«Devo dire che l’esperienza del master mi lascia un po’ l’amaro in bocca. C’è troppo poco tempo, il nostro è un mestiere fisico ed è difficile riuscire a incidere sulla memoria muscolare in cinque giorni o una settimana. Poi devo dire che facendo master ho potuto constatare lo scarso livello dei conservatori italiani. Questi poveri giovani, che in teoria avrebbero completato un corso di studi, hanno problemi tecnici basilari. Mi fa stare male. C’è irresponsabilità, non ci si rende conto dei danni. Alcuni poi hanno un atteggiamento di supponenza che non li aiuta certo a migliorare. Non generalizzo, è ovvio, ma la consapevolezza tecnica e musicale media è davvero bassa».
http://www.ilcorrieremusicale.it/mariella-devia-un-ritorno-ab-origine-e-la-fine-di-un-tour-de-force/
Grazie Giulia,
interessantissimo a più riprese e recipiente di sacrosante verità. Adesso diranno che anche la Signora Devia vaneggia, è ferma ai tumuli e tutto il resto.
Oramai sono soltanto patètici, sti plaudenti del ridicolo. Brava, brava Mariella.
Chissà se avrebbe il coraggio di dire cose simili anche a proposito dei suoi colleghi.
Glielo si potrebbe chiedere, tanto per cominciare, no?
La Devia ha sicuramente ragione, ma io le chiederei se si assumerebbe la responsabilità di educare una voce, dando lezioni ogni giorno per 4 anni almeno di fila: la risposta è facilmente intuibile.
Pure la Casolla si lamenta che i giovani cantano male: anche lei fa masterclass ma di insegnare non ne vuole sapere. Ruba tempo alla sua (sacrosanta) vita privata!
Non ce l’ho con nessuno, ma questo per dire che gli studenti saranno pure strafottenti e tecnicamente scarsi, ma anche i maestri lasciano gli “studenti” (5 giorni di studio poi mi si spiega cosa sono) a doversi arrabbattare per trovarsi un buon maestro.
Chi vuole studiare in conservatorio, fa massimo 1 oretta alla settimana (due se vanno bene).
Chi poi vuole poi studiare da privatista, o è ricco o meglio che lasci perdere!
Mi sa che hai ragione sul discorso del trovare gli insegnanti. Ma mi sa anche che chi ora è in attività pensi (logicamente) maggiormente a se stesso. Forse, chissà, una volta dato l’addio alle scene potrebbero insegnare.
A chiosa.
Non è detto che tutti coloro che cantano, comunque, sappiano ben insegnare.
Papageno, bisogna però anche saper insegnare e non tutti i cantanti per quanto bravi fossero in carriera si sono dimostrati ottimi insegnanti. Anzi, molto pochi. Cantare è una cosa, insegnare ne è – paradossalmente – un’altra. Quindi io capisco chi non volesse assumersi la responsabilità di insegnare. Un pudore, questo, svanito del tutto, viste le bestie che pullulano nelle classi di canto di taluni conservatori.
“Alcuni poi hanno un atteggiamento di supponenza che non li aiuta certo a migliorare”: Verissimo! “Non generalizzo, è ovvio, ma la consapevolezza tecnica e musicale media è davvero bassa”: Aggiungo un aneddoto che mi riguarda: Tempo fa chattavo con giovane un soprano che mi chiedeva consigli, su Facebook. Parlando dei vari ruoli sopranili, erano queste le sue considerazioni: “Despina? ma nooo, fa la serva! Santuzza è una terrona. A me piace Violetta, MI SENTO UNA PRIMADONNA!”. No comment.
“giovane un soprano”… ahahah Mozy, parli come un libretto di Piave!
p. s. poveretta la tizia con cui chattavi su FB…
Adesso si dice primadonna? 😀
Ecco Tonio, tu l’ hai capito…
Insomma Despina e Santuzza no, Violetta sì. Niente serva o terrona, solo la p…