempo al tempo per adesso è una delle migliori giovani cantante di coloratura in circolazionie in tutti i siti ho letto recensioni positive su questo concerto,e su l’evoluzione di questa cantante,poi se arriverà al livello delle cantante da te accennate si vedrà,della Devia senz’altro.
    Riguardo al registro medio è in ordine,solo ancora un pò da maturare,per dargli ancora un po di consistenza,e a trent’anni la Devia non l’aveva cosi
    La Pratt insieme all’Agresti saranno due stelle dei prossimi anni…

  8. cmq vedo che i miei interventi hanno ricevuto una interessante eco esegetica:)
    I miei sono pareri…..e ognuno dica la sua liberamente…..la critica non è mai monolaterale..per fortuna!
    Tuttavia solo una precisazione sui tentativi moderni di riportare le opere primo ottocento a sonorità più consone…..
    Da parte mia ho avuto modo di ascoltare tragici tentativi, ma bisogna pur dire che in alcuni casi possono essere tentativi leciti e interessanti.
    Ad esempio oggi si tende a cantare tutto evitando eccessivi tagli delle cadenze, inoltre mi risulta che Giulia Grisi( la vera) fu la prima interprete di Puritani e Don Pasquale…e le parti furono scritte appositamente da Donizetti per lei….e a quanto pare la Grisi era un autentico soprano drammatico.Nei decenni invece questi ruoli furono per lo più interpretati da soprani leggeri, un po meno per Puritani, e molto di più per don Pasquale dove di zanzare ne abbiamo sentite tante.Quindi certi recuperi formali possono risultare interessanti……tentativi…..da giudicare con approccio critico e senza pregiudizi!

  9. comunque sarebbe un bene lasciare perdere questi dualismi e confronti con la Devia una è il futuro,l’altra è il passato,anche se non si vuole arrendere,ormai quello che doveva fare l’ha fatto..il resto sono solo gli ultimi colpi di coda di una lunga carriera,con il rischio di coprirsi di ridicolo..

  10. pasquale ha perfettamente ragione. Colpi di coda. Velleitari, aggiungo, perché alla vera grisi venne sconsigliato da bellini medesimo il debutto in norma. Non solo quando a parigi debutto’ la barbieri nini dissero che nella semiramide non fosse la grisi, ma che la voce era di vero soprano drammatico?

  11. Grandissima Pratt! Grande con quel pizzico di “follia” che ci vuole.

    La Devia non si coprirà mai di ridicolo. La padronanza e la sicurezza sono tali che, potrà non piacere per scelte interpretative e per una certa “tircheria”, sarà sempre una spanna al di sopra di tutte.
    Ci sono altre che si stanno coprendo di ridicolo da anni, la Devia no.

    • Sono dell’idea che un cantante, che voglia davvero essere grande, debba sempre cercare di offrire al pubblico qualcosa di più rispetto non solo alla concorrenza, ma anche alle aspettative del pubblico stesso.
      E’ questa generosità che rendeva inebrianti le prove, in sede di concerto ma non solo, di cantanti quali Magda Olivero e Teresa Berganza, che tutto erano fuorché voci “baciate da dio”, per usare un frusto luogo comune caro a certa critica.

    • saggio luca!
      saggia osservazione sulle altre, che non suscitano alcuna reazione nel pubblico di mariellissima che, legato alla sua amatissima diva, non può accettare il tempo che passa e soprattutto che il commiato dalla cantante arriverà presto. E’ il presagio del commiato vicino che desta queste reazioni, che si riversano su chi poi sta solo percorrendo la sua strada.l’ultima cosa che un melomane accetta è lasciare il suo cantante più amato, quello con cui ha trascorso tante serate fantastiche. E dunque non è un caso che sia proprio il soprano giovane più capace ad essere fatto oggetto di critiche che a tutte le altre non vengono mosse, semplicemente perchè la giovane sta cercando gli standards professionali delle grandi.In questo gioco della psiche le altre non sono nemmeno calcolate da chi è abituato a sentire cantare a certi livelli. la concorrenza della Pratt è una proiezione degli affetti di chi sente che il tempo lo sta per separare dalla cantante più amata e che non vorrebbe lasciare mai. non è casuale, secondo me, che la critica non tocchi le altre e che si immagini un dualismo che non c’è nè ci sarà mai. E’ l’irrazionale paura della separazione che crea un “nemico” che in realtà non esiste. Semmai il nemico è il tempo che scorre anche per chi applaude una cantante che sembra averlo sconfitto con una longevità straordinaria. La Devia ha prolungato questo tempo del commiato, producendosi in serate inattese che paiono non finire mai e che tutti guardiamo come eventi prodigiosi.

