gianna pederzini, dopo, ( tosti )

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Concludiamo con questo ascolto la nostra “tre giorni” dedicata all’esemplare Gianna Pederzini. Che l’esecuzione di una romanza di Tosti sia esemplare sulle labbra della Pederzini è ovvio, avendo la cantante studiato con don Fernando de Lucia. La Pederzini rende paradigmaticamente il perbenismo ipocrita del brano che, ieri come oggi, condanna e convince della condanna, una sola delle parti del rapporto.

5 pensieri su “gianna pederzini, dopo, ( tosti )

      • Vero, verissimo. Ci sono cantanti, pochissimi, che oltre alla tecnica, attraverso la sapienza dell’emissione sanno creare in poche frasi una magia che strega l’ascoltatore. Non vorrei sbagliarmi, (vado a memoria) ma mi sembra i ricordare che Duke Ellington disse di Frank Sinatra “ è un grande cantante, perché tutto quello che canta è credibile”. Ecco, credo che questa sia una grande verità anche se la trasliamo nel campo dell’opera. Non si tratta della verosimiglianza becera e realista di tanti ai giorni d’oggi, non si tratta dell’essere fotomodelli in corda di tenore o di finger strazi con rotear d’occhi e soffocate urla (pur se uscenti da mascelle volitive), no. Quelle sono cialtronate da saltimbanchi. Nulla ha di credibile, ad esempio, il De Grieux trasmesso da mamma Rai domenica scorsa; come può essere credibile il giovane De Grieux posto davanti all’impotenza del proprio amore se è reso attraverso suoni simili a quelli di una crisi acuta di isteria?

        Gianna Pederzini era una di questi pochissimi.
        Lei con ottima tecnica ci porta con poche note in un mondo tutto suo e per la durata del brano non possiamo che crederle. Fascino, magia. Pochissimi altri.
        Lauri-Volpi diceva di Pertile:”Dopo il primo atto di ciascuna opera, il pubblico entrava con lui nel suo mondo, nel suo tempo<>, docilmente consenziente”.
        Con loro Nazzareno De Angelis, Claudi Muzio, forse Galeffi, la Callas. Ognuno ha i propri nomi, in ogni modo, pochissimi.
        Accade quando l’interprete è sì grande artista da far dimenticare lo spartito, la fatica, le note. Ovviamente solo con un ottima tecnica, altrimenti al primo sforzo, al primo fastidio, al primo limite avvertito, si ritorna nel nostro mondo, fisico, nel nostro tempo di spettatori e addio magia…

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