Salutiamo oggi Alda Noni, morta ieri più prossima ai cento anni che ai novanta. Longeva in vita e longeva nella memoria degli ascoltatori . Anche lei dapprima dimenticata e, poi, come accade in periodi come il presente riconsiderata e rivalutata. E con valida ragione.
Alda Noni era triestina, ovvero nasceva anche come formazione musicale in quella città che è al tempo medesimo città di provincia e città internazionale. Sentirla per radio negli anni settanta ed ottanta, quando fu spesso ospite di trasmissioni radiofoniche era un piacere per la vivacità dei racconti e per la ricchezza delle esperienze professionali che richiamavano questa ricchezza di formazione. Triestina sino in fondo la sua cultura ed anche la sua carriera, che, rispecchiavano il fatto che ben dopo la caduta dell’impero asburgico il referente culturale , e non solo per la musica fossero appunto le città di quello che era stato l’impero. Quindi debutto nel 1937 a Lubiana e prima fase della carriera a Vienna dove nel 1944 fu Zerbinetta in occasione della ripresa dell’Arianna a Nasso, celebrativa dell’ottantesimo compleanno di Strauss. Nel dopo guerra sbocciò la carriera italiana e la specializzazione della Noni nel repertorio del Settecento. Non praticò solo quello perché alla Scala fu anche Musetta e Nannetta, ma la fama del soprano triestino andò di pari passo con le numerose edizioni dei lavori, a torto definiti minori, di Cimarosa, Paisiello e Fioravanti. Spesso partner di Sesto Bruscantini. Ma una cosa deve essere chiara e –credo- che possa costituire il vero spunto di riflessione e commemorazione per la Noni. Classificata quale soubrette, aiutata in questo anche dal fisico e dalla voce che era un poco acidula e di limitato volume, estesa solo nella prima parte della carriera, la cantante triestina fu sempre fedele a questa scelta, derivata dalla qualità vocale medesima. Insomma cantò ed interpretò quello che era giusto per la sua voce e la sua personalità. Magari secondo canoni, che, oggi sulla carta non si condividono, perché vorremmo, ma, poi, non abbiamo Norina ed Adina e fors’anche Carolina dal timbro più ricco e sontuoso di quello di una Noni e dal virtuosismo da opera seria. Però questi ed altri personaggi come pensati e realizzati magari in spettacoli televisivi –diciamo primordiali- ci ricordano che spesso l’opera di mezzo carattere settecentesca è apprezzabile a condizione di padroneggiare e dar senso al recitativo, di cogliere il trapasso in genere dal comico al larmoyant del personaggio ed in questo riveduta e corretta oggi, purtroppo, non disponiamo di una Alda Noni. Perché le Alda Noni credono opere loro Lucia, Traviata, e preferiscono Donna Anna a Zerlina.
Ripeto possiamo criticare quello che è figlio del tempo, ma omaggio vero e sentito alla professionalità, all’onestà, alla costante preparazione al rispetto per la musica ed il pubblico.
Alda Noni era triestina, ovvero nasceva anche come formazione musicale in quella città che è al tempo medesimo città di provincia e città internazionale. Sentirla per radio negli anni settanta ed ottanta, quando fu spesso ospite di trasmissioni radiofoniche era un piacere per la vivacità dei racconti e per la ricchezza delle esperienze professionali che richiamavano questa ricchezza di formazione. Triestina sino in fondo la sua cultura ed anche la sua carriera, che, rispecchiavano il fatto che ben dopo la caduta dell’impero asburgico il referente culturale , e non solo per la musica fossero appunto le città di quello che era stato l’impero. Quindi debutto nel 1937 a Lubiana e prima fase della carriera a Vienna dove nel 1944 fu Zerbinetta in occasione della ripresa dell’Arianna a Nasso, celebrativa dell’ottantesimo compleanno di Strauss. Nel dopo guerra sbocciò la carriera italiana e la specializzazione della Noni nel repertorio del Settecento. Non praticò solo quello perché alla Scala fu anche Musetta e Nannetta, ma la fama del soprano triestino andò di pari passo con le numerose edizioni dei lavori, a torto definiti minori, di Cimarosa, Paisiello e Fioravanti. Spesso partner di Sesto Bruscantini. Ma una cosa deve essere chiara e –credo- che possa costituire il vero spunto di riflessione e commemorazione per la Noni. Classificata quale soubrette, aiutata in questo anche dal fisico e dalla voce che era un poco acidula e di limitato volume, estesa solo nella prima parte della carriera, la cantante triestina fu sempre fedele a questa scelta, derivata dalla qualità vocale medesima. Insomma cantò ed interpretò quello che era giusto per la sua voce e la sua personalità. Magari secondo canoni, che, oggi sulla carta non si condividono, perché vorremmo, ma, poi, non abbiamo Norina ed Adina e fors’anche Carolina dal timbro più ricco e sontuoso di quello di una Noni e dal virtuosismo da opera seria. Però questi ed altri personaggi come pensati e realizzati magari in spettacoli televisivi –diciamo primordiali- ci ricordano che spesso l’opera di mezzo carattere settecentesca è apprezzabile a condizione di padroneggiare e dar senso al recitativo, di cogliere il trapasso in genere dal comico al larmoyant del personaggio ed in questo riveduta e corretta oggi, purtroppo, non disponiamo di una Alda Noni. Perché le Alda Noni credono opere loro Lucia, Traviata, e preferiscono Donna Anna a Zerlina.
Ripeto possiamo criticare quello che è figlio del tempo, ma omaggio vero e sentito alla professionalità, all’onestà, alla costante preparazione al rispetto per la musica ed il pubblico.
Gli ascolti
Alda Noni
Mozart – Don Giovanni
Atto I – Batti, batti o bel Masetto (1951)
Cimarosa – Il Matrimonio segreto
Atto I – Cara, non dubitar…Io ti lascio perché uniti (con Tito Schipa – 1949)
Rossini – Il Turco in Italia
Atto II – Credete alle femmine (con Sesto Bruscantini – 1951)
Rossini – Il Barbiere di Siviglia
Atto I – Una voce poco fa (1951)
Auber – Fra Diavolo
Atto II – Non temete, Milord…Or son sola (1952)
Donizetti – L’Elisir d’amore
Atto II – Quanto amore! (con Sesto Bruscantini – 1951)
Offenbach – Les Contes d’Hoffmann
Atto II – Les oiseaux dans la charmille (1951)
ho conosciuto, seppure relativamente da lontano, la signora Alda Noni, in occasione di un Concorso Internazionale di Canto nel 2000, alle eliminatorie. una persona posata, di poche parole, l'unica insieme a Luigi Alva, altro membro della Commissione, che dopo la prova ha voluto darmi consigli e soprattutto solo loro due ( su dieci membri) hanno ascoltato tutti i candidati con attenzione, e non sfogliando il giornale o chiacchierando di altre cose, come spesso succede anche nei concorsi più blasonati. al termine mi si avvicinò lei stessa, e con molta semplòicità e gentilezza mi diede alcuni consiglic he ancor oggi tengo presente. Non l'ho mai ascoltata dal vivo, per ovvie ragioni anagrafiche, ma ritengo che sia stat un ARTISTA degna del massimo rispetto e considerazione. Come scritto dall'autore del post, sempre fedele al proprio strumento, mai sopra le righe. professionista e professionale. perchè oggi si sa, queste due caratteristiche sono pressochè estinte. Grazie per questo ricordo. Maometto II