Dedicato al duo Harteros – Kaufmann ed al loro generoso onnivoro pubblico tedesco, perchè non sanno cosa è la voce a fuoco e il canto espressivo in maschera!
8 pensieri su “Don Carlo , duetto Elisabetta – Carlo, E. Steber & R. Tucker”
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Ma che cose datate ci fai sentire Giulia ! questi si esprimono cantando, ma non si fa così ! la recitazione, i movimenti scenici, l’espressione del viso, la lettura del libretto… questa la vera arte lirica ! e ne abbiamo appena avuto prova con la recita di Monaco, aggiornati.
Salve lovvosi, scommetto che stasera avete sentito una meraviglia tale da soppiantare questi due artisti mai esistiti…ahahahaha
Se uno spettatore ha bisogno delle masturbazioni mentali di un Carsen per poter gustare una rappresentazione [all’uopo leggasi la intervista di noto scrittore italiano, alla 1° dei Contes d’Offmann alla scala,omaggiataci dalla Rai] “meraviglioso” vuol dire che il canto da solo oramai non è in grado di smuovere più sentimenti di gioia intrinseca forniti da un canto pulito ed espressivo. Non è un caso che oramai la “visibilita’” di un’opera è determinata quasi solo dalla
impressione che il regista ne fa, poichè gli esiti musicali delle attuali scuole di canto sono…miserrrimi.
peccato per la Rigal – ma quanto è bravo lui.
http://www.youtube.com/watch?v=EcUTIxkAKUA
Peccato che queste due voci meravigliose, queste due interpretazioni maiuscole (e davvero non saprei dire se è migliore la Steber o Tucker) siano costrette a cantare su di un accompagnamento semplicemente indecente, sia per l’indecorosa qualità dell’orchestra del MET, sia per la grevità dilettantesca della bacchetta.
Se per sentire un grande accompagnamento orchestrale mi devo sentire Fiamma Izzo d’Amico e Carreras…………
Sì, ma neppure questa bandaccia…. Sarà che secondo me l’orchestra e il direttore in un’opera non sono optional o variabili ininfluenti…
Meraviglioso ascolto! Io che quasi ho abbandonato i teatri per non venir violentato da brutture sonore e uscirmene troppo spesso deluso, rimango basito dalla semplice, pura bellezza di questa interpretazione; e poi la chiamano nostalgia o passattismo! Grazie della vostra prezioza, indispensabile opera cari maestri del Corriere della Grisi, vi leggo sempre con grande interesse. Quanto bisogno abbiamo di scernere il buono dal cattivo e per una volta poter leggere chi ancora sa dire pane al pane e cane al cane! Buon lavoro!