6 pensieri su “Norma Gina Cigna & Ebe Stignani 1937”
Utilissima registrazione anche per comprendere appieno la “rivoluzione” della Callas. La Stignani mi sembra nettamente superiore alla Cigna sia come timbro, emissione e stile.
Infine il solito, noioso, discorso: in confronto a cio’ che passa oggi il convento……
fortuna che ha postato selma kurz e non il sottoscritto estimatore della stignani concordo con massimo aggiungo due osservazioni:
a) nei dischi successivi la stignani è ancora più attenta alla qualità del suono ed all’emissione, circostanza rarissima in cantanti di grande carriera e lunga
b) mi spiace, e così avvio una eterna discussione, ma la callas non ha rivoluzionato, ma restaurato. Infatti l’emisisone di Maria Callas è molto porssima a quelal di cantanti che furono captate dal disco (rectius fonografo) nella parte ultima della carriera come la Patti, la Lehmann (sopratutto) la Sembrich.
ciao dd
caro Donzelli,non avendo le competenze per entrare in merito a “rivoluzione -restaurazione” della callas, ti pongo alcune domande: la restaurazione di uno stile precedente (piu’ aderente ai dettati del compositore, e cio’ penso sia fondamentale) in un contesto storico-culturale diverso (i meravigliosi anni ’50) non e’ di per se una rivoluzione?E’ rivoluzione il passaggio dalla tecnica dei castrati (con scarso uso del diaframma) con quella odierna? e il canto alla Caruso che pur usando in parte la tecnica del periodo precedente modifica radicalmente l’espressione -in senso muscolare-delle interpretazioni , cosa e’ ? saluti, masimo
entro nel merito, se permettete, dopo aver ascoltato la splendida Stignani e la famosissima Cigna. La Callas non restaurò affatto uno stile, ma una tecnica di emissione, anzi LA tecnica, in modo pervicace e convinto su tutte le note della sua gamma eccezionale. In questo modo, lo scriveva Celletti che la ascoltò, riusciva ad essere commovente anche nel mezzoforte, e aggiungo io anche nei centri. Se poi ci mettiamo che i gravi e i sovracuti, almeno agli inizi, erano ricchissimi di armonici… quindi la restaurazione riguarda i piani e i centri correttamente timbrati e sostenuti. La Stignani avrebbe potuto fare altrettanto, e infatti a livello tecnico lo fa, ma forse non fu interessata alla rivoluzione di uno stile. Che invece la Callas attuò guardando al futuro, e studiando nota per nota col direttore d’orchestra (almeno, lo dice lei stessa): era la toscanini di se stessa. La Cigna canta da soprano “drammatico”, del resto Norma era affidata a loro, ma non applica rigorosamente la tecnica nei centri, si sente benissimo
ALLORA E VERO E NE FACCIO AMMENDA LO STILE è LA CONSEGUENZA DELLA TECNICA E POI IN FONDO COME ESEGUISSE NORMA LA GRISI O LA TITJENS NON LO SAPPIAMO POSSIAMO SAPERE CON QUALE TECNICA LE CITATE ED ALTRE PRIME DONNE CANTASSERO.
HO USATO IL TERMINE RESTAURAZIOEN PERCHè ASCOLTANDO E RIASCOLTANDO UN PO’ PER IL BLOG UN PO’ PER LA DISPERAZIONE E L’ATTUALE DESERTO MI SONO RESO CONTO CHE L’OPERAZIONE DELLA CALLAS FU PER CERTO IMPORTANTE M APIù PER LA PORTATA CHE NON PERCHè PRIMA DELLA MARIA VI FOSSE IL VERO DESERTO. BASTA SENTIRE GIANNINA RUSS E IL DESRTO SI TRASFORMA IN UNA LUSSUREGGIANTE OASI. CREDO CHE LA MARIA SIA APPARSA PER LA RIVOLUZIONARIA PERCHè CON LEI COMINCIARONO A CIRCOLARE TITOLI PERSI E DESUETI, MA DA QUI A DIRE CHE NON C’ERANO CANTANTI IN GRADO DI AFFRONTARE ARMIDA NEI CIQNAU ANNI PRECEDENTI LA CALLAS NE PASSA. PENSO AD ELEANOR STEBER ALLA RUSS ALLA SIEMS E FORSE ALLA NEZDANOVA . MA LA CALLAS ARRIVò NEL MOMENTO IN CUI DI TITOLI OPERISTICI NON SE NE PRODUCEVANO DA TRENT’ANNI CIRCA E ANDARE AL PASSATO ERA NON SOLO IN MUSICA L’ESIGENZA IMPELLENTE ED IRRINUCIABILE. TANTO PER COMPLETEZZA BASTA VEDERE LE STAGIONI ORGANIZZATE IN SCALA DA SERAFIN MUGNON E CAMPANINI PER RENDERSI CONTO CHE QUEI MAESTRI BEN SAPEVANO CHE C’ERA PRIMA DELLA FORZA O DEL BALLO E SE POTEVANO LO FACEVANO
CIAO DD
Utilissima registrazione anche per comprendere appieno la “rivoluzione” della Callas. La Stignani mi sembra nettamente superiore alla Cigna sia come timbro, emissione e stile.
Infine il solito, noioso, discorso: in confronto a cio’ che passa oggi il convento……
fortuna che ha postato selma kurz e non il sottoscritto estimatore della stignani concordo con massimo aggiungo due osservazioni:
a) nei dischi successivi la stignani è ancora più attenta alla qualità del suono ed all’emissione, circostanza rarissima in cantanti di grande carriera e lunga
b) mi spiace, e così avvio una eterna discussione, ma la callas non ha rivoluzionato, ma restaurato. Infatti l’emisisone di Maria Callas è molto porssima a quelal di cantanti che furono captate dal disco (rectius fonografo) nella parte ultima della carriera come la Patti, la Lehmann (sopratutto) la Sembrich.
ciao dd
caro Donzelli,non avendo le competenze per entrare in merito a “rivoluzione -restaurazione” della callas, ti pongo alcune domande: la restaurazione di uno stile precedente (piu’ aderente ai dettati del compositore, e cio’ penso sia fondamentale) in un contesto storico-culturale diverso (i meravigliosi anni ’50) non e’ di per se una rivoluzione?E’ rivoluzione il passaggio dalla tecnica dei castrati (con scarso uso del diaframma) con quella odierna? e il canto alla Caruso che pur usando in parte la tecnica del periodo precedente modifica radicalmente l’espressione -in senso muscolare-delle interpretazioni , cosa e’ ? saluti, masimo
entro nel merito, se permettete, dopo aver ascoltato la splendida Stignani e la famosissima Cigna. La Callas non restaurò affatto uno stile, ma una tecnica di emissione, anzi LA tecnica, in modo pervicace e convinto su tutte le note della sua gamma eccezionale. In questo modo, lo scriveva Celletti che la ascoltò, riusciva ad essere commovente anche nel mezzoforte, e aggiungo io anche nei centri. Se poi ci mettiamo che i gravi e i sovracuti, almeno agli inizi, erano ricchissimi di armonici… quindi la restaurazione riguarda i piani e i centri correttamente timbrati e sostenuti. La Stignani avrebbe potuto fare altrettanto, e infatti a livello tecnico lo fa, ma forse non fu interessata alla rivoluzione di uno stile. Che invece la Callas attuò guardando al futuro, e studiando nota per nota col direttore d’orchestra (almeno, lo dice lei stessa): era la toscanini di se stessa. La Cigna canta da soprano “drammatico”, del resto Norma era affidata a loro, ma non applica rigorosamente la tecnica nei centri, si sente benissimo
ALLORA E VERO E NE FACCIO AMMENDA LO STILE è LA CONSEGUENZA DELLA TECNICA E POI IN FONDO COME ESEGUISSE NORMA LA GRISI O LA TITJENS NON LO SAPPIAMO POSSIAMO SAPERE CON QUALE TECNICA LE CITATE ED ALTRE PRIME DONNE CANTASSERO.
HO USATO IL TERMINE RESTAURAZIOEN PERCHè ASCOLTANDO E RIASCOLTANDO UN PO’ PER IL BLOG UN PO’ PER LA DISPERAZIONE E L’ATTUALE DESERTO MI SONO RESO CONTO CHE L’OPERAZIONE DELLA CALLAS FU PER CERTO IMPORTANTE M APIù PER LA PORTATA CHE NON PERCHè PRIMA DELLA MARIA VI FOSSE IL VERO DESERTO. BASTA SENTIRE GIANNINA RUSS E IL DESRTO SI TRASFORMA IN UNA LUSSUREGGIANTE OASI. CREDO CHE LA MARIA SIA APPARSA PER LA RIVOLUZIONARIA PERCHè CON LEI COMINCIARONO A CIRCOLARE TITOLI PERSI E DESUETI, MA DA QUI A DIRE CHE NON C’ERANO CANTANTI IN GRADO DI AFFRONTARE ARMIDA NEI CIQNAU ANNI PRECEDENTI LA CALLAS NE PASSA. PENSO AD ELEANOR STEBER ALLA RUSS ALLA SIEMS E FORSE ALLA NEZDANOVA . MA LA CALLAS ARRIVò NEL MOMENTO IN CUI DI TITOLI OPERISTICI NON SE NE PRODUCEVANO DA TRENT’ANNI CIRCA E ANDARE AL PASSATO ERA NON SOLO IN MUSICA L’ESIGENZA IMPELLENTE ED IRRINUCIABILE. TANTO PER COMPLETEZZA BASTA VEDERE LE STAGIONI ORGANIZZATE IN SCALA DA SERAFIN MUGNON E CAMPANINI PER RENDERSI CONTO CHE QUEI MAESTRI BEN SAPEVANO CHE C’ERA PRIMA DELLA FORZA O DEL BALLO E SE POTEVANO LO FACEVANO
CIAO DD
Giusto, basti ricordare che Poliuto non è una riscoperta del 1961 ma che Pertile lo cantava a Torino nel 1939 con la direzione di La Rosa Parodi.