28 pensieri su “sentiamo un po’…

  1. Massimo, Stefix… guardate che non è nemmeno stato postato il peggio. Non dimandate oltre, per carità, altrimenti si scatenano gli Elementi e ho già paura solo a pensarlo.
    Ad ogni modo questi due ascolti vanno benissimo per mandare in pensione il “ti viene a prendere l’uomo nero”, storica minaccia per persone in età pre scolare. “Allora tiè, ascoltati questo”.
    VI faccio sapere l’effetto che fa a breve :)

  2. A mio modestissimo parere, insopportabile. E qui potremmo tirare fuori da polverosi armadi soavi o squillanti Cavaradossi, sensuali diminuendo e calde inflessioni, ma non val la pena; non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e chi non vuol sentire e applaude si merita una Carmen come questa. Se il fine del fraseggio è quello di arruffianarsi il pubblico, allora meglio questo, ma non una, cento volte! :
    http://www.youtube.com/watch?v=R3cIQvrVMsw

  3. Io non so proprio più che cosa dire. Da un lato sono ammirato. Lo dico davvero, eh, perché sostenere note acute e applicare le indicazioni dinamiche con un’emissione così scorretta, cavernosa, ignorante e belluina è davvero difficile. Sotto questi rispetti, credo che Kaufmann sia la conclamazione della falsità della tesi che vuole tutti i mali di oggi annidarsi nella sola respirazione, ma anche – lo so che sono insistente – nel non capire nemmeno lontanamente quale sia la posizione di un suono giusto. D’altra parte se non respirasse, non potrebbe realizzare i colori che comunque trova.
    Dall’altro lato resto basito dal suo bercio, perché è chiaro che Jonas, di ciò che deve avvenire dalle corde vocali in su, non ha capito un beneamato…….. KAU!!!

    Propongo la mia riparazione. E siccome gli scempi sono due, uno di Kau Kau e l’altro del pubblico plaudente (… viene in mente “Vesti la giubba”), anche le riparazioni saranno due per aria.

    Recondita armonia:

    1) http://www.youtube.com/watch?v=TODhkUXCZHo
    2) http://www.youtube.com/watch?v=ATqjKEzijWA&feature=related

    Aria del fiore:

    1) http://www.youtube.com/watch?v=jKK9XgP83HY&feature=related (magistrale)

    2) http://www.youtube.com/watch?v=iA5S6NW_6c4

    • infatti arrivano dopo due o tre anni di un simile ANTICANTO i forfait. e quando si fa rilevare chegigli canto per 40 anni di cui almeno 30 in piena forma la risposta – cretina e ignorante- è cantavano di meno e quando rilevi che gigli si faceva 150 serate l’anno il silenzio…….. degli innocenti?
      ciao dd

      • No. Degli ignoranti.
        Incredibile. Tu pensa che, in cerca della sua Aura amorosa del Così fan tutte al Piccolo, l’edizione di Strehler, mi è toccato leggere un commento di un tizio che sosterrebbe trattarsi del miglior tenore del mondo. E sai perché? Perché rispetto a quella registrazione, oggi avrebbe la alrige più bassa potendo cantare tutto ciò che vuole.
        Va che bisogna proprio esser SORDI, SORDI, SORDIIII! E bestie, tanto bestie per non rendersi conto che i suoni gutturali, perché di questo si tratta, altro che laringe bassa, sono l’esito di quello che tu, giustamente, chiami anticanto.
        Che tristezza. A me passa la voglia di cantare, ve lo giuro. Per chi? Per questa gente qui, sorda quando non in malafede? Ma per favore.

  4. Concordo perfettamente con quanto dici, dalla laringe in su succede di tutto; il suono si perde in un labirinto e dopo sforzi e impedimenti inenarrabili riesce a uscire…
    Dalla laringe in giù sembra che la respirazione spinta e forzata sia a tratti una scelta del buon K. per ottenere quegli effetti di sofferenza e strazio chi tanto piacciono a chi considera il termine ”strozzato” un sinonimo di “espressivo”. Kaufmann ci pone 2 davanti due questioni distinte e pur connesse, una tecnica, di canto e di quanto si discosti questo modo di emettere suoni dal buon canto e l’altra è una questione meramente estetica; Kaufmann sceglie scientemente di strozzare il suono, di forzarlo, d’ingolarlo, per dare un significato al fraseggio, per dare espressione a ciò che canta per far sentire al pubblico quanto gli si attorcigliano le budella, il tutto in modo plateale, esteriore, pop, piacione, vulgaris. Io direi poco sincero, poco vero e, come dicevo prima, semplicemente finalizzato ad arruffianarsi il pubblico. In questo il fenomeno Kaufmann a mio parere si discosta completamente dal fenomeno Cura che invece si espletava semplicemente in un becero cattivo canto senza velleità intellettualoidi o interpretative.
    Dopo un po’ che ascolto Kaufmann tanto sforzo, tanta fatica mi provoca insofferenza. Ho ascoltato per venti minuti il CD DECCA “Verismo”, (da FNAC con le cuffie, non l’ho comprato…) ma arrivato all’attacco di “Dai campi ai prati” (una delle arie pietra di paragone della letteratura tenorile per la gestione dei fiati) non ce l’ho fatta più, scusate la volgarità, ma era il suono che si può emettere liberandosi l’intestino.

      • Si, le premesse nel brano che hai postato ci sono tutte, che poi le abbia sviluppate per necessità o per scelta non saprei, forse entrambe. Secondo me K. ha capito che così facendo, piace a una fascia di pubblico e ci marcia, ha individuto un buco di mercato e ha coperto la domanda. Non so se sia un gran cantante, un gran musicista o un grande attore, ma sono convinto sia un gran furbo e che sappai muoversi nel mercato musicale contemporaneo molto bene. Un grande uomo di marketing, c’è intelligenza nel suo modo di porsi al pubblico, di vendere i proprio prodotto, complimenti, lo dico sinceramente. Io non faccio il musicista di professione, sono un manager di una multinazionale e da tecnico della gestione aziendale non posso che riconoscere la riuscita del suo lavoro.

