Potrebbe anche leggersi in chiave “Guest vs Home”, come ben esemplifica il cast di Bohème, che comincia con un quartetto di stelle e semistelle, più o meno fresche, su cui campeggia la diva Angela ( come in Scala ), ma in apertura ancora con F. Cedolins, per finire con cantanti spagnole più o meno note. Stesso principio per i tenori, a discendere nel nome, nella qualità non saprei, non conoscendo quelli in coda al gruppo, tutti sotto l’egida di una bacchetta spagnola, Victo Pablo Perez, regia di Del Monaco.
Colpisce la topica inaugurale, ossia che dei due cast migliori della stagione, Faust e Linda, il primo venga “sprecato” per una selezione concertistica dell’opera. Passi per il dubbio Erwin Schrott, deludentissimo alle ultime apparizioni, ma il duo protagonista è interessante e meritava la produzione integrale con tutti i crismi necessari all’inaugurazione. Inspigabile poi il doppio cast per una versione concertistica in selezione. Nella Linda Florez sarà piuttosto leggero ma a fianco di una partner, di gran moda in questo momento, dalla voce piccola piccola ed imprecisa nella coloratura, saprà ben figurare come sempre. Certo, Donizetti vorrebbe altre voci ed altro tipo di fraseggiatori, ragionando more tradizione, ma coi tempi che corrono sarà certamente un trionfo, in stile catalano. Secondo cast alla spagnola, con la riapparizione di Mariola Cantarero e, soprattutto, di Ismael Jordi, che nella Borgia fiamminga di un paio d’anni fa mi aveva assi bene impressionato.
Il Liceu propone anche quella meraviglia di Pelleas et Melisande di Debussy affidandosi alle suggestioni cromatiche e ai climi rarefatti di Bob Wilson. Al di là degli interpreti vocali, forse il nodo principale della produzione sarà la bacchetta. Con un’orchestra di non altissimo livello, forse sarebbe stato meglio rivolgersi fuori casa. Interessanti anche la proposta di un‘opera del celebre Martin I Soler, Il Burbero di Buon Cuore, affidata alla direzione di Savall e ad Irina Brook, come pure di Una tragedia fiorentina e il Nano di Zemlinsky, affidati alla direzione di Marc Albrecht, bacchetta esperta nelle opere del Novecento. Del tutto inutili le Nozze di Figaro, affidate alla direzione di Rousset, come pure le poche recite del Flauto Magico, produzioni senza motivi di interesse nè ragioni di proposizione dati i cast.Rileviamo l’assenza di fantasia della direzione artistica nelle scelte.
L’Adriana avrebbe meritato una bacchetta naturalmente più fascinosa e con le mani più in pasta nei melismi del verismo italiano che non il signor Benini, anche perchè il trio delle protagoniste è, per ragioni svariate, spontaneamente privo del fascino, o meglio, dell’allure che Adriana presuppone. Il gruppetto delle signore prescelte si trova male in arnese vocalmente, gli acuti o ballano o non ci sono ( evabbè, tanto Adriana di acuti ne ha pochetti…), volume …insomma, timbro…meglio un tema di riserva, ma, sopratutto, non c’è più voce ferma e legata sul centro, o per dissesto precoce, o per obsolescenza, o per vizio antico. E chi fraseggerà allora? I Maurizio di R. Alagna e F.Armiliato, assieme a Carlo Ventre, completano la sequenza tipo all star. E’ certo che delle malcapitate Adriane che turneranno con lei, la signora Zajick farà polpette, magari con un sugo un po’ pesante, ma pur sempre …polpette! Quanto alla seconda Bouillon, M. Cornetti, anche se a volte tende a lasciarsi andare oltre il buon gusto, avrà comunque qualche arma, arrugginita, da usare contro la malcapitata di turno, mentre sulla carta meno dotata per lo scontro sarà Elisabetta Fiorillo.
Con l’Aida la direzione del Liceu ha predisposto un cast “classico”, Amneris e Radames ultra dejà vùe, D’Intino/Komlosy – Giordani, e la più solida ( forse all’epoca della stesura della stagione, oggi un po’ meno… ) delle all star americane, Sondra Rodvanovsky, di certo carente in legato e dolcezza, ma con la prodezza del do smorzato nei “Cieli Azzurri”, cui il secondo cast della Havemann non credo farà ombra alcuna Sottodimensionato rispetto alla figlia l’Amonasro di Z.Lucic, mentre ormai da datare col radiocarbonio 14 quello del secondo cast di J.Pons, che gioca per gli Home, seconda produzione per lui al Liceu dato che sarà anche Michonnet in primo cast. Guiderà il plotone il maestro Palumbo.
Stagione di concerti di canto brevissima, con la triade Florez, Pape e Stemme, da sentire solo il primo, mentre a lato spiccano i 50 anni di Liceu di Montserrat Caballè e, nella stagione concertistica, la serata haendeliana con P. Jaroussky con un complesso baroccaro tedesco.
Stagioni 2011-12, la Quaresima perpetua. Stazione sesta: Gran Teatre del Liceu di Barcelona
Una dozzina di titoli per la prossima stagione lirica catalana, come a Milano. Una miscela di repertorio, modernità e settecento, all’insegna dell’accontentare un po’ tutti i gusti del pubblico, con star del momento, d’antan, cantanti di medio livello e nn, anch’essi miscelati secondo opportunità.