  12. Sono in parte d’accordo con lucar…tranne che per “le altre”…se fra le altre si allude alla Gruberova (e considerando l’età ed il contesto credo sia quello il riferimento) ben vengano i vezzi e gli acuti calanti se la controparte è una voce di corpo per un soprano leggero in maschera e che, considerando gli standard attuali, potrebbe quasi debuttare in Wagner risultando udibile. E’ chiaro che il tempo scorra in un solo senso ma a mio parere sarebbe opportuno promuovere questi colpi di coda della vecchia generazione come stimolo per le nuove e godere di questi ultimi momenti di quelle/quei rari cantanti, non privi di difetti, ma in grado di esprimere un canto e una tecnica sconosciuti alla quasi totalità dei giovani. Che poi la Pratt sia una delle rare eccezioni in questa totalità mi sembra sia palese a tutti. Ma allo stesso tempo non si dovrebbe fingere di avere davanti un dono naturale della portata di una Gruberova o Sutherland o arricciarsi non appena vengono citati dei difetti della nuova leva (peraltro alcuni di questi menzionati da voi stessi) senza voler togliere nulla al suo talento, ma semplicemente constatandone la necessità di migliorarsi (come qualsiasi giovane). Questa aggressività da parte vostra mi sembra assolutamente fuori luogo (il “delirio pseudo-Freudiano” di madame Grisi qui sopra credo parli da sè), controproducente e piuttosto inaspettata. Sottolineo inaspettata poichè proveniente da un blog dove si è sempre cercato il difetto, il pelo nell’uovo, criticando costruttivamente (e forse a volte anche con un tantino di eccesso critico, ma giornalisticamente maliziosamente gustoso) grandi cantanti del passato (e parlo di giganti del canto) senza mai osannare nessuno. Se poi parlare della palese disomogeneità nei registri della Pratt viene strumentalizzato come un delirio di un fan della Devia (accusare di fanatismo a favore di un soprano leggero un utente con il mio username mi sembra un ossimoro) per creare una polemica mi dispiace ma non mi trova d’accordo.

    • i difetti sono sempre scritti per tutti quando ci sono e corrispondono a ciò che si sente. O non parliamo la stessa lingua i merito a certe cose che tu scrivi. Punto. Io posso solo invitarti a cercare gli audio della devia e della gruberova ( dato che adesso tiri in ballo anche lei) a trent’anni e a dirmi cosa senti, come sono quelle voci, lo stato di maturità delle cantanti etc….fai in confronto a aprità di età e di anni di carriera……mica cantavano con le prerogative della maturità. Fa questa cosa per cortesia invece di insultarci per niene rifletti

      • Lucar hai detto tutto canta come si dovrebbe,cosa si vuole di più? poi ripeto lasciamo perdere la Devia che ormai,è prossima alla fine della carriera, e pensiamo al domani.

        Kirstenthebest con i sovracuti la Pratt ci va a nozze,anzi si dia una calmata su queste note estreme..
        Kirstenthebest dici che non cerchi la polemica,e poi l’accendi..

        • La accendo nel momento in cui vengono utilizzate le mie parole con un senso differente da quello originario.
          Anche qui…non mi sembra di aver mai detto che la Pratt non abbia i sovracuti facili…Che poi a volte non siano ben proiettati e sostenuti e siano molto ma molto meno penetranti di quelli delle sovracitate vecchie signore è altrettanto vero. Se lo si nega si mente

          • I sovracuti della Gruberova di oggi sono suoni penetranti e proiettati, ma spesso stonati (anzi, regolarmente quando la nota da emettere oltrepassi il do).
            Quelli della Devia risultano più affidabili, ma anche lì, non sempre (penso alla prima di Traviata a Bologna nel 2010, con un mi bemolle faticoso e al limite della stonatura, o il re nat della sortita di Bolena quest’anno a Firenze). In ogni caso, da quel che ho sentito su Youtube del concerto di Pesaro, direi che il vero problema per la Devia sono ormai i primi acuti (la-si bem della sortita di Norma).

          • Sicuramente i sovracuti della Gruberova degli ultimi anni sono spesso stonati seppur penetranti e proiettati, quelli della devia sicuramente più precisi. Quello che posso dire è che sono rimasto davvero colpito da come il volume e la penetrazione e proiezione delle voci non sia valutabile dalle registrazioni o lo sia difficilmente (verificarlo anche questa volta è stato un po’ uno shock). Ricordavo i sovracuti della Devia ascoltati dal vivo in passato come molto sonori, proiettati e penetranti. Era la prima volta che ascoltavo la Pratt. Il fatto di aver assistito ai due concerti a distanza così ravvicinata mi ha portato naturalmente a comparare le due voci soprattutto negli acuti e sovracuti (settore “di punta” per un leggero) e sia gli acuti che l’unico sovracuto (finale coppia iniqua) emessi dalla devia sono stati estremamente ben proiettato e al pari con quelli emessi dalla stessa cantante nelle precedenti occasioni in cui mi era capitato di ascoltarla dal vivo. Queste note sono molto ma molto più sonore e proiettate rispetto a quelle emesse della Pratt. E la Devia non è certamente la Sutherland.

          • C’è una bella differenza però tra l’acustica del piccola sala del Rossini e quella dell’auditorium, la seconda essendo decisamente più dispersiva. E in ogni caso non si canta coi sopracuti, anche se nel caso della Devia si tratta delle uniche note ad avere squillo e penetrazione, certo a costo di una certa spinta e tensione (ricordo quelli emessi nella Bolena di Firenze, note forzate e premute che certo si sentivano ma non riempivano per davvero la sala e le orecchie), mentre tutto il settore centro-acuto risulta piuttosto fisso e flautato.

          • Caro Mancini,
            semmai è vero il contrario: il teatro Rossini è il tipico piccolo teatro marchigiano (come il Ventidio Basso e altri) con una buona acustica piuttosto secca che consente di percepire la vera natura di una voce, il pedrotti è un piccolo auditorium (con la metà dei posti) un’acustica eccellente e con quel po’ di eco tale che Carreras in un recente recital faceva tremare le mura della sala.

          • magari aveva il microfono…..guarda che è più profondo il pedrotti. ha la metà dei posti perchè ha solo la platea ed una balconata laterale…

          • Ma ha un’eco piuttosto accentuata e ingradisce la percezione del volume delle voci, a discapito sicuramente della possibilità di apprezzare al meglio le fioriture che, infatti, nel caso della Pratt erano molto meglio udibili e precise con l’acustica secca del teatro nel Ciro.

          • L’acustica del pedrotti è tutt’altro che eccellente, io l’ho trovata scadentissima, è uno spazio ampio, lungo e alto, il suono si disperde anche indietro, e quel riverbero rende difficile riuscire a captare l’articolazione delle note. Riempire una sala come quella del Rossini cantando per giunta davanti all’orchestra è decisamente più facile.

          • Infatti è più difficile riempire uno stanzone pieno di eco accompagnati da un pianoforte…suvvia…
            E comunque anche nei miei precedenti ascolti dal vivo della devia ho sempre avuto la stessa impressione…e cioè che i suoi sovracuti fossero estremamente proiettati e penetranti. I sovracuti della Pratt sono ma proprio di gran lunga meno udibili. Poi è chiaro che una cantante non è solo sovracuti…ma mistificare l’evidenza…suvvia

          • Sono sicuramente suoni proiettati e penetranti, ma a mio avviso queste caratteristiche risultano accentuate perché il centro della Devia non è solido e non “passa” come quello di una Gruberova o di una Anderson (e lasciamo perdere il confronto con cantanti tipo la Scotto e la Cuberli, tanto per citare due paradigmatiche Giuliette Capuleti), quindi i suoni estremi risultano, al paragone, di maggiore intensità. Ciò detto è chiaro che la Pratt ha margini di miglioramento (al centro, però, non in acuto dove può già stare alla pari di tutte le menzionate e anzi superarne qualcuna… ma come detto da Kirsten, non si canta solo con i sovracuti) e le auguro di saperli sfruttare, anche perché ha davanti un’intera carriera.

  13. Il tempo passa per tutti. Per qualcuno in maniera più o meno accettabile, per qualcun altro in maniera implacabile.
    Non mi riferivo in particolare alla Gruberova, ma per lei, grandissima, il tempo è passato in maniera implacabile.
    La Devia sconta sicuramente un carattere restio a concedersi ma nel concerto del ROF ha avuto dei momenti magnifici. Cosa che non posso dire della Gruberova alla Scala, ad esempio.
    Parliamo della Pratt, piuttosto, che ha fatto un concerto come sempre ne vorrei sentire. Non sarà stata perfetta ma ha veramente dato il massimo.

  14. Ma sbaglio…o ha dato fastidio a qualcuno che la Pratt abbia avuto un grande successo e che sia stata recensita in modo benevolo da questo sito?
    Scusate, ma è esattamente quello che si evince leggendo alcuni interventi…

  15. Io ho assistito al concerto della Pratt e per me è stato emozionante e sorprendente. Non ho la competenza tecnica che hanno gli altri che hanno postato in precedenza, posso pero’ sicuramente dire che vorrei ce ne fossero molte come lei e spero di risentirla presto!
    Non ho assistito al concerto della Devia, ma ho assistito a quello che ha fatto a Treviso qualche mese fa…non posso esprimere un’opinione perchè la sua voce era talmente amplificata che rischierei di commentare la Sony…Comunque tanta riconoscenza per la musica che ci ha regalato in tutta la sua passata carriera!

  16. Fantastico concerto quello della Pratt, stupenda la brillantezza del registro acuto, la spavalderia con cui ha esibito agilità e trilli senza risparmiare un solo colpo.. Il “Bel raggio lusinghier” e la cavatina di Beatrice sono stati meravigliosi.. Come mai pensavo di poter sentire dal vivo… Che poi non tutto fosse perfetto.. Chissene!
    Brava! Brava! Brava!
    Ci credo che venga paragonata alla Devia, la coetanea Peretyatko ascoltata la sera prima in confronto sembrava una corista dell’Antoniano…

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