        • Ma il problema Aureliano è proprio quella (gran) fetta di pubblico che non ha né una cultura né un senso estetico il quale, non si capisce bene come, si è perso e con il quale, nemmeno troppi decenni fa un “tenore” del genere sarebbe stato accompagnato fuori dal teatro a calci nel sedere. Ora, mi chiedo io, che cosa fa sì che una cosa palesemente brutta come il canto di K. possa piacere? Forse il fatto che all’idea che si aveva del canto, come gesto tutto sommato naturale, si è sostituita la macchietta stereotipa della voce lirica come voce gonfiata che chiunque può fare stringendo la gola nell’imitare il Pavarotti di turno? Perché è a quella caricatura che K. si avvicina di più!! E se è questo che K. ha capito e fa, beh… se poi il prezzo da pagare sono i forfait, l’intelligenza mercantile si compensa, secondo me in difetto, con il senno che manca assolutamente in chi, poi, per come fa è costretto a dare forfait.
          Come si suol dire, la gola è la sua e sono “Kau” suoi. Quello che mi più mi rattrista non è nemmeno l’incompetenza del pubblico, ma la sua totale incapacità di discernere il bello dall’orrido che si riproduce ogni volta che il “fattore K” (Kermes e Kaufmann) apre bocca per… “cantare”.

          • Eeehh! Bella domanda! perché si è perso il gusto e conseguentemente la scuola nel canto e perché ad esempio, non si è perso nella danza? Perché oggi possiamo assistere a un ottimo Lago dei cigni nella vecchia coreografia di Petipa e non a una decente Aida? Io credo che il successo di Kaufman stia proprio in un’espressività esteriore, eccessiva. Piace per lo stesso motivo per cui piacciono i cantanti di Maria De Filippi, perché nella modernità l’urlo è sinonimo di sincerità, di naturalezza e conseguentemente coinvolge il pubblico. Qualsiasi cosa assomigli a belcanto, per la massa è finto, stucchevole. Il pubblico moderno ascolta con lo stomaco non con le orecchie. Il fruitore moderno va di fretta, il suono che arriva deve parlare direttamente allo stomaco, alla parte più bassamente emozionale dell’essere. Il suono, quello vero, quello che viene percepito drizzando le orecchie, è un esercizio per il cervello, richiede abnegazione. Nella danza emoziona l’eccellenza nel canto la mimesi. E poi hai ragione, il canto lirico è anacronistico e per i più risulta esser una macchietta. Tutti cantano o ci potrebbero provare, tutti possono sentire l’emozione del canto, sia karaoke o melodramma non cambia. La danza non permette di barare, o ci sono anni di sudore e accademia alle spalle o non si balla il lago dei cigni. Nel canto si può più facilmente barare. I forfait? Non importa! Fanno 20 serate all’anno? Bastano! Prendi il malloppo e scappa, finche dura.

      • Come dicevo recensendo la Netrebko a Baden Baden, dietro questi artisti c’ è sicuramente il lavoro di esperti d’ immagine che applicano tecniche di marketing provenienti dal mondo della musica pop anglosassone. Il pubblico abbocca bene, ama Kaufmann per il petto villoso e lo sguardo tamarro e si sdlinquisce per la Netrebko perchè ha cinque o sei note centrali di bel colore e sulla scena piroetta, sculetta e ammicca come una sciantosa del Bagaglino. Il fatto è che oggi essere una star e cantare bene sono due cose che non hanno alcun legame tra loro. Cantar bene ti può forse aiutare agli inizi della carriera, se sei abbastanza fortunato da imbatterti in qualcuno che lo nota. Dopo non più, il prodotto confezionato nei minimi particolari dagli esperti si vende automaticamente. Come nota giustamente Aureliano, nella danza classica e nella musica strumentale il gioco non riesce, perchè per fare il ballerino o il concertista occorre una precisa preparazione tecnica, senza la quale non ti è concesso di esibirti in pubblico.

        • Non nascondo una vis polemica, ma a parlare di pubblico ignorante a volte mi viene proprio questo tipo di provocazione.
          E’ vero, sacrosanto, che oggi si cerchi da parte di tutti coloro che fanno “commercio” di prendere i soldi e scappare invece di investire su lungo termine. In questo ci metto dentro anche la musica lirica. E a tutti i livelli, compresi tutti noi indifferentemente.
          Siccome questo stato di cose porta a NON formare un ascoltatore, ma a spremere dei soldini a un consumatore, sono le coscienze come quelle di questo blog che servono da sprone per far capire che formare si può.
          Ecco, forse e soltanto forse se ciascuno di noi, nel proprio piccolo, si “ingrisasse” ovvero utilizzerebbe lo stesso “mood” di questo blog proponendo, confrontando e “insegnando”, a formare pian piano altri ascoltatori?
          Un anti-marketing di massa, una formazione di coscienza e di orecchio più attento, per riuscire di nuovo a far capire che il teatro d’opera non è soltanto decadenza ma è soprattutto un universo (sì, prendendo dal passato, ma sarebbe già tanto) che si dispiega con infinita magia.

    • siete cattivelli tra anatre spennate e srtozzate e urla da pescivendola rutti e altro ci mancava anche lo sforzo sia con te ah ah
      comunque Kaufmann è un pessimo cantante.
      Forse è una sua tecnica di cantare in una posizione cosi bassa è ingolata,ma tempo due anni non canta più.
      Persino Villanzon canta meglio di lui.

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