4 pensieri su “Irina Makarova – Aida – Scala 2006 – Judgement Scene – 1/2”
Una delle esibizioni più belle a cui abbia mai avuto la fortuna di assistere. L’audio restituisce solo in parte l’effetto che in teatro dava la voce morbida, sonora e ampia di questa eccezionale cantante, bellissima da vedere in scena, alta, nobile, veramente bella (concetto molto diverso dal bello delle pseudo “veline” odierne). E ovviamente la risposta ad una delle performance più straordinarie che la Scala abbia ospitato negli ultimi anni è stato il trionfo da parte del pubblico (unico trionfo in uno spettacolo alquanto misero) ma ancora più ovviamente l’indifferenza dei vertici del teatro e delle agenzie, che si sono inventati di tutto per tenere lontana l’unico vero mezzosoprano oggi ad essere degna di fregiarsi del titolo di Artista, per servirci l’orrida Smirnova, quel che resta di Marianne Cornetti e del solido professionismo di Lucia d’Intino (ormai impari al ruolo di Amneris, purtroppo) e altre mostruosità.
Resta quest’audio. E la nostra (di noi pubblico) capacità di poter discernere l’Arte dalla spazzatura.
Ha ragione Nourrit: la Makarova è la più eloquente smentita a chi, come l’annunciatore (o per meglio dire il banditore) parmigiano di ieri sera, trangugia ogni orrore perché “oggi non ci sono più le voci”. Basta sapere dove trovarle, e soprattutto riconoscerle quando le trovi.
La Makarova è l’unica, che io conosca, assieme alla D’Intino, che oggi meriti a pieno titolo il nome di mezzosoprano. E vi devo ringraziare perché l’ho scoperta grazie a voi, quando c’era il blog.
Intanto 8 giorni fa se ne è andata Rita Gorr. Me ne sono accorto solo pochi minuti fa.
Una delle esibizioni più belle a cui abbia mai avuto la fortuna di assistere. L’audio restituisce solo in parte l’effetto che in teatro dava la voce morbida, sonora e ampia di questa eccezionale cantante, bellissima da vedere in scena, alta, nobile, veramente bella (concetto molto diverso dal bello delle pseudo “veline” odierne). E ovviamente la risposta ad una delle performance più straordinarie che la Scala abbia ospitato negli ultimi anni è stato il trionfo da parte del pubblico (unico trionfo in uno spettacolo alquanto misero) ma ancora più ovviamente l’indifferenza dei vertici del teatro e delle agenzie, che si sono inventati di tutto per tenere lontana l’unico vero mezzosoprano oggi ad essere degna di fregiarsi del titolo di Artista, per servirci l’orrida Smirnova, quel che resta di Marianne Cornetti e del solido professionismo di Lucia d’Intino (ormai impari al ruolo di Amneris, purtroppo) e altre mostruosità.
Resta quest’audio. E la nostra (di noi pubblico) capacità di poter discernere l’Arte dalla spazzatura.
Ha ragione Nourrit: la Makarova è la più eloquente smentita a chi, come l’annunciatore (o per meglio dire il banditore) parmigiano di ieri sera, trangugia ogni orrore perché “oggi non ci sono più le voci”. Basta sapere dove trovarle, e soprattutto riconoscerle quando le trovi.
Verissimo. Vedi anche il caso della Monastyrska, splendida cantante scoperta dal Covent Garden per caso, grazie a una sostituzione.
La Makarova è l’unica, che io conosca, assieme alla D’Intino, che oggi meriti a pieno titolo il nome di mezzosoprano. E vi devo ringraziare perché l’ho scoperta grazie a voi, quando c’era il blog.
Intanto 8 giorni fa se ne è andata Rita Gorr. Me ne sono accorto solo pochi minuti fa.