Altro appuntamento con il Carnevale. Domenica per principiare la settimana grassa su “il sole 24 ore” è apparsa la recensione dell’Aida, che pochi giorni prima in Scala non aveva riscosso lo sperato successo. Soprattutto non lo aveva riscosso il direttore, che per utilizzare Giuseppe Gioachino Belli “d’alto ingegno perché d’alto lignaggio”. E allora l’amicale collaborazione, l’amore per il teatro milanese hanno avuto la meglio e per non dire che questa Aida fosse, quanto alla bacchetta, la conferma di una altrettanto contestata Tosca della scorsa edizione e quindi la conferma di un errare diabolico nell’errore si è preferito flagellare il pubblico ed i solisti. Che gli ultimi abbiamo colpe e limiti gravi ed evidenti lo confermano, senza necessità di ulteriori parole, la quantità e qualità degli applausi dedicati ai numeri solistici e ad ogni fine di atto. Che il pubblico debba essere redarguito, minacciato di purghe e penitenze a base di Janacek e Britten, una volta ricordatagli la propria ignoranza è un gioco consunto e smaccato che neppure il peggior difensore d’ufficio utilizzerebbe mai. Eppure si consente vengano pubblicate frasi del tipo “Ma contestare così OTTUSAMENTE un musicista di trent’anni fa doppiamente male”. Allora invito alla lettura del pezzo e perché è Carnevale commento con il confronto e la memoria (quel metodo di educazione all’ascolto con il quale “venute su” generazioni di ascoltatori) del passato, i passi più significativi di questa nouvelle vogue.
“un direttore, uno dei più talentosi delle nuove generazioni”
Wiener Staartsoper Orchestra – dir. Herbert von Karajan (1964)
Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
e più avanti “per il dominio tecnico del rapporto buca-palcoscenico.”
Alta cagion v’aduna
Su del Nilo
Leontyne Price, Franco Corelli, Nell Rankin, John Macurdy, Raymond Michalski, Robert Nagy
Metropolitan Opera Orchestra – dir. Thomas Schippers (1967)
Alta cagion v’aduna…Su del Nilo
Oksana Dyka, Jorge de León, Marianne Cornetti, Giacomo Prestia, Roberto Tagliavini, Enzo Peroni
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
Gloria all’Egitto
Marcia trionfale
Ballabile
Vieni, o guerriero vindice
Orchestra e Coro di Roma della Rai – dir. Vittorio Gui (1951)
Gloria all’Egitto…Vieni o guerriero vindice
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
E più avanti “per la quantità di idee musicale in orchestra”
Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Victor de Sabata (1937)
Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
O tu che sei d’Osiride
Fiorenza Cossotto, Nicolai Ghiaurov
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala – dir. Claudio Abbado (1972)
Marianne Cornetti, Giacomo Prestia
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
Proseguendo nell’opera della logografa: “ma non certo di non saperli accompagnare, con duttilità sicurezza, senza mai errori”
Anita Cerquetti
Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli – dir. Gabriele Santini (1954)
Oksana Dyka
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
Leontyne Price, Franco Corelli, Nell Rankin, Cornell MacNeil, John Macurdy, Raymond Michalski, Robert Nagy
Metropolitan Opera Orchestra – dir. Thomas Schippers (1967)
Oksana Dyka, Jorge de León, Andrzej Dobber, Marianne Cornetti, Giacomo Prestia, Roberto Tagliavini
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
E per concludere: “il terzo atto , restituito nella sonorità notturna, increspato nelle tinte laminate degli archi, drammatico nello sbalzo degli accenti spostati (sic!), trapuntato di mille finezze era un pezzo di bravura”
Leontyne Price, Flaviano Labò
Wiener Staartsoper Orchestra – dir. Herbert von Karajan (1964)
Pur ti riveggo, mia dolce Aida
Oksana Dyka, Jorge de León
Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
Maria Caniglia, Beniamino Gigli, Armando Borgioli, Ebe Stignani
London Philarmonic Orchestra, dir. Thomas Beecham (1939)
Oksana Dyka, Jorge de León, Andrzej Dobber, Marianne Cornetti, Giacomo Prestia
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala – dir. Omer Meir Wellber (2012)
Allora buon venerdì grasso. Gli scherzi di carnevale si dovrebbero fare appunto in quanto tali solo a Carnevale, ma siccome questo avvertimento non lo ricorda mai la critica, non vediamo perchè dobbiamo negli altri periodi dell’anno astenerci da “criticare la critica”. In fondo siamo ottusi, anzi ottentotti, pur utilizzare una categoria di Berchet, che potrà tornare utile nel prossimo futuro alla penna del sole 24 ore.
Le tinte laminate degli archi…ma i cerchi in lega li avevano o no?
E gli accenti spostati che cosa sono, di grazia?
Critica buona per incartarci il pesce. Stop.
Io mi son stupito della recensione sul Domenical (che leggo sempre) perché la Moretta ( ihih ) ha avuto l’onestà di dire che la Dyka ha cantato male! E questo mi è bastato e avanzato viste le cose scritte in passato (tra cui la difesa di Carsen nel “Non Giovanni”).
Ho ascoltato il preludio, ed è sufficiente. Da non credere.
Però i cantanti preferisco risparmiarmeli.
Se fossi il maestro Wellber, mi guarderei bene dal riportare una simile critica nel mio curriculum.
Vi immaginate la faccia di un manager anglosassone che leggesse questa roba in traduzione?
“The third act, returned to the night sounds, rippled in shades of laminated strings, dramatic in the overhang of the displaced accents and quilted a thousand subtleties was a real showpiece”.
Credo che cascherebbe sotto la scrivania dal ridere….
Lei si ispira da sempre al sublime personaggio della giornalista Opal (Geraldine Chaplin) in Nashville di Altman
Domenical:
questa notte infinita,
questo cielo autunnal,
questa rosa appassita…
alla quale si diede
il gran colpo fatal.
😀