8 pensieri su “Carlo Galeffi La Gioconda O Monumento Columbia 8926”
Devo ammettere che per Barnaba ho proprio bisogno di Amato. Senza togliere niente a Galeffi – da quello che ho letto era quasi del tutto autodidatta… beato lui… in questi tempi si poteva imparare ascoltando i grandi dietro le quinte…….
Studiò canto con Giovanni Di Como e solo più tardi, per un breve “perfezionamento”, con Cotogni; non c’era baritono all’epoca che non passasse per le porte di Cotogni.
Le due pagine sono differenti, non mi risulta poi che Galeffi abbia mai inciso la seconda. Sono comunque due giganti, colti nel loro migliore periodo. Barnaba, in generale e’ piu’ personaggio adatto ad Amato, ma Tamburini, penso, abbia voluto far ascoltare un “O monumento” eseguito in modo perfetto. E lo ha fatto.
Tra l’ altro, questa è una delle incisioni tecnicamente meglio riuscite di Galeffi. Io la trovo un’ esecuzione al limite della perfezione, anche se naturalmente Amato si può preferire per l’ alterigia del fraseggio e Titta Ruffo per la spettacolarità. Questione di gusti. A questo livello i confronti si fanno solo sulle concezioni interpretative.
Devo ammettere che per Barnaba ho proprio bisogno di Amato. Senza togliere niente a Galeffi – da quello che ho letto era quasi del tutto autodidatta… beato lui… in questi tempi si poteva imparare ascoltando i grandi dietro le quinte…….
http://www.youtube.com/watch?v=2wZm5tvuZys
Autodidatta? Credevo si fosse formato nella scuola di Cotogni.
Studiò canto con Giovanni Di Como e solo più tardi, per un breve “perfezionamento”, con Cotogni; non c’era baritono all’epoca che non passasse per le porte di Cotogni.
Oggi chi prendono come modello, Nucci o Hampson…?
Perchè, Tamburini, fanno i cantanti lirici? 😉
Le due pagine sono differenti, non mi risulta poi che Galeffi abbia mai inciso la seconda. Sono comunque due giganti, colti nel loro migliore periodo. Barnaba, in generale e’ piu’ personaggio adatto ad Amato, ma Tamburini, penso, abbia voluto far ascoltare un “O monumento” eseguito in modo perfetto. E lo ha fatto.
Tra l’ altro, questa è una delle incisioni tecnicamente meglio riuscite di Galeffi. Io la trovo un’ esecuzione al limite della perfezione, anche se naturalmente Amato si può preferire per l’ alterigia del fraseggio e Titta Ruffo per la spettacolarità. Questione di gusti. A questo livello i confronti si fanno solo sulle concezioni interpretative.
Galeffi! O come lo definiva lapidariamente il basso Antonio Righetti: “il migliore di tutti